Praticamente mai mi sono lasciato trascinare in endorsement, non mi piacciono. Ma questa volta tocca fare la famosa eccezione. L’occasione è quella delle primarie parlamentari indette dal PD per il 29-30 dicembre. Seppur criticabili nei tempi e in certi suoi aspetti (vedi quello delle deroghe) bisogna evitare di far troppo gli schizzinosi e cogliere la palla al balzo. A Modena, e parlo di questa zona perché è quella in cui vivo, c’è la possibilità di cambiare davvero, e non solo anagraficamente, credendo in un progetto che è quello che in questi giorni sta proponendo e portando avanti Giuditta Pini , assieme ad una schiera di volontari valorosi. E’ vero, sono di parte, la conosco da quando in radio imperversavano ancora i blink182. Insomma ne è passata di acqua sotto i ponti del Secchia e del Panaro da allora. Ma non è solo questione di amicizia. Con lei ho sempre discusso di politica e quasi mai ci siamo trovati completamente allineati, anzi, spesso ne sono nate animate discussioni. Ma la sua passione, il suo impegno sul territorio (mentre molti parlavano lei era tra quelli che per oltre un mese è rimasta a Camposanto, nelle zone del cratere sismico, a dare una mano fisicamente, giorno e notte) le sue idee, le istanze che si ripromette di portare avanti le firmo, strafirmo tutte. Attorno a lei si è formato un gruppo trasversale, di giovani e non, che lavora assieme, e non per Giuditta, ma con Giuditta per provare a cambiare le cose, per tutti. Dai diritti civili ai giovani, dall’agenda digitale al lavoro, passando per l’istruzione, intesa non solo come diritto accessibile, ma anche sicuro nelle infrastrutture in cui esso viene esercitato. Tema caldo, ancora più nelle nostre zone dopo il sisma. Insomma i motivi sono molteplici e cambiare le cose, la storia, il suo corso tocca anche a noi.
Ma la cosa che più mi convince è che comunque vada si vince lo stesso. Perché la base che vedo crearsi attorno a Giuditta ci crede e continuerà sul territorio a portare avanti queste battaglie. In un modo o nell’altro. Sporcandosi le mani in prima persona. Ecco, questo per me vale più di mille programmi.