Anticamente la vittoria era una bella signorina alata che Zeus mise alla guida del proprio carro in occasione di un combattimento; chi abbia osato sfidare nientemeno che il re dei numi, non lo so.
Io so soltanto che da ieri pomeriggio, cioè da quando l’arbitro ha fischiato la fine del derby romano, una nike giallorossa fa frullare le sue ali su tutta la Città Eterna, prendendo le mosse (ma guarda le combinazioni!) proprio dal quartiere antistante lo stadio, il “Delle Vittorie”.
Roma-Lazio 2-0, gol di Balzaretti e Ljajic! E allora sì che il tifo romanista, frustrato e compresso dopo la sconfitta di maggio in coppa Italia, si scatena ed urla una felicità senza confini dai finestrini delle auto che sciamano sui lungoteveri, negli autobus stracolmi, nei bar dove le tazzine dipinte di giallo e di rosso costringono anche il più sfegatato dei laziali a baciare quei sacri colori, se vuol bersi un caffè.
Là fuori una manica di imbecilli se la prende con la polizia; per questa volta, niente da fare! Bravi gli agenti! Due o tre DASPO, qualche fermo e tutti zitti. Robetta, rispetto a quando, in un derby, un razzo, partito dalla curva sud, fece secco Paparelli!
Strano, il tifo. Noi cambiamo aspetto, cambiamo città, nazione, gusti, amori, marito, moglie, sesso; ma se nasci gridando “Forza Roma“, quello è per sempre. E quando vinci il derby e rimani lassù, in testa alla classifica, facendo mangiare la polvere a Juve, Milan, Inter, signore del calcio, è gioia, ma gioia vera, travolgente, coinvolgente, attanagliante.
E quella ragazza, quella che son mesi che non ti fila? Hai visto mai che ora, col foulard della Roma a garrirle attorno al collo, nell’euforia contagiosa della vittoria, con te non scenda a più miti consigli? Hai capito perché la Roma la chiamano “La Magica“?