Un excursus sui maggiori argomenti del gaming mobile nel 2015
Anno dopo anno, crisi o non crisi, il mercato videoludico mobile continua a macinare numeri impressionanti e a proporre un'enorme varietà di esperienze a un'utenza che risulta sempre difficile da inquadrare in maniera precisa, vista la demografia amplissima che caratterizza il pubblico dei videogiochi su smartphone e tablet. Ci troviamo di fronte a un panorama che è poco confrontabile con quello tradizionale delle console, sia per la presenza di piattaforme estremamente diverse l'una dall'altra, a partire dalla compresenza di tre sistemi operativi principali per arrivare alla quantità immane di dispositivi diversi, sia per la particolare tipologia di fruizione che le piattaforme mobile richiedono.
Si tratta dunque di una vera e propria galassia a sé stante, lontanamente paragonabile al mondo PC per quanto riguarda la varietà di configurazioni e la tipologia di pubblicazione e distribuzione in digital delivery ma dotata di caratteristiche peculiari che la distinguono nettamente dalle macchine da gioco. Si tende a pensare, soprattutto dal punto di vista del videogiocatore tradizionale, che il mercato videoludico mobile sia dominato interamente da produzioni a basso costo o costruite esclusivamente per un pubblico casual, ma la galassia è talmente vasta e variegata da includere titoli estremamente diversi, risultanti in esperienze di gioco che spaziano tra generi, stili, atmosfere e tematiche completamente disparate. Certo, in linea di massima ci sono degli importanti punti di contatto tra i tanti giochi, riassumibili in particolare nella necessità di far passare ogni meccanica di gioco dall'interfaccia touch screen, dalla fruizione su uno schermo di dimensioni ridotte e spesso in sessioni di gioco brevi, così come gli standard decisamente bassi dei prezzi impongono delle tipologie di produzione che non possono essere paragonate a quelle dei blockbuster su console. Tuttavia il campo delimitato da questi paletti è estremamente ampio e lascia spazio ad un'enorme libertà creativa per gli sviluppatori, dimostrandosi ancora un mercato alquanto "democratico" nei confronti anche degli indie. Da questo punto di vista il 2015 ha proseguito nel solco segnato dagli anni precedenti, con una grande quantità di uscite e un innalzamento generale della qualità media. Per dare un'idea dell'ottima annata, la quantità di giochi su iOS usciti nel 2015 con un Metascore pari o superiore a 90 è la più alta dal 2010 a questa parte.
Un mercato maturo
Dopo l'esplosione atomica dei primi tempi, il mercato mobile sembra stia raggiungendo una certa maturazione o quantomeno un assestamento, anche se siamo ancora a regimi di crescita notevole, soprattutto per quanto riguarda l'hardware, tenendo comunque conto che questo tende a viaggiare su un binario diverso rispetto al software. Il tasso di crescita è notevolmente calato nel terzo trimestre del 2015 rispetto a quello registrato nel medesimo periodo dell'anno precedente, a dimostrazione che non siamo più propriamente in un regime di espansione esplosiva, quanto piuttosto di crescita progressiva e regolare e la cosa ovviamente si riflette sulla produzione dei giochi.
In linea di massima, secondo alcune analisi che hanno preso in considerazione soprattutto le maggiori etichette di videogiochi mobile (DeNA, EA, Glu, Zynga, King e Gree) i costi di produzione e gestione dei giochi mobile sono cresciuti nel corso dell'anno, a fronte di un tasso di crescita nei ricavi, almeno per quanto riguarda i publisher di grosse dimensioni, piuttosto diminuito. Se da una parte la crescita del pubblico videoludico mobile non è più vertiginosa come un tempo, dall'altra il consolidamento del mercato e la concorrenza agguerrita hanno reso necessaria una concentrazione particolare sui valori di produzione e sulla qualità, alla ricerca di una maggiore visibilità dei propri prodotti all'interno di generi e categorie ormai piuttosto definite e caratterizzate ognuna da un pubblico ben sedimentato. È un mercato in salute, in ogni caso, che secondo numerosi report è destinato a surclassare, come ricavi totali, quello tradizionale delle console entro i prossimi anni ed è anche un mercato a trazione orientale, con la maggiore crescita che arriva da Cina e Asia in generale, la cui utenza si trova particolarmente a proprio agio nell'ambito mobile e free-to-play.
Freemium contro Premium
C'è una chiara tendenza a spostarsi in massa verso l'offerta Freemium, un modello di business che pone il gioco scaricabile gratuitamente con la possibilità di effettuare vari acquisti in-app opzionali. In questo modo il giocatore può scaricare e provare senza impegno qualsiasi cosa e in molti casi anche continuare a giocare senza effettivamente spendere niente, mentre il guadagno per publisher e sviluppatore dovrebbe essere garantito dalla presenza di persone che comunque decidono di investire nelle microtransazioni, che per la legge dei grandi numeri, visto il facile allargamento dell'utenza potenziale dato dall'accesso gratuito, dovrebbero comunque compensare la grande quantità di utenti che non spendono.
È un modello che si è dimostrato ben funzionante e le classifiche dei titoli più profittevoli di App Store e Google Play sono lì a dimostrarlo, con Clash of Clans, Puzzle & Dragons e Candy Crush Saga che continuano a macinare numeri impressionanti. Tuttavia questa dinamica ha un rovescio della medaglia che si riflette a vari livelli: dal punto di vista degli sviluppatori, la supremazia del Freemium ha in parte sovrastato i giochi venduti tradizionalmente a prezzo fisso (Premium), visto che il pubblico si è sostanzialmente abituato a scaricare gratuitamente e tende a essere estremamente selettivo sui Premium, anche se i prezzi restano comunque modici, tendenza che soffoca le possibilità di riuscita di giochi prodotti in base ai modelli di business tradizionali e magari da parte di team molto piccoli. Dal punto di vista dell'utenza, il Freemium nelle sue accezioni più deteriori può portare a derive spiacevoli come meccaniche di gioco che costringono a spendere per avanzare o pubblicità invasive. Diversi sviluppatori (tra cui i Bugbyte di Battlestation: Harbinger) hanno lanciato allarmi nel corso dell'anno sull'andamento del mercato mobile, cercando di sensibilizzare l'utenza a non discriminare i giochi Premium (cosa che avviene con una certa regolarità soprattutto in ambiente Android), anche perché spesso i team indie minori non possono permettersi il rischio di lanciare i giochi come free-to-play, e spesso alcune strutture di gameplay non si possono declinare secondo tale modello. In ogni caso, il 2015 ha dimostrato ancora una volta come il mercato mobile sia comunque talmente vasto da lasciare spazio per tutti e nonostante le tendenze preoccupanti i giochi sviluppati e distribuiti secondo dinamiche produttive tradizionali continuano a uscire ed essere comunque apprezzati.
Niente da dimostrare
Le limitazioni tecniche non sembrano essere più un problema per le piattaforme mobile, che di fatto cominciano ad avere hardware dalle caratteristiche notevoli, facilmente superiori a quelli delle console portatili e paragonabili sotto certi aspetti a quelle domestiche, facendo le dovute proporzioni. È forse per questo che nel 2015 non si sono visti quei titoloni dal comparto tecnico impressionante sviluppati per essere anche degli showcase tecnici, come Infinity Blade, Real Racing e simili, paradossalmente perché forse non c'è più bisogno di dimostrare le potenzialità delle piattaforme mobile e di specifici engine adattati a tali supporti. Gli standard grafici sono generalmente aumentati e si nota una certa maturazione nell'utilizzo delle piattaforme mobile con stili più studiati, maggiormente adattati ai generi e alle strutture ludiche nonché libere sperimentazioni dotate di grande carattere.
C'è stata dunque un'interessante evoluzione nella concezione e nella tecnica dello sviluppo che ha portato alla produzione di titoli che sembrano più consapevolmente studiati per la piattaforma su cui devono essere fruiti e una forma videogioco adattabile a diverse esperienze, che a volte media tra espressione artistica e videogioco vero e proprio. Per quanto riguarda quest'ultima situazione, Prune è stata una delle migliori esperienze viste quest'anno su mobile, un titolo che proprio su queste piattaforme riesce a dimostrare il meglio di sé pur essendo un vero e proprio esperimento audio-visivo e ludico. La maggiore consapevolezza delle caratteristiche degli hardware si riflette peraltro in scelte interessanti anche da parte dei publisher maggiori, che hanno progressivamente adattato anche i propri brand di maggior rilievo all'ambito mobile andando al di là di qualche showcase grafico o semplice companion app, sfruttando il touch screen per titoli di grande rilievo. L'esempio maggiore da questo punto di vista nel 2015 è stato probabilmente Lara Croft GO, che ha completamente modificato struttura e stile della serie Tomb Raider per creare qualcosa di nuovo e perfettamente funzionante sui dispositivi mobile, ma risultati simili, sebbene non allo stesso livello, sono stati raggiunti anche da Bethesda con Fallout Shelter e Ubisoft con Rayman Adventures.
Tra classicismi e novità
Il mercato videoludico mobile anche nel 2015 si è svolto dunque all'insegna di due binari paralleli con le esperienze più classiche da una parte e le nuove tendenze dall'altra. Le prime sono spesso mutuate dal panorama PC, con cui il mobile condivide la distribuzione in digital delivery e le particolari dinamiche della produzione indie, oltre alla possibile trasposizione diretta del sistema di controllo da mouse a touch screen, ma si assiste sempre di più anche a nuove uscite tagliate per un'utenza dai gusti più classici e impegnativi.
Vera e propria rivelazione di questo 2015, Downwell incarna alla perfezione l'idea di un videogioco action tradizionale per livello di sfida, cura nello sviluppo e profondità ma perfettamente ritagliato intorno all'utilizzo del touch screen e alla tipologia di fruizione veloce e dinamica delle piattaforme mobile. A metà tra questa categoria e la precedente definizione di brand importante applicato all'ambito smart va menzionato anche Pac-Man 256, davvero il miglior modo trovato da Namco per festeggiare i 35 anni del celebre personaggio, con un titolo che riesce ad attualizzare il vecchio concept e metterlo perfettamente a suo agio sui dispositivi mobile, oltretutto con un'applicazione particolarmente corretta del regime Freemium. A dimostrazione della capacità di proporre titoli complessi e caratterizzati da ritmi, atmosfere e strutture classiche gli store digitali portatili nel 2015 hanno sfornato perle come l'ottima conversione da PC di Legend of Grimrock e un titolo particolare come Galactic Keep, che prendiamo a testimonianza della possibilità offerta da tablet e simili di riproporre esperienze ormai desuete ma sempre ricche di grande fascino come i giochi di ruolo tradizionali in stile "carta e penna". The Room Three, d'altra parte, dimostra bene come l'avventura a enigmi in stile Myst abbia un futuro rigoglioso in questo panorama, mentre Agent A può essere visto come un'interpretazione ideale dell'adventure punta e clicca in ambito mobile. A dimostrazione dell'innalzamento qualitativo riscontrabile anche all'interno delle tendenze più in voga, o comunque della presenza di titoli che riescono a distinguersi in maniera netta nonostante l'appartenenza a generi piuttosto abusati, Alto's Adventure quest'anno ha dimostrato come un trito endless runner possa ancora avere molto da dire tra scelte stilistiche e perfetta calibrazione del gameplay e anche un semplice clicker può trovare un certo equilibrio se ibridato da altre caratteristiche come visto in Frontier Defense o Dash Quest.
Pro
-
Grande varietà di esperienze di gioco
-
Evoluzione tecnica costante
-
Maggiore coscienza e integrazione dell'interfaccia touch screen
Contro
-
Il dilagare dei Freemium può portare conseguenze negative
-
Enorme diffusione di cloni e titoli derivati da giochi di successo
-
Alcuni trend attuali sono difficilmente apprezzabili dal videogiocatore classico