Ignoranza natalizia: i mostri del laghetto

Da Pietroinvernizzi

avannotto di iridolla

A Natale si pesca. La pescata di Natale è una delle Grandi Tradizioni dell’Anonima Cucchiaino, seconda per importanza rituale solo all’apertura della trota e al Pedrone’s Trophy. Anche quest’anno, quindi, abbiamo santificato le feste lanciando esche in acqua. Anzi, per la prima volta abbiamo deciso di sdoppiare l’appuntamento pre natalizio in due uscite distinte: il 23 e il 24 dicembre. Ecco di seguito come è andata il 23.

Se l’apertura della trota è un momento di purezza alieutica, con il ritorno al torrente, e il Pedrone è il condensato dei valori Anonimi, la pescata di Natale è un tributo all’ignoranza: si pesca in laghetti strapieni di trote, si paga l’ingresso, si prendono iridee enormi. Le tradizioni sono tradizioni, quindi quest’anno non ha fatto eccezione.

Grazie ai consigli di Mauro, titolare del negozio di pesca Il Gatto e la Volpe in viale Bligny a Milano, scegliamo il lago Maddalena a Castelnuovo Scrivia, frazione Ova: due specchi d’acqua separati da una rete immersa: uno più grande popolato da trote più piccole, l’altro, più piccolo, pieno di trote molto molto grandi. Dai 3 chili in su.

La giornata parte maluccio. Punto la svegli alle 6.15: troppo presto per un appuntamento alle 7.30 sotto casa di Francis. Infatti, dopo la colazione, mi addormento sul divano. Mi sveglia una telefonata di Francis (grazie Francis) alle 7.33. Lo passo a prendere, apprezzo la sua nuova videocamera Go Pro montata sul berretto, e guidando in maniera disinvolta riusciamo a contenere il ritardo. All’appuntamento al benzinaio con Jacopo e Pietro è previsto per le 8. Arriviamo alle 8.11 e troviamo i due Serie A intenti ad aiutare invano un cinese a cui il distributore di benzina ha rubato 100 euro. Si parte.

Francis Go Pro

Il lago Maddalena dista 50 minuti da Milano. Si possono fare due tipi di permesso: kill (tre trote trattenute e tre ore di pesca) a 34 euro, e No kill (tempo e catture illimitate, amo singolo e ardiglione schiacciato) a 15 euro. All’arrivo ci accoglie Maurizio, il gestore del lago, che scorrazza sulle sponde in quad. Scendiamo al lago: Pietro, Jacopo e Francis zampettano baldanzosi giù per le scalette. Io arrivo sulla sponda direttamente con la Smart visto che ho appena subito un’operazione chirurgica a un piede e cammino con le stampelle. In più occasioni le agili ruotine della macchinetta pattina sul nevischio, e temo di raggiungere le trote finendo in acqua con tutta la Smart. Sceso dalla macchina mi piazzo sul seggiolino che Jacopo mi ha portato, da cui non mi alzerò più.

Pietro e Francis in pesca

Sin dall’inizio, si distinguono due approcci in pesca. La Serie A dedica la mattinata (o almeno, la prima parte) alla sperimentazione. Pietro lancia con la canna da spinning dei bellissimi streamer da lui stesso costruiti in settimana, che nella nuova stagione della trota sono sicuro ci daranno belle soddisfazioni. Jacopo prova inneschi creativi con piccole esche siliconiche di cui ancora non conosce le movenze in acqua. La Serie B opta invece per esche più tradizionali: cucchiai ondulanti molto colorati e minnow molto colorati. Roba da laghetto di Natale.

Attorno al lago ci sono almeno venti pescatori. Pescando tocca fare attenzione a non prendersi a vicenda la lenze. Alcuni degli uomini in mimetica che hanno scelto il lago Maddalena per la pescata prenatalizia hanno buon carattere, altri meno. E i nuovi arrivati non sempre sono accolti cristianamente: <Ma proprio qui ti devi mettere?>, <Ma non ti puoi spostare più in là?>. La ragione di questo nervosismo è semplice da intuire: le trote non abboccano come dovrebbero. Qualcosa viene su, certo. Qualche enorme iridea abbocca, e ne vengono buttate dentro di continuo (con il retino da una vasca o con un apposito camion trasporta-iridee), ma non è quell’orgia di trote che uno si aspetta da un laghetto.

Arrivano nuove iridolle

Presto ci raggiunge Alessandro Negri, simpatico ed elegante come al solito, un grande acquisto dell’Anonima!Mentre noi ci affanniamo a lanciare cucchiai e minnow, lui frusta l’aria con la sua coda di topo, posando la mosca secca in mezzo al laghetto. Lo accompagna un amico, moschista anche lui. Benvenuto!

A rompere il silenzio dell’acqua è Francis: lancia un Realis Duo e taaaac, arriva la maxi iridea, subito rilasciata. Pietro con un Pica Spoon aggancia una trota probabilmente mostruosa, vista la curvatura che subito assume  la sua canna, ma il pesce si libera. Anche Jacopo ha la sua abboccata su una gomma Black Flag, ma l’amo non affonda. Io prendo un trotone allo scadere del permesso, sempre su Pica Spoon, poco dopo mezzogiono. Lo  regalo a una famigliola con bambini: viste le dimensioni del salmonide di allevamento, forse 4 chili, avranno di che sfamarsene tutti.

Sia detto chiaramente: la Serie B ha preso due pesci, la Serie A zero pesci. E questo nonostante la Serie B non si sia prodotta in azioni di disturbo ai danni della Serie A.

ritorno alla macchina

Il panino al baretto del lago – i cui muri sono decorati da simpatiche vignette – è l’ultimo atto di una pescata di Natale avara di catture ma comunque ricca di spirito Anonimo. Purtroppo non riesco a godere appieno della delizia del panollo con sottiletta e coppa. Il piede operato di fresco pulsa e fa malissimo. Già capisco che le mie condizioni fisiche non mi consentiranno di partecipare l’indomani alla pescata del 24 e questa nuova consapevolezza è più dolorosa del male al piede. Viva l’Anonima. Rock’n'Rod sempre.



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