Il backstage di roiter

Creato il 10 maggio 2014 da Timetobe

Una vita per le foto.
Una vita fatta di foto.
Una vita attraverso le foto.

Può una parola così piccola -foto-, diventare così grande?
Possono due sillabe riuscire a portarti in mondi lontani, in posti segreti, possono raccontarti una favola intima e silenziosa?

Si, possono.

Le fotografie di Roiter però.. sembrano voler graffiare le pagine dei libri per poter uscire dalla carta e diventare ancora più reali.
Lo fanno con una delicata violenza, senza che te ne accorgi ti puoi ritrovare nel Rio delle Amazzoni, su una collina a Bruges diventata bianca per la neve oppure in Africa a giocare sotto una rete da pesca con i bambini del luogo.

Si, ma le sue.

Può un occhio catturare l’essenza, la natura, la storia, il passato e la poesia con con un solo, unico e piccolo suono: -clic-

Si può.

Le fotografie di Fulvio però..
possono raccogliere universi già dentro a piccole diapositive ma vanno anche oltre il loro “mestiere”… quell’universo te lo vogliono raccontare.
E così oltre a vedere un uomo che lavora in miniera, oltre a vedere con quale naturalezza riesce a compiere un lavoro così faticoso, lo sentirai dire che dentro a quelle mura di pietra lui si sente un uomo libero.

Si, lui può e si vede.

Può una foto nascere prima che venga scattata, come se fosse una caccia l’occhio mette a fuoco la preda, la mira e poi se la prende.
Se fosse un leone non ci sarebbe nulla di più naturale, ma può un uomo farlo?

Difficile.

Le foto del nonno però..
devono per forza nascere prima nella sua testa e poi scattate. Perché la natura si piega, si mostra, si anima, sembra corteggiarlo per farsi guardare.
La bellezza lo chiama e lui risponde,
per tutti é caccia per lui é dialogo.

Facile.


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