Il 20 marzo è il Meat Out Day: ma a che serve?

Creato il 20 marzo 2012 da Greenkika

Continuo a non credere che le giornate internazionali del qualcosa siano utili a far pensare la gente. Continuo a credere che se non riesco a cambiare la piccola realtà del mio ufficio o della mia famiglia incentivando la riduzione del consumo di carne, anche solo per un giorno alla settimana, mai potrò cambiare davvero le persone o comunque aiutarle a uscire dall’ignoranza sul tema alimentazione.
Non che io mi creda illuminata o migliore degli altri, ma sono certa che se tutti sapessero cosa davvero accade agli animali da allevamento, dalla loro nascita alla morte, la fiorentina sugosa o i frutti di mare da sgusciare con le dita non somiglierebbero più a prelibatezze ma a schifosissima merda.

Volete che ve la dica tutta? A volte sono così presa da un senso di impotenza e di mortale delusione da parte del genere umano, da desiderare fortemente una dittatura ecologica.
In questo modo i cretini non potrebbero avere libertà d’azione, sarebbero costretti ad agire NON contro il benessere del pianeta ma PRO e a rendersi conto che fare bene per l’ambiente significa fare bene per se stessi. Dovrebbero lasciare a casa l’auto e far girare i pedali invece che schiacciarli, e sarebbero obbligati a SAPERE cosa succede intorno al cibo che finisce nei nostri piatti, dovrebbero nutrire i loro bambini con cibo vegetariano e usare i pannolini lavabili, le donne dovrebbero usare la coppetta mestruale e gli uomini il rasoio del nonno.
Chi sporca e non rispetta le strade e gli spazi di tutti sarebbe punito, le ecomafie sparirebbero dalla faccia della terra, i paesi bisognosi riceverebbero veri aiuti, il riciclo e il riuso sarebbero legge, una nuova consapevolezza sarebbe INFILATA nella testa della gente a forza e…
…ecco che sarei presa dallo stesso fanatismo di qualcuno che conosciamo bene, e probabilmente porterei solo grossi mali e malesseri nella gente, che non capirebbe e si ribellerebbe, e farebbe la rivoluzione pro-inquinamento e pro-carne, pur di uscire dalla mia dittatura verde.

Allora mi tengo la mia delusione. E dopo un po’ di scoramento e di infelicità, spero saprò rialzarmi e accontentarmi, anche, di ciò che già sto facendo e che nel mio piccolo sta cambiando, seppur lentamente, le persone che ho intorno.


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