Odin mi aveva fatto visita da ragazzino, con il nome di Wotan. Da qualche parte vi ho già parlato di come ho incontrato gli Aesir da giovanissimo e di come in qualche modo me li sono tenuti vicini. Ho avuto diversi Mjöllnir al collo (anche oggi, quando passo in un mercatino, sono le prime cose che cerco, per trovare il martello perfetto), e due rune. Perth, la mia prima runa è andata perduta.
La seconda, di cui non vi svelerò il nome, mi l’ho acquistata da un maestro delle rune che le incide personalmente su vari materiali. Mi disse che quando una runa si perde, è perché ha svolto il suo compito.
E alla fine, come era logico, mi sono convinto a guardare Vikings, fidandomi dell’amico Hell. Ma Vikings va visto (anche se alcune cose mi lasciano perplesso, specialmente un paio di trovate che sanno di politically correct) e non vi farò una recensione. Sappiate solo che merita.
Come merita la sigla iniziale, interpretata dall’artista svedese Fever Ray, specialista del dark ambient. La canzone è ispirata al protagonista, Ragnar Loðbrók, personaggio realmente esisitito, guidato da Odino, e come lui bramoso di potere e conoscenza.
This will never end
‘Cause I want more
More, give me more
Give me moreThis will never end
‘Cause I want more
More, give me more
Give me moreIf I had a heart I could love you
If I had a voice I would sing
After the night when I wake up
I’ll see what tomorrow bringsAhhhhhhh Ahhhhhhh
Ahhhhhhh Ahhhhhhh
If I had a voice, I would singDangling feet from window frame
Will I ever ever reach the floor?
More, give me more, give me moreCrushed and filled with all I found
Underneath and inside
Just to come around
More, give me more, give me more
If I had a voice, I would sing