Ieri ed oggi

Da Loredana V. @lorysmart

Quella in cui viviamo oggi è una società povera non solo di soldi ma soprattutto di spirito.

Una società di burocrati, notai, ragionieri (mi ci metto pure io nella categoria), avvocati, economisti.

Non ci sono più gli “artisti”, quelli che con le loro opere hanno reso grande l’Italia.

I grandi romanzieri, i pittori, gli scultori, i poeti, gli architetti…spariti, come pure i grandi giornalisti.

Apri un quotidiano, ed ormai si legge solamente di economia e di politica, spariti gli ezelviri, quegli articoli solitamente dedicati all’arte, alla letteratura, alla storia, spesso fonti di discussioni erudite, inizialmente ospitati nella “Terza pagina” che era l’indice della levatura culturale di quel quotidiano in quanto appannaggio di nomi celebri della letteratura che in terza pagina pubblicavano i loro racconti o i romanzi a puntate. Ora, in alternativa alla cultura di cui sopra, impera il gossip, quelle notizie di nessun valore che però solleticano la curiosità di un certo tipo di lettore.

Una parte di responsabilità spetta alla scuola, ridotta ormai ad un nozionificio: i ragazzi imparano certe cose, ma bisogna poi verificare se le hanno veramente capite.

Anche la televisione ha i suoi torti: dove sono i bei film? Le commedie? Le opere liriche?

I palinsesti non le riportano, preferendo format stupidi, serie televisive o telenovelas che però attirano spettatori e, di conseguenza, introiti pubblicitari.

Una volta la televisione era anche fonte di cultura: in un periodo di scarsa scolarizzazione, e grazie anche al monopolio, la RAI aveva avvicinato parte della popolazione meno istruita alle grandi opere, come “I promessi sposi”, “I camaleonti”, “Il mulino del Po”.

Ora tutto questo è sparito e con questo anche le voci degli artisti: chi potrebbe competere oggi con un Visconti o un Fellini? Salvatores, Soldini ed altri sono bravi, ma non dei geni come i loro predecessori.

Chi regge il confronto con Giotto, Raffaello Botticelli o Caravaggio? Tra gli artisti odierni non vedo nessuno.

Chi potrebbe ritenersi pari ad un Montanelli, una Fallaci, un Biagi? Forse Travaglio, Santoro, la Berlinguer? No di certo.

E le opere di Michelangelo e Donatello? Nulla a che vedere con le sculture di Cattelan: possono piacere, certo, ma non hanno l’impatto emotivo di un David o di una Pietà.

E Leonardo? Dove lo mettiamo? C’è qualcuno oggi che possa essere paragonato a lui?

Non è che la genialità sia sparita: semplicemente al giorno d’oggi nessuno offre una possibilità a chi ne sia in possesso di dimostrare la propria capacità. Spesso vengono preferiti  personaggi mediocri ma con “agganci” politici a chi è veramente bravo in un qualsiasi campo.

Allora quei pochi che veramente valgono emigrano verso lidi migliori, mentre quelli che restano hanno ormai l’anima inaridita ed il cervello in disarmo.

E la nostra nazione diventa sempre più povera e spoglia.


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