Il 2015 mi ha regalato (si fa per dire) la sudatissima abilitazione all'insegnamento, assieme alle prime supplenze nella scuola pubblica, in cui ho la certezza di rimanere almeno fino a giugno del 2016. Fra queste esperienze, porto nel cuore in particolare gli ultimi tre mesi alla scuola secondaria di primo grado, durante i quali ho imparato un modo completamente nuovo di parlare di letteratura, comunicazione e storia, in molti casi trovando un'inaspettata curiosità: ho letto fiabe meravigliose scritte da ragazzini di undici anni che, se non fosse per la riservatezza dovuta ai discenti, condividerei qui come faccio con i racconti dei grandi autori!
Gli impegni di studio hanno impattato sulla possibilità di viaggiare, ma non sono mancate occasioni preziose di esplorazione, dal meraviglioso viaggio in Provenza alla visita al MART di Rovereto, senza dimenticare le numerose escursioni a Venezia per frequentare i corsi, con pochissimo tempo per visitare chiese e musei ma lunghe passeggiate con tanti stupefacenti scorci lungo i vicoli, le rive e le calette che dovevo percorrere per recarmi a lezione, e il ritorno, di tanto in tanto, a Verona, città che mi rivela sempre nuovi scenari e alla quale, nel 2016, dedicherò una serie speciale di post. E poi ci sono state le splendide mostre dedicate a Van Gogh e a Chagall a Milano, che ho gustato con piacere.
Nonostante sia stata molto indaffarata, ho sfruttato al massimo i momenti di pausa, dalle lunghe scarrozzate in treno alle vacanze e alle attese delle convocazioni scolastiche, superando il traguardo prefissato (pur senza alcuna maniacalità o frenesia) dei cinquanta libri da leggere e, scorrendo il prospetto che mi restituisce Goodreads, devo dire che, librescamente parlando, è stato un anno molto buono: nessun libro che mi sia rimasto indigesto, parecche riletture (alcune in chiave didattica) e incontri con autori nuovi come Stephan Zweig, Aimee Bender, Miriam Toews, Elizabeth Jane Howard e Patrick Modiano. Si contendono il podio per la miglior lettura dell'anno le Lezioni americane di Calvino (che, però, in quanto saggistica, occupa un posto a sé nel mio pantheon letterario), Il Silmarillion di Tolkien, Sostiene Pereira di Tabucchi e Un tipo a posto della Toews, mentre la miglior rilettura si è rivelata quella di Vita di Galileo, dramma di Brecht che mi si è presentato in una luce completamente diversa rispetto al primo impatto di tanti anni fa. Ma è stato anche l'anno in cui ho vinto la mia ritrosia nei confronti dei racconti, grazie a Dino Buzzati, Italo Calvino e Stephan Zweig, e, di conseguenza, ho ripreso a scriverne a mia volta, dedicandone uno allo stesso Calvino e un altro all'autore della Commedia.
Anche quest'anno abbiamo tenuto d'occhio le ricorrenze, dai 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, cui abbiamo dedicato la serie degli Itinerari danteschi, al mezzo millennio trascorso dalla morte di Aldo Manuzio, cui, in verità, ho dedicato un omaggio troppo tardivo.
Quanto ai propositi per il nuovo anno, mi limito ad auspicare di mantenere o superare i traguardi culturali del 2015: non scendere sotto le cinquanta letture (arduo con il progredire dell'anno scolastico), concedermi almeno un altro viaggio più o meno lontano, incrementare la presenza a teatro e scrivere tanto per voi, perché, se stiamo per tagliare con entusiasmo il traguardo dei tre anni, il merito è vostro.
Auguro dunque a tutti voi un buonissimo anno nuovo, dandovi appuntamento ad un 2016 di avventure letterarie, artistiche e culturali da condividere insieme!
Felice 2016!
C.M.Articolo originale di Athenae Noctua. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore e senza citare la fonte.