Dopo il commosso omaggio a Ciro Giorgini di lunedì 21, I Mille occhi proseguono la loro quattordicesima edizione con ulteriori incontri ed emozionanti scoperte. Tra gli eventi più attesi, la consegna del Premio Anno Uno come miglior cineasta del nostro tempo a Vítor Gonçalves, di cui si vedrà l’esordio di culto Uma Raparíga no Verão, martedì 23, e il successivo A Vida Invisível, realizzato a quasi trent’anni dal precedente, durante la sera di premiazione di mercoledì 23. Il regista lusitano, ospite d’eccezione dei Mille occhi 2015, incontrerà il pubblico anche nella mattina di mercoledì, in occasione della quale si ripercorrerà la storia del cinema portoghese dell’ultimo mezzo secolo alla presenza del critico Roberto Turigliatto, curatore della personale e tra i massimi esperti di cinema portoghese al mondo. Si terrà inoltre un omaggio speciale al poeta e cineasta Raffaele Andreassi, con la ricostruzione digitale del suo lungometraggio censurato L’amore povero (a cura di Fulvio Baglivi di Fuori Orario), un tributo curatoriale di Olaf Möller al cineasta tedesco Frank Wysbar, ulteriori ritorni in forma di film e documentari sulla fragranza della pellicola (oggi sempre più minacciata dal digitale) e altri film italiani salvati dallo storico Simone Starace, tra cui un titolo ritenuto da decenni irrintracciabile come Fiamme sul mare, co-diretto da Vittorio Cottafavi
Martedì 22 i gioielli meglio nascosti del cinema italiano si riscoprono già dal mattino, alle ore 9.15, con la proiezione del drammatico Lo sconosciuto di San Marino (1948) di Michael Waszynski e Vittorio Cottafavi, interpretato – tra gli altri – da Anna Magnani e Vittorio De Sica, e inserito nel percorso del festival Fascino slavo. Gli apolidi della Titanus di Gustavo Lombardo, volto a ripercorrere la filmografia italiana dello scenografo russo Boris Bilinsky. Segue alle ore 11.15 al Caffè degli Specchi, il secondo della serie d’incontri del festival emblematicamente chiamati “La gaia scienza“: si tratta del convegno I libri sono cinema, il cinema è il libro della vita, durante il quale si terranno, secondo le parole del direttore Sergio M. Germani, « letture di opere non di cinema che tuttavia appartengono al cinema, o meglio cui il cinema appartiene», a partire dall’appena uscito Les autres étoiles di Marc Scialom, regista e scrittore che nel 2012 vinse il Premio Anno Uno per il suo film Nuit sur la mer e che ai Mille occhi torna virtualmente a tre anni di distanza, in colloquio via Skype. Le proiezioni di martedì riprendono poi nel pomeriggio, dalle ore 14.30, con l’introvabile mélo operistico La chiamavan Capinera.. (1957) di Piero Regnoli, tra le pellicole laboriosamente recuperate dallo storico del cinema Simone Starace, e il documentario Laboratorio teatrale di Luca Ronconi (1977) di Miklós Jancsó, dove il maestro ungherese immortala il grande regista teatrale italiano (scomparso nel febbraio di quest’anno) in occasione del suo spettacolo tratto dal Calderón di Pier Paolo Pasolini. Segue, dalle ore 17.45, una seconda parte dell’omaggio al fondamentale cineasta e poeta Raffaele Andreassi avviato nell’edizione 2014 del festival, con tre preziosi cortometraggi che ancora mancavano all’appello del festival (Agnese, Gli stregoni ed Epilogo) e soprattutto con l’attesissimo L’amore povero (1963), lungometraggio che ai tempi della sua uscita subì numerosi tagli di censura, e che ora torna finalmente visibile nella sua prima versione grazie alla ricostruzione digitale del curatore Fulvio Baglivi (che nel pomeriggio presenterà anche il volume fresco di stampa su Andreassi e curato da lui stesso, «Il mio cuore è un gatto spezzato / Il mio sguardo è frantumato» Cinema, arti e mestieri di Raffaele Andreassi). La giornata di martedì culmina infine con una serie di proiezioni letteralmente imperdibili, dalle ore 20.45 con il primo film del Premio Anno Uno 2015 ed ospite del festival Vítor Gonçalves, Uma Raparíga no Verão (Una ragazza d’estate, 1986), che ai tempi della sua uscita venne acclamato – oltre che criticamente – da tutti i maggiori cineasti portoghesi (Manoel de Oliveira, António Reis, Paulo Rocha, Margarida Cordeiro…), e tutt’oggi viene ricordato come uno degli esordi cinematografici – non solo portoghesi – più stupefacenti degli ultimi trent’anni. In seconda serata, l’ugualmente irrinunciabile seconda parte dell’omaggio curatoriale di Olaf Möller al grande e misconosciuto regista tedesco Frank Wysbar, con il capolavoro simbolista Fahrmann Maria (Maria al traghetto, 1936) e la sua variazione horror girata dieci anni dopo negli Stati Uniti, il breve Strangler of the Swamp (Lo strangolatore della palude, 1946).
L’ultima giornata di mercoledì 23, su cui si chiuderà la quattordicesima edizione del festival, alternerà invece in pari misura riscoperte assolute del cinema italiano allo sviluppo della personale dedicata al citato Gonçalves. Al regista si assegna infatti il Premio Anno Uno 2015, indetto dall’omonima associazione che organizza il festival (e il cui nome allude al film di Roberto Rossellini, nonché alla capacità del suo cinema di farsi fondamentale rivelatore del reale) e rivolto a premiare un cineasta del nostro tempo per la sua ultima opera, solitamente non riconosciuta come dovrebbe dall’establishment festivaliero. Sulle ragioni e le specifiche di questo premio, si terrà alle ore 11.15, presso il Salone degli Incanti, il terzo incontro della serie “La gaia scienza”, Perché il Premio Anno Uno?, una conversazione pubblica con Gonçalves dove si avrà modo di tornare insieme a lui anche sulle figure di altri registi portoghesi che gli sono stati maestri o sodali (il citato Reis, Paulo Rocha, Daniel Del Negro, la compagna Ana Luísa Guimarães, Pedro Costa, Joaquim Pinto..). L’incontro vedrà la partecipazione del curatore Roberto Turigliatto – tra i maggiori esperti di cinema portoghese al mondo – e di Roberto Calabretto, e sarà preceduto nella prima mattina (dalle ore 9.15) dalla proiezione al Teatro Miela del melodramma Titanus L’angelo bianco (1943) di Giulio Antamoro e Federico Sinibaldi, con scenografie del già ricordato Boris Bilinsky. Il pomeriggio, dalle 14.30, continua con altri due lungometraggi da poco dissepolti dagli anfratti più segreti del cinema italiano (l’avventuroso Mobby Jackson, del 1960, e il sentimentale Amore imperiale del 1941), cedendo poi il passo, dalle 17.45, all’ultima serie di film in cui viene tematizzata la necessaria fisicità della pellicola cinematografica. Nel tardo pomeriggio verranno infatti proiettati due lavori di Luigi Comencini – il breve Il museo dei sogni (1949) e la sua espansione in lungometraggio La valigia dei sogni (1953) – affiancandosi a due corti ben più recenti sull’estinzione del supporto analogico: Due dollari al chilo (2000) di Paolo Lipari e l’anteprima di L’ultimo proiezionista di Vito Palmieri (2015). La serata conclusiva, come sempre dalle ore 20.45, vedrà invece la consegna del Premio Anno Uno a Vitor Gonçalves con la proiezione del film per cui gli avviene assegnato il Premio, A Vida Invisível (2013), e si chiuderà infine con un ultimo recupero importante, Fiamme sul mare (1947) di Michael Waszynski e Vittorio Cottafavi, con tutta probabilità il titolo più ricercato dell’intera selezione di rarità proposta da Simone Starace
Tutte le proiezioni e gli incontri sono a ingresso libero.
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