Nell’ultimo giorno del 2013, mi trovavo ad Ahmedabad, in Gujarat, India. Ero arrivato lì per caso, perché in quei giorni festivi l’unico treno con dei posti ancora liberi andava in quella direzione. Il Gujarat è uno dei pochi stati indiani in cui l’alcol è bandito e come meta per festeggiare l’inizio di un nuovo anno non è certo tra le mete più gettonate. Quindi un chai e a letto. Nonostante l’augurio fallito, il 2014 è stato comunque un grande anno. Ho tagliato otto paesi prima di rientrare in Italia dopo cinque anni. Dopo l’India, sono andato in Nepal, poi in Cina, poi in Kyrgyzstan, Uzbekistan e Iran, per concludere tagliando Turchia e Grecia. Non sono riuscito a viaggiare sempre via terra come avrei voluto, ma ho scoperto degli itinerari che non mi sarei mai aspettato di percorrere. Ho stretto tante nuove amicizie ed ho avuto modo di riallacciare quelle vecchie. Nel 2014 per me si è concluso un capitolo, questo è ciò che ne rimane:
Raggiunti i 5.416 metri d’altezza sul Passo di Thorong La, lungo il Circuito dell’Annapurna in Nepal, dopo più di una settimana di cammino. Da qui, inizia la discesa.
Ancora in Nepal, sulla vetta di Kala Patthar, a 5.640 metri. Alle mie spalle, il Monte Everest.
Con un gruppo di Monaci tibetani in pellegrinaggio al Buddha gigante di Leshan, in Cina.
Quando piove, a Pechino…
Sulle montagne colorate di Zhangye Danxia, in Gansu, Cina.
Trovato un passaggio, in Kyrgyzstan, nei dintorni di Karakol.
Ospiti da una gentile famiglia in Kyrgyzstan, che mi ha distrutto il fegato con sette bottiglie di vodka. Sì, era proprio quella volta.
In campeggio sul Passo dell’Uzbek, a 3.000 metri dove non c’è luce a disturbare le stelle, durante un trekking verso il lago Song Kul, in Kyrgyzstan.
Un po’ stanco, dopo 18 mesi in Asia, all’ombra di una moschea uzbeka.
Autostop sulle strade dell’Iran.
Ospiti, come ogni giorno, in casa di una famiglia iraniana.
In una fumeria iraniana con due nuovi amici.
Di rientro a Firenze, con Matt Gone, l’uomo più tatuato al mondo.
Concludendo l’anno con la mia prima mostra fotografica, “Verso Est“