Il 2015 è agli sgoccioli
Abbiamo assistito ad una seduta anomala, scendono tutti i titoli ma senza crolli, è chiaro che le vendite non rispondono a logiche di mercato.
Si era già capito, dopo aver visto quanto accaduto alle Borse europee, che l’ultima mezz’ora di contrattazione sarebbe stata “movimentata”, e Wall Street non ha disatteso le previsioni.
Trenta minuti alla campanella ed il Dow Jones in un batter di ciglia perde oltre 60 punti, poi ne riguadagna più della metà, ed infine li riperde. Un film già visto a Francoforte qualche ora prima.
Vedremo domani come si concluderà questo 2015, il bilancio non è entusiasmante, si è salvato il Nasdaq, ma Wall Street si ferma dopo diversi anni di continui guadagni.
Niente di drammatico, anzi, quasi quasi una pausa risulta persino salutare, ma sapete com’è la Borsa, si può passare dall’euforia al panico senza quasi accorgersene, gli investitori, poi, sembra abbiano perso la tranquillità.
Il 2016 sarà l’anno della “divergenza”, le avvisaglie le abbiamo già avute, ma le politiche monetarie sulle due sponde dell’Atlantico sono destinate a differenziarsi sempre più nel corso dei prossimi dodici mesi.
Al momento, tuttavia, il cross Eur/Usd continua a mantenersi sopra la soglia di 1,09 quindi appare ancora lontana la più volte invocata “parità” fra le due monete, se la forbice dei tassi però dovesse continuare ad allargarsi la logica impone un avvicinamento del valore delle due principali monete del globo.
Intanto l’oro continua a deprezzarsi, siamo di nuovo a circa 1.060 dollari per oncia, cioè su valori che si riscontravano nel 2009, secondo molti analisti siamo nei pressi di un minimo relativo ma personalmente continuerei ad essere molto prudente.
Non rimbalza per il momento neppure il petrolio che negli ultimi due mesi ha subito ancora un consistente calo dopo il crollo verticale dell’estate.
La seduta odierna è stata senza dubbio condizionata da fattori non economici, ciò non deve stupire perché siamo negli ultimi giorni dell’anno ed i bilanci vanno “aggiustati”, sarà pure soltanto un maquillage, ma anche l’occhio vuole la sua parte.
Quindi, tornando al Dow Jones, in una giornata in cui l’indice più vecchio del mondo ha un ribasso di poco superiore al mezzo punto percentuale soltanto un titolo si salva dalle vendite, è più che evidente l’alleggerimento di alcune posizioni da parte degli Istituzionali.
Ed allora dovremo aspettare le prime sedute del nuovo anno per capire come si muoverà il mercato, i bilanci aziendali forniranno molte indicazioni.
Dow Jones (-0,66%) soltanto Wal-Mart (+0,11%) si salva dalle vendite con un guadagno assolutamente frazionale
Nike (-1,57%), Exxon (-1,33%) ed Apple (-1,31%) sul fondo della classifica odierna.
S&P500 (-0,72%) arriva il sesto rialzo nelle ultime sette sedute per Abbvie (+0,59%), sempre su quotazioni d’eccellenza Accenture (+0,51%) ed Allergan (+0,18%)
Nessuna novità nelle parti basse della graduatoria, Devon Energy (-3,85%) è sui minimi da oltre dieci anni, ma nulla a che vedere con lo sfacelo di Kinder Morgan (-3,71%) capace in quest’anno di passare dai massimi assoluti dello scorso aprile agli abissi attuali. Anno da dimenticare anche per Anadarko Petroleum (-2,71%).
Nasdaq (-0,82%) rialzi contenuti per Liberty Global (+0,47%), Tesla (+0,38%) e Liberty Interactive (+0,18%)
Ma non ci sono stati neppure crolli visto che sul fondo troviamo Wynn Resorts (-2,11%), Netflix (-2,02%) e Cerner Corp (-1,97%).
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro