di Iannozzi Giuseppe
13 febbraio
Mi hanno detto che scenderai in piazza,
che guiderai squadre di donne coi pantaloni,
che non risparmierai slogan e puttanate
Ti ricordo ancora nuda un milione d’anni fa
Gridavi “l’utero è mio e me lo gestisco io”
Non arretravi d’un passo e non avevi molto addosso,
solamente il tuo coraggio di donna,
ma la carica della polizia non ti faceva paura
Mi hanno detto che hai sù un cappotto pesante
d’un bel rosso acceso e la falce e il martello
Non canti più di metter fiori nei cannoni
Sicura nei tuoi pantaloni il tredici febbraio
entrerai in Chiesa con la tua bella faccia comunista
Alla fine il Signore ha accolto anche te
fra le sue amorevoli braccia, ed era questo che volevi?
Tutto questo perché non hai brindato con il papi?
Mi hanno detto che è un po’ di tempo
che non la dai, che non la dai, che non la dai
Ma un milione d’anni fa eri tua veramente
e non tra le colonne dell’Avvenire
Un milione d’anni fa… un milione d’anni fa…
Un altro amore
Cercherò un altro amore
Ho dipinto il cielo di blu
e nel mare mi son tuffato
rischiando d’affogare
tra menzogne e delfini
Cercherò un altro sole
Ho rasato la mia testa
come quella d’un monaco
Mi guardo allo specchio,
mi dico che sono a posto
Non ho bisogno di altro
Mi lascio l’odio alle spalle
col suo grosso bagaglio di sbagli
Ti lascio la mia penna d’oca
e l’inchiostro blu, il flauto di legno
che non ho mai imparato a suonare
e la mia collezione di farfalle
Sono rimasto in attesa
fiutando la notte
regolando la mia rabbia
con quella dei lupi affamati
Cercherò di far battere…
di far battere forte ancora…
il cuore, il cuore…
Son caduto
Son caduto
Ho battuto forte il sedere
Non ti dico il dolore
Tutta colpa della cera
Son volato a gambe all’aria
Una figura ma una figura!
Qualcuno avrebbe riso
se solo avesse potuto
Ma nessuno ha visto
quando il mio bel culetto
ha baciato il duro
durissimo pavimento
Del mio patimento
non un cane s’è accorto
Dolorante
con la voglia di bestemmiare
non oso
sapendo che ti darei un dolore
Ho fatto il cattivo
e forse son stato punito
Avevo la testa fra le nuvole
e all’improvviso
mi son trovato lungo disteso
In quel momento
ho desiderato che mi vedessi
Dovevo esser buffo
grande e grosso e kappaò