Il banchiere anarchico di Pessoa e la sua filosofia

Creato il 08 agosto 2014 da Lucia Savoia

"-Pensi: mi hanno detto alcuni giorni fa che lei un tempo è stato anarchico...[...]Non è vero che lo sia stato: lo sono stato e lo sono ancora. Non sono cambiato in tal senso. Sono un anarchico."

L'estratto è appartenente alle prime pagine dell'opera:

Avanguardia creata dal filosofo tedesco Max Stirner, tale rotta teorica segue la linea politica che pone come centralità e nucleo fondante della dottrina l'individuo e non la società, come le avanguardie e i movimenti precedenti avevano già fatto.

Al di là del discorso stirneriano, già il titolo, dell'opera del portoghese, sembra cadere in contraddizione. al seguito dell' estratto sopraccitato, l'interlocutore e amico dell'anarchico con molta sorpresa obietta all'ancora militanza ideologica di tale dottrina. Infatti, scavando a fondo, pare assurdo poter definire un banchiere anarchico, e il pretesto parte proprio da questo: Come può un uomo ricco, ben vestito e servitore di un servizio capitalista essere anarchico?

Il dialogo che segue il piccolo parapiglia iniziale, è proprio la spiegazione dettagliata dell'esercizio del banchiere anarchico.

Da puro anarchico ,egli ripudia le convenzioni e finzioni sociali da lui definite il vero male: " Si nasce uomo o donna - voglio dire, si nasce per essere, da adulti, uomo o donna; non si nasce a buon diritto naturale, né per essere marito, né per essere ricco o povero, come non si nasce per essere cattolico o protestante, o portoghese o inglese. Si è tutte queste cose in virtù delle finzioni sociali. Ora, queste finzioni sociali perché sono negative? Perché sono finzioni, perché non sono naturali. È negativo tanto il denaro che lo stato, l'istituzione famigliare come le religioni. Se ce ne fossero altre, che non fossero queste, sarebbero ugualmente negative, perché sarebbero anch'esse finzioni, perché anch'esse si sovrapporrebbero e disturberebbero le realtà naturali. Dunque, qualunque sistema che non sia il puro sistema anarchico, il quale si prefigge l'abolizione di tutte le finzioni e di ciascuna di esse totalmente, è anch'esso una finzione. Usare tutta la nostra volontà, tutti i nostri sforzi, tutta la nostra intelligenza per creare, o contribuire a creare, una finzione sociale invece di un'altra è un assurdo, quando non è addirittura un crimine, perché è realizzare una perturbazione sociale con il fine esplicito di mantenere tutto uguale."

La lucidità di questo discorso potrebbe sviare, portando addirittura a credere che anche l'anarchia in se sia una vera e propria convenzione.La risposta diventa ancor più lucida nel momento in cui Pessoa, con pura genialità, porta al motivo del perché costui dia diventato banchiere.Segnando la rotta filosofica il discorso diventa puro ingegno, fortificando sempre di più le teorie dell'anarchico e la fermissima ideologia, incrollabile in tutti i sensi.

L'anarchico è un banchiere perché essendo individuo al di là delle finzioni sociali; della politica interna e addirittura (visto il discorso sopraccitato), uomo solo per convenzioni; cerca di far capire all'interlocutore che, in quanto individuo, è appartenente ad uno stato che vede come cittadino solo lui, che ha scelto questo mestiere in modo da poter andare contro lo stato stesso di cui è cittadino convenzionale e a favore dello stato di cui si sente parte, unica parte.

A ragion del vero, il banchiere è anche il mestiere simbolo, della gestione dell'economia statale, ed essendo lui unico membro e cittadino, amministra come si fa in uno stato, ma la sua regola resta una sola: "Libertà ".

È strano pensare che Pessoa abbia scritto un dialogo politico riguardante l'anarchia,egli,infatti, si definiva un monarchico, che con dolore ha sempre votato per la Repubblica, eppure


Articolo di Dante Ciani


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