Irene Némirovsky
Il ballo di Irène Némirovsky è un racconto di soli sei capitoletti che si legge molto piacevolmente in un solo pomeriggio. Lo stile, senza fronzoli e orpelli dell’autrice dipinge, attraverso semplici ma efficaci pennellate, un quadro, o meglio uno squarcio di vita quotidiana che mostra al lettore il rapporto infelice di una figlia con la propria madre. Protagonista della vicenda è la quattordicenne Antoinette, ragazzina vittima di una madre isterica, acida e vanesia, la quale dopo una fortuna improvvisa - che ha elevato il marito, il signor Kampf, banchiere, in società - si atteggia a donna di classe e di prestigio nella sua nuova dimora, salvo poi lamentare la propria frustrazione sulla figlia ripetutamente maltrattata, umiliata, sgridata. L’ambiziosa signora Kampf, decisa a riscattarsi e a rinnegare origini ben più umili, oltre aun passato non proprio da puritana, decide così di dare un ballo dove a presenziare saranno i personaggi più in vista di Parigi e vieta in malo modo alla figlia - che legge romanzi e sogna già i primi amori - di partecipare all’evento. La piccola Antoinette vive così momenti di profonda tristezza che la portano a provare quel profondo malessere adolescenziale e quella incomprensione disarmante, che spesso porta addirittura a preferire la morte alle dorate sbarre dietro cui si è prigionieri. Tutto questo finché non le si presenta l’occasione per vendicarsi della propria egoistica madre e proprio in occasione del tanto atteso ballo a casa Kampf.Un tè con l'autrice