L’Ente trasformato prima in Azienda, successivamente è stato via via cancellato e con esso la memoria storica, nel senso che il suo archivio purtroppo è andato disperso e perduto. La Soprintendenza di Trapani cerca con fatica di ricostruire le tessere per comporre il puzzle di quella straordinaria esperienza raccogliendo testimonianze e documenti. Una testimonianza è la preziosa rassegna stampa, che in copertina recita: “Settimana delle Egadi 1981–1985, una documentazione sulla diffusione dell’immagine dell’arcipelago, un sostegno alle proposte per il suo sviluppo.”. La rassegna è un corposo malloppo di un migliaio di pagine che la nostra Giulia, che allora curava l’Ufficio Stampa della manifestazione, gelosamente conserva.
Ma Giulia oltre a tessere la rete dei contatti con decine di giornalisti e reporter che in quella settimana calavano sulle tre isole era anche l’organizzatrice di convegni e incontri su temi a lei cari, l’archeologia subacquea, prima di tutto. Tra questi grande risalto ebbe il 2° Convegno Internazionale di Archeologia Subacquea “Dalla Battaglia delle Egadi per un’archeologia del Mediterraneo” che si è tenuto il 28 maggio del 1985. Questi convegni avevano lo scopo di costringere i politici ad investire i denari per la ricerca dei rostri della navi che parteciparono alla prima guerra punica. Ma non organizzava solo convegni internazionali di Archeosub ma anche altro, come ad esempio, forte della sua esperienza come ricercatrice del Nuovo Canzoniere Italiano, l’organizzazione, anche dell’evento “Cantastorie in piazza” che ebbe come protagonista il grande poeta Ignazio Buttitta, insieme a Michele Straniero e Otello Profazio. Ho avuto la fortuna di esserci quel giorno in piazza Matrice a Favignana, armato della mia inseparabile Leica e di fotografare un mito: Ignazio Buttitta.
Favignana, maggio 1985. Buttitta in piazza Matrice
Ma non solo, Ignazio conversava con un altro mito di Favignana, Zu Sarino, all’anagrafe Rosario Santamaria, che usava il tufo per parlare dell’isola con le sue sculture naif. Centinaia, forse migliaia di quelle piccole sculture Zu Sarino le donava agli ospiti, così chiamava i turisti, che gli facevano visita nel suo laboratorio, show room si direbbe oggi, vicino al Municipio. Zu Sarino, che in gioventù aveva fatto il cavatore di tufo, regalava ai turisti anche le maioliche e le mattonelle dei pavimenti antichi che venivano tolti dalla ristrutturazione del Palazzo Florio, perché diceva “sono pazzi a togliere questi bellissimi pezzi di storia per inserire delle cose moderne e brutte”.
Le fotografie che ora rendo pubbliche, hanno “dormito” nel mio archivio per tutti questi anni, ora che le ho ritrovate, le rendo pubbliche per raccontare un pezzo di storia e condividerle, con emozione, con coloro che leggono maremagazine. Nello stesso tempo le ho messe a disposizione della Fondazione Ignazio Buttitta che ha la sede a Palermo e presidente è il nipote Ignazio. Oltre che alla Soprintendenza Beni culturalii di Trapani.
Grazie Ignazio. Grazie Zu Sarino.
Maurizio Bizziccari
P.S. Avviso ai naviganti: la Soprintendenza di Trapani e l’Università di Palermo sono alla ricerca di materiali, foto e video, su Zu Sarino per una mostra in suo ricordo che si farà entro l’anno.
Favignana 1982, piazza Florio, Zu Sarinu nel suo “showroom”