Il 27 Maggio 2014 esce il nuovo singolo dei BAD JOKES - Superstition su etichetta CLAPO, distribuzione Believe Digital.

Creato il 26 maggio 2014 da Pjazzanetwork

Il 27 Maggio esce il nuovo singolo dei BAD JOKES - Superstition su etichetta CLAPO music e distribuzione Believe Digital su tutte le piattaforme digitali (iTunes, Amazon, Spotify, Nokia OVI...)
Remake/Cover. Rifacimento. Manipolazione e reinterpretazione di un corpo, che sia un testo, un dipinto, una scultura, una musica, una canzone (cover, nello specifico), un film. I risultati possono essere sempre discussi e discutibili, ma lo saranno sempre finché l’elemento cardine di raffronto sarà sempre l’opera originale la quale – nella stragrande maggioranza dei casi – resterà sempre la migliore. Qualche anno fa il regista Gus Van Sant azzardò una estrema operazione di riproduzione fedele di Psycho, ma il confronto con il capolavoro hitchcockiano fu comunque impossibile. Difficile scardinare i teoremi estetico/critici che definiscono il prototipo come irraggiungibile e se pure volessimo provarci questa non sarebbe la sede opportuna.
Accettare quindi il remake come la destrutturazione, scomposizione, frantumazione e ricostruzione di un’opera (in tutti i suoi segni e codici) è l’unico modo per fruire ed accettare la sua stessa, nuova, ricomposizione.
I Bad Jokes, band dal respiro internazionale e dagli amori radicati nel rock/pop anglosassone anni Ottanta, con all’attivo Just a matter of time, album di esordio in cui esibiscono con perizia musicale, fine scrittura e coraggiosa alternanza di moods le loro passioni, hanno giocato la carta della cover proponendo un classico dei seventies: Superstition.
Decisamente, una scommessa da temerari confrontarsi con uno dei brani simbolo di Stevie Wonder, vincitore di Grammy e inserito nella classifica delle migliori cento canzoni di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stone. Jeff Beck (il primo, mancato, destinatario della canzone) e Stevie Ray Vaughan l’hanno reinterpretata a modo loro con un sound più hard e più vicino al loro straordinario virtuosismo chitarristico.
I Bad Jokes puntano invece alla sottrazione e al prosciugamento, eliminando addirittura il mitico Clavinet che caratterizzava l’intero brano di Wonder. L’intro sembra richiamare la struttura funky dell’originale, invece dopo una manciata di secondi i ragazzi spiazzano l’ascoltatore con un attacco che più rock non si può. Così andrà avanti l’intero brano, con un ritmo trascinante, primordiale, dove gli strumenti tirano, graffiano e si fronteggiano in alternanza o all’unisono, mentre il cantante – più che la superstar della Motown – insegue con impeto le orme di Robert Plant.
La Superstition dei Bad Jokes non è propriamente una cover o un remake, è una riuscita, personalissima ricomposizione di un mosaico che se allora poteva dissimulare il pessimismo dell’era Nixon, oggi potrebbe ritornare prepotentemente di attualità. (A cura di Fabio Maiello)

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