Accadde che durante una rigida notte, uno degli ultimi di questi formichieri, facesse visita al signor Kok cercando riparo. Era una buona regola comune quella di permettere sempre a questi preziosi animali di entrare nelle proprie case, anche per ripulirle dalle formiche. Vuole invece il destino che il signor Kok fosse in quel frangente particolarmente affamato, ed essendo lui un fanatico delle gastronomie esotiche, ritenne che l'animale sarebbe stato un imbattibile antagonista. E così lo cacciò malamente, senza mai curarsi, durante il corso della notte, di dare almeno uno sguardo all'animale, nonostante il suo continuo bussare, e non potendo così mai notare le braci che ardenti bruciavano negli occhi del Chilan. Un poco denutrito, debilitato dal periodo intossicante delle poche formiche di cui si era cibato, la rigida notte diede il suo colpo di grazia al povero formichiere, che morì. Con poco dispiacere, trovatolo morto, all'indomani, lui ed alcuni vicini lo seppellirono poco lontano. Si dice che il signor Kok in quei momenti fischiettasse melodie sconclusionate. Costui si giustificò esibendo il proprio certificato di sordità, dicendo di non averlo sentito bussare e di aver pensato che quello si fosse avviato verso un'altra abitazione. In molti, nei secoli successivi, ebbero a discutere sui diritti e sui doveri di quest'individuo, chi sostenendo che per gola ed ingenerosità causò un immane disastro, chi, invece, alzando la bandiera dei diritti del privato lo difendeva ad oltranza. Certo è che d'immensa gravità fu la conseguenza di quel suo brutto gesto! Fu più o meno un'ora più tardi che il più grave terremoto che mai Juron conobbe, colpì la città radendola praticamente al suolo. La terra rivoltata restituì il corpo mal sepolto del Chilan, che venne allora prelevato, e tuttora si conserva e si esibisce in una sala del municipio, dove è impagliato ed i suoi occhi sono stati dipinti d'un rosso acceso, nello spirito d'un verismo pedagogico che ci sembra un poco discutibile.
Accadde che durante una rigida notte, uno degli ultimi di questi formichieri, facesse visita al signor Kok cercando riparo. Era una buona regola comune quella di permettere sempre a questi preziosi animali di entrare nelle proprie case, anche per ripulirle dalle formiche. Vuole invece il destino che il signor Kok fosse in quel frangente particolarmente affamato, ed essendo lui un fanatico delle gastronomie esotiche, ritenne che l'animale sarebbe stato un imbattibile antagonista. E così lo cacciò malamente, senza mai curarsi, durante il corso della notte, di dare almeno uno sguardo all'animale, nonostante il suo continuo bussare, e non potendo così mai notare le braci che ardenti bruciavano negli occhi del Chilan. Un poco denutrito, debilitato dal periodo intossicante delle poche formiche di cui si era cibato, la rigida notte diede il suo colpo di grazia al povero formichiere, che morì. Con poco dispiacere, trovatolo morto, all'indomani, lui ed alcuni vicini lo seppellirono poco lontano. Si dice che il signor Kok in quei momenti fischiettasse melodie sconclusionate. Costui si giustificò esibendo il proprio certificato di sordità, dicendo di non averlo sentito bussare e di aver pensato che quello si fosse avviato verso un'altra abitazione. In molti, nei secoli successivi, ebbero a discutere sui diritti e sui doveri di quest'individuo, chi sostenendo che per gola ed ingenerosità causò un immane disastro, chi, invece, alzando la bandiera dei diritti del privato lo difendeva ad oltranza. Certo è che d'immensa gravità fu la conseguenza di quel suo brutto gesto! Fu più o meno un'ora più tardi che il più grave terremoto che mai Juron conobbe, colpì la città radendola praticamente al suolo. La terra rivoltata restituì il corpo mal sepolto del Chilan, che venne allora prelevato, e tuttora si conserva e si esibisce in una sala del municipio, dove è impagliato ed i suoi occhi sono stati dipinti d'un rosso acceso, nello spirito d'un verismo pedagogico che ci sembra un poco discutibile.