Il Banco di Napoli nel Corno d’Africa
Creato il 13 febbraio 2013 da Cafeafrica
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Pubblichiamo in esclusiva per Café Africa il saggio del dott. Aldo Pace, Direttore Generale dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione in cui si ricostruisce la nascita e la fine della filiale del Banco di Napoli di Mogadiscio, area considerata strategica da numerosi istituti bancari durante il periodo coloniale italiano.
Un’attenta analisi realizzata prevalentemente grazie alla consultazione dei preziosi documenti conservati nell’Archivio Storico del Banco di Napoli, vera e propria memoria storica della vita economico-sociale di Napoli, del Mezzogiorno e dell’Italia.
Il Banco di Napoli – La Branch di Mogadiscio
1937-1969
L’occupazione di alcuni territori situati nella parte meridionale della Somalia è da considerarsi il primo successo del colonialismo italiano.
L’interesse italiano per la zona denominata del “Corno d’Africa”, situata nella parte orientale del continente africano, si manifestò sin dal 1869 soprattutto in seguito all’apertura del Canale di Suez, che andava a modificare il quadro delle rotte navali.
Nello stesso anno infatti l’allora capo del governo italiano Luigi Federico Menabrea riuscì ad appropriarsi di terreni situati sulle coste dell’Africa grazie ad un trattato segreto[1]. Nel 1885 venne stipulato il primo accordo tra l’Italia e il Sultano di Zanzibar al fine di ottenere un protettorato[2] sulla Somalia, cosa che si concretizzò nel 1889.
Nel 1905 questa zona della Somalia divenne una vera e propria colonia italiana dal momento che lo Stato Italiano aveva acquistato dal Sultano i diritti di sovranità sulla Somalia per 144 mila sterline. In realtà insieme all’Italia anche altre potenze europee erano interessate a questa zona dell’Africa Orientale e nello specifico Francia e Gran Bretagna.
Nel 1885 l’Italia firmò un accordo con la Gran Bretagna per occupare il porto di Massaua che insieme ad Assab, altra città portuale, formarono i possedimenti italiani nel Mar Rosso, denominati nel 1890 “Colonia Eritrea” e punto di partenza di un progetto che avrebbe dovuto concludersi con il controllo dell’intero Corno d’Africa da parte dell’Italia. Nel 1886 gli Inglesi nel frattempo stabilirono un protettorato britannico nella parte settentrionale del Corno d’Africa, mentre i territori di Afrars e Issas, situati nella parte ancora più settentrionale, furono dati alla Francia.
Nel 1936, in seguito alla guerra d’Etiopia, la Somalia Italiana divenne parte integrante dell’Africa Orientale Italiana insieme all’Etiopia e all’Eritrea e da quel momento in poi numerosi coloni italiani si stanziarono in quei territori. Sempre negli anni trenta del Novecento la Somalia Italiana conobbe un notevole sviluppo economico, basato sull’esportazione di vari prodotti agricoli, mentre la capitale Mogadiscio fu protagonista di un notevole sviluppo urbano, tale da spingere un colosso bancario come il Banco di Napoli ad impiantarvi delle filiali.
Nel corso della seconda guerra mondiale, nel 1940, le truppe italiane occuparono i territori della Somalia Britannica e parte del Kenia, che, anche se per poco tempo, insieme agli altri territori italiani costituirono “La Grande Somalia”. L’anno successivo infatti tali territori vennero riconquistati dalla Gran Bretagna che ne mantenne il controllo fino al 1949, anno in cui le Nazioni Unite concessero tali zone all’Italia in “Amministrazione Fiduciaria”. Tale amministrazione fiduciaria terminò nel 1960, quando la Somalia divenne uno stato autonomo e indipendente.
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Il 17 novembre dell’anno 1937 il Banco di Napoli rilevò la filiale di Mogadiscio della Cassa di Risparmio di Torino. Il Consiglio di Amministrazione in detta data deliberò le condizioni di detta acquisizione. Fu deciso di rilevare tutte le attività e passività con regolamento in contanti della differenza; di versare alla Cassa di Risparmio di Torino Lit. 500.000 per avviamento e rimborso di tutte le spese da essa sostenute per l’impianto e l’arredamento della Filiale e delle abitazioni del personale; di ottenere dalla predetta Cassa la Garanzia per il recupero al 100% delle attività a cedersi e per ogni sopravvenienza passiva.
Fu deliberato, inoltre, di dare mandato al Direttore Generale per la esecuzione di quanto deliberato.
Il 15 dicembre del 1937 il Consiglio deliberò il trattamento economico da erogare al personale di detta agenzia. Fu tenuto conto il trattamento già praticato dalla Banca d’Italia per il suo personale operante in quella città, nonché di quello in essere per le filiali di Tripoli ed Asmara del Banco.
Fu deciso di assegnare al personale dell’Agenzia di Mogadiscio le seguenti indennità coloniali annue, al lordo della sola imposta di Ricchezza Mobile:
- Grado 5° Direttore Lit. 36.000
- “ 6° Vice Direttore “ 24.000
- “ 7° Funzionario “ 21.500
- “ 8° Capo Ufficio “ 19.000
- “ 9° Vice Capo Ufficio “ 17.000
- “ 10 Impiegato di 1° Classe “ 14.000
- “ 11 Impiegato di 2° Classe “ 12.000
Fu deciso, altresì, di praticare al personale medesimo il trattamento già stabilito per gli impiegati in servizio presso la Filiale di Asmara, circa l’indennità di equipaggiamento, i congedi ed il premio biennale di permanenza in Colonia.
Con delibera del 29 Dicembre 1937 il Consiglio, letto il rapporto dell’Ufficio Organizzazione, deliberò di istituire a Mogadiscio una filiale con la classifica di succursale e con ordinamento interno di agenzia di prima classe.
L’attività bancaria di detta Filiale iniziò nell’anno 1938.
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Una delle principali attività svolte dall’Agenzia fu l’erogazione di Mutui di miglioramento proprio per incrementare l’attività agricola di quelle terre. Fu concesso, un mutuo di Lit. 250.000 al sig. Liberti Giovan Battista per l’impianto di irrigazione con sollevamento di acqua dal fiume Giuba in Terreni in agro del Basso Giuba nella località della R. Residenza di Chisimaio di Ha 369,63 coltivato a bananeto, coccheto, culture di cotone , cereali e cespugliato, valutato Lit. 831.000. Fu accesa ipoteca di 1° grado sull’intero terreno e l’operazione fu regolata al tasso del 5,50% per la durata di anni 20.
Il 3 marzo del 1939, letta la relazione dell’Ufficio Fidi, il Consiglio deliberò i limiti di competenza degli accreditamenti da concedersi dalla Commissione di sconto della istituenda Agenzia:
- Per sconti commerciali fino a Lit. 100.000
- “ finanziari “ Lit. 50.000
“ garantiti da cessione
di crediti verso lo Stato
o altre pubbliche amministrazioni Lit. 200.000
Il 4 marzo 1939, continuando nella sua attività la filiale concesse un altro mutuo di Lit. 250.000 all’On.le Marcello Diaz per la costruzione di una casetta in muratura, di una baracca, un magazzino, aia, garage con tettoia, costruzione di un campo indigeni con 80 Tukul, due prese in cemento armato sul canale principale di derivazione del fiume Uebi Scebeli e 20 prese secondarie per la canalizzazione principale e secondaria, oltre al disboscamento di Ha 500 e la costruzione di strade per 10 km e per lo scavo di due pozzi d’acqua, nella zona di Genale. Il mutuo fu regolato al tasso del 5,50% e per la durata di 20 anni, fu accesa l’ipoteca di 1° grado sull’intera proprietà. Il preventivo dei costi ammontava a Lit. 642.275.
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Le spese per assorbire la Cassa di Risparmio di Torino ammontarono a Lit. 528.914,40, pertanto il Consiglio, sotto la data del 4 marzo 1939 deliberò di iscrivere detto importo a carico del fondo accantonato per ammortare perdite derivanti da sistemazioni bancarie.
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Letto il rapporto dell’Ufficio Organizzazione e visti gli articoli 19 e 41 dello Statuto del Banco, il Consiglio del 21 novembre 1939 deliberò di trasformare, a tutti gli effetti, la succursale di Mogadiscio in agenzia di prima classe.
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Sotto la data del 24 Aprile 1940 fu nominato il Comm. Dott. Giuseppe Sicari, quale Commissario di sconto agrario presso la Filiale di Mogadiscio, in rappresentanza del Governo della Somalia.
La Filiale di Mogadiscio, dopo l’occupazione alleata avvenuta nell’anno 1941 operò sotto il controllo e nei limiti imposti dalle autorità di occupazione di quelle terre. Nel marzo dell’anno 1949 riprese la sua attività ordinaria dedicando, in primo luogo, la sua cura alla difesa degli interessi dei nostri connazionali.
Nel 1950 la filiale era in fase di graduale ascesa ed il Banco incominciò ad intravedere l’apertura di altro punto operativo a Chisimaio.
Proprio per l’incremento delle attività bancarie, nacque l’esigenza di avere presso quella filiale un direttore con specifiche competenze del lavoro relativo alla colonia e con esperienza anche nei servizi esteri. Purtroppo, nessun dirigente del Banco si offrì per assolvere tale delicato lavoro. Pertanto, fu assunto un dirigente che proveniva da altra banca e che aveva i requisiti richiesti. A detto dirigente gli fu conferito il grado di Direttore di Succursale con decorrenza 1° agosto 1950, con contratto annuale e con lo stipendio pari a Lit. 250.000 lorde per 16 mensilità.
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Nel secondo semestre dell’anno 1950 venne a cessare lo stato di precarietà e quindi il periodo di emergenza della Somalia, per cui il Banco modificò il trattamento economico dei dipendenti della Filiale di Mogadiscio, deciso a suo tempo. Pertanto, il consiglio deliberò, nella seduta del 25 agosto 1950, di attribuire al personale di quella Filiale il seguente trattamento economico in moneta locale sganciato da quello metropolitano che veniva mantenuto solo in via teorica per le progressioni di scatti, promozioni e per la determinazione dei contributi al fondo di quiescenza o pensione:
(Il cambio all’epoca era di Lit. 87,50 per ogni “Somalo”.)
- a) assegno mensile per 16 o 15 mensilità:
grado 6° 1.100 Somali
“ 7° 900 “
“ 8° 650 “
“ 9° 500 “
“ 10° 480 “
- b) indennità coloniale fissa per 16 o 15 mensilità:
grado 6° 500 Somali
“ 7° 450 “
“ 8° 400 “
“ 9° 350 “
“ 10° 300 “
- c) aggiunta mensile di 40 Somali per ogni persona a carico, da determinarsi secondo le norme italiane vigenti per gli assegni familiari;
- d) indennità mensile di rischio per il personale di cassa:
grado 7° 55 Somali
“ 8° 50 “
“ 9° 45 “
“ 10° 40 “
- e) aumenti per ogni biennio di permanenza in Somalia (il biennio decorreva dal primo giorno del mese successivo alla presa di possesso)
grado 6° 100 Somali
“ 7° 75 “
“ 8° 60 “
“ 9° 50 “
“ 10° 40 “
- f) indennità, una tantum, di equipaggiamento in lire 70.000 per tutti i gradi.
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Considerato che l’Agenzia di Mogadiscio operava all’estero e, pertanto, occorreva assegnare alla stessa un’autonomia superiore a quella concessa alle altre Agenzie di prima classe operanti sul territorio metropolitano, circa i limiti di competenza per le operazioni attive a breve termine e, preso atto che detti limiti per disposizione della Banca d’Italia di Mogadiscio, erano stati già riconosciuti ad altre banche italiane operanti su detta piazza, il Consiglio del 25 agosto 1950 deliberò, per la Filiale di Mogadiscio, i seguenti limiti per dette operazioni, senza la preventiva autorizzazione della Direzione Generale: (cambio Lit. 87,50 per ogni “Somalo”)
Categoria 1 Somali 10.000
“ 2 “ 25.000
“ 3 “ 25.000
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Al fine di incentivare l’attività lavorativa dei dipendenti della filiale estera, su proposta del Direttore Generale il Consiglio facultò il Direttore della Filiale di Mogadiscio di concedere al personale, sottoforma di gratificazione trimestrale, a partire dal 1° trimestre dell’anno 1951, somme varianti tra i 100 ed i 200 Somali in proporzione al rendimento ed al grado di ciascun dipendente.
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Nel gennaio dell’anno 1951 fu costituita in Somalia una società collegata alle “Manifatture Cotoniere Meridionali” denominata “Manifatture Cotoniera d’Africa”. Detta Società richiese al Banco di Napoli la partecipazione al suo capitale limitatamente ad un decimo del capitale sottoscritto di Somali 580.000, pari a Lit. 50.750.000. Il Banco aderì a tale richiesta ed il Consiglio autorizzò la sottoscrizione di somali 58.000 pari a Lit. 5.075.000 e, nello stesso tempo, dette mandato al Presidente di rilasciare procura al Direttore della Filiale di Mogadiscio per l’intervento alla stipula dell’atto costitutivo.
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Il Consiglio di Amministrazione del Banco del 15 febbraio 1951 stabilì che le eventuali prestazioni straordinarie effettuate dal personale di quella filiale dei gradi 8° e inferiori, andavano compensate, con effetto dal 1° settembre 1950, in base a tariffa oraria, calcolata come di seguito indicato:
1) dividendo il totale dell’assegno mensile e della indennità di colonia fissati con deliberazione consiliare del 25 agosto 1950, per il numero di ore di lavoro mensile (orario settimanale moltiplicato 52 e diviso per 12, con arrotondamento del risultato a 5 unità per difetto);
2) maggiorando del 25% il quoziente come sopra ottenuto;
3) applicando, successivamente, al totale di cui al n.2 l’aumento del 10%, per le prestazioni straordinarie effettuate nei giorni feriali, e del 15% per quelle compiute nei giorni festivi.
Sotto la stessa data il Consiglio deliberò, altresì, di concedere, con effetto dal 1° gennaio 1951, ai dipendenti del Banco trasferiti a Mogadiscio una temporanea integrazione mensile, pagabile in moneta nazionale ed in Italia, per dodici mensilità, di nette Lit. 50.000 per il grado 6° e di nette Lit. 40.000 per gli altri gradi inferiori ( 7° – 8° – 9°).
Sempre nella stessa seduta del 15 febbraio 1951, l’organo deliberante del Banco dispose il miglioramento della misura della gratificazione trimestrale che il Direttore della Filiale di Mogadiscio era autorizzato a concedere al personale in applicazione della delibera consiliare del 16 gennaio 1951, fu precisato che, a decorrere del primo trimestre 1951, l’importo di detta gratificazione poteva variare tra i 100 ed i 300 Somali, in proporzione del rendimento e del grado di ciascun dipendente.
Alla fine dell’anno 1951 e, precisamente, il 5 dicembre di quell’anno il Banco modificò, parzialmente, le maggiorazioni alle tariffe orarie relative al lavoro straordinario dei dipendenti.
Per i giorni feriali e per le prime 80 ore di detto lavoro la maggiorazione fu adeguata al 15%, oltre le 80 ore 25%. Per i giorni festivi per i dipendenti dall’8° all’11° grado 20%. Per i dipendenti di grado 10° e 11 ° adibiti alla Vigilanza diurna 25%, per la Vigilanza notturna 50%.
Nella stessa seduta il Consiglio, tenuto conto dell’aumento del costo della vita in Somalia, deliberò di fissare nella seguente misura , a decorrere dal 1° luglio 1951, la retribuzione mensile del personale della Filiale di Mogadiscio, fermo restando in ogni altra sua parte il contenuto della deliberazione consiliare del 25 agosto 1950:
a- assegno mensile per 16 o 15 mensilità:
grado 6° Somali 1.375 grado 9° Somali 625
grado 7° “ 1.125 “ 10° “ 600
“ 8° “ 815
b- indennità coloniale fisso per 16 o 15 mensilità:
grado 6° Somali 625 grado 9° Somali 440
grado 7° “ 565 grado 10°Somali 375
grado 8° “ 500
c- aggiunta mensile di somali 50 per ogni persona a carico;
d- indennità mensile di rischio per il personale di cassa:
grado 7° Somali 70 grado 9° Somali 60
grado 8° Somali 65 “ 10° “ 50
e- aumento per ogni biennio di permanenza in Somalia:
grado 6° Somali 125 grado 9° Somali 65
grado 7° “ 95 grado 10° “ 50
grado 8° “ 75
Per il Personale assunto localmente l’assegno mensile rimase stabilito, dal 1° luglio 1951 in Somali 700 mensili.
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Alla fine dell’anno 1951 le attività estere del Banco di Napoli fecero registrare un ottimo trend, tanto è vero che la Filiale di Buenos Aires riscosse sempre maggiori consensi e facilitò gli scambi italo-argentini.
Era in graduale progresso l’andamento delle Filiali di Mogadiscio, Asmara, Tripoli e Chisimaio.
Le rappresentanze all’estero si affermarono meglio e svolsero efficace collaborazione. Il Banco era presente a Francoforte sul Meno, Londra, Parigi, Bruxelles, Zurigo, San Paulo do Brasil.
Anche nel settore delle partecipazioni all’estero si registrò una crescente attività delle CIT(Argentina, Austria, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Inghilterra, Messico, Stati Uniti d’America, Svizzera, Uruguay), delle quali il Banco aveva il pacchetto di maggioranza.
In quell’anno, il totale dei punti operativi del Banco era complessivamente di n° 427.
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Nel mese di gennaio del 1952 il Banco concesse a tutto il personale inviato dall’Italia ottanta giorni di congedo biennali, da fruire a compimento del biennio di permanenza sia a Tripoli che a Mogadiscio.
Detto congedo poteva essere espletato in Italia ed i giorni di viaggio, necessari per raggiungere la località prescelta in Italia, non erano computati nella durata del congedo medesimo. Era consentito il rimborso delle sole spese di viaggio di andata e ritorno, anche per le persone a carico dell’impiegato. Nell’espletamento del congedo veniva riconosciuta l’intera retribuzione.
Per il personale assunto in loco, indipendentemente dalla nazionalità, il congedo era regolato in base a quanto previsto dalle norme locali ed in mancanza dalle disposizioni regolamentari vigenti in Italia. Detto congedo doveva essere fruito in loco.
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Alla chiusura dell’esercizio finanziario dell’anno 1951, completata nel marzo del 1952, si registrò un utile di Lit. 19.043.879 per l’azienda bancaria, mentre per la sezione di Credito Agrario si registrò un utile di Lit. 1.834.467 che venne accantonato nella situazione agraria, fra le Partite Varie Passive, a fronte delle rate scadute sui mutui di miglioramento per Lit. 1.358.907.
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Il 19 Aprile del 1952 il Banco determinò le nuove indennità di missione per il personale di quella Filiale, con decorrenza 1° settembre 1950, una diaria nella misura seguente, in relazione al grado rivestito, oltre il rimborso delle effettive spese di trasporto effettuate con il mezzo più economico: (cambio 80Lit.)
1- grado 5° Somali 10
grado 6°e7°” 8
grado 8° e 9° 5
2- di concedere, in aggiunta alle suddette diarie, le seguenti somme a titolo di concorso nelle spese di permanenza fuori residenza:
grado 5° Somali 50
grado 6°e7° “ 42
“ 8°e9° “ 35
3- di fissare i seguenti criteri per la liquidazione della diaria e del concorso spese;
a) intero importo per missione di durata superiore a 24 ore (con pernottamento);
b) due terzi dell’importo per missione di durata inferiore a 11 ore;
c) metà dell’importo per missione di durata non inferiore a sette ore.
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Il Comm. Francesco Boero di Mogadiscio chiese ed ottenne dal Banco, il 20 novembre 1952, una anticipazione di lgs.30.000 pari a Lit. 52.500.000, in attesa della stipula di un mutuo di pari importo, in corso di perfezionamento con l’IMI, per l’acquisto della motonave “ARTEMIS”, a garanzia del quale il Banco avrebbe rilasciato fidejussione.
Detta facilitazione si aggiungeva alle altre in essere presso la Filiale di Mogadiscio per complessivi Somali 2.329.00 pari a Lit. 203.750.000.
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Il 30 dicembre del 1952 il Consiglio del Banco deliberò alcuni miglioramenti economici a personale in servizio presso la Filiale di Mogadiscio. Gli aumenti salariali sarebbero stati annuali e non più biennali. La gratificazione trimestrale veniva elevata da Somali 150 a 450 etc..
Alla fine dell’anno 1952 la Filiale di Mogadiscio aveva esteso sempre di più il suo raggio di azione, il Banco si andava consolidando a Chisimaio e con uno sportello settimanale, operava anche a Margherita. Le dipendenze di Tripoli ad Asmara erano in continua ripresa.
Tale trend continuò nell’anno 1953 e la Filiale di Mogadiscio incrementò la politica di raccoglimento ed ebbe un aumento delle sue disponibilità. Nello stesso tempo, la filiale di Mogadiscio continuò a finanziare iniziative rivolte all’incremento dell’agricoltura e nel novembre del 1953 concesse alla Società Italo Somala uno scoperto di conto corrente categoria 1/1 di So.330.000 pari a Lit. 28.875.000 con scadenza 30 agosto 1954.
Alla fine di detto anno l’utile netto della filiale fu di So. 416.039,85 che al cambio di Lit. 87,49 registrò un utile netto di Lit. 36.399.326.
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Nel maggio del 1954 la Filiale era diretta da un dirigente che era stato assunto nell’agosto del 1950, perché era stato già dirigente di importanti aziende bancarie e commerciali ed era anche un ottimo conoscitore della colonia.
Sotto la guida di detto dirigente la Filiale era riuscita a raggiungere fino all’anno 1952 una buona posizione acquisendo, per riconoscimento della Banca D’Italia di Mogadiscio, circa l’80% del lavoro bancario della Piazza.
Nella erogazione del credito il direttore aveva seguito criteri di larghezza, aderendo alle premure che gli avevano rivolte l’Amministrazione della Somalia ed altre istituzioni locali, in tal modo aveva trascurato i normali criteri di oculatezza e non aveva tenuto conto delle direttive della Direzione Generale, che in più riprese gli aveva fatto osservare che la politica creditizia del Banco in Somalia non doveva assolutamente discostarsi dai criteri suddetti senza avere la pretesa di addossare al Banco tutto il peso che derivava dalla ripresa economica di quel territorio.
Detto dirigente, per giustificare le mancate segnalazioni alla Centrale delle operazioni poste in essere di sua iniziativa, affermava che ciò era dovuto al numero ridotto di impiegati di ruolo.
Dette operazioni erano quasi sempre in eccedenza ai limiti di competenza assegnatigli. L’inadempienza continuativa ed elevata a sistema, denotava una particolare mentalità del dirigente a non volersi uniformare alle direttive della Centrale.
Il Direttore faceva un ricorso sproporzionato al risconto presso la Banca D’Italia per provvedersi i mezzi che la centrale aveva limitati a soli 2 milioni di Somali. La Direzione Generale, al fine di accertare la situazione della Filiale, inviò sul posto due Direttori di Sede , il Dott. Rucci ed il Dott. Rossignaud, i quali confermarono la mancanza di regolari pratiche di fido, una certa pesantezza negli smobilizzi, una disorganizzazione interna e soprattutto acquiescenza supina ed indiscriminata alle pressioni politiche locali.
Il Banco apportò delle misure restrittive al fine di ridurre il rischio di insolvenza da parte di certa clientela. Ciò fece scaturire una reazione da parte dell’Amministrazione fiduciaria, la quale fece pervenire sia al Banco che alla Banca d’Italia, una nota di protesta per le predette misure adottate dalla Centrale.
Il titolare della Filiale trovandosi nella impossibilità di esplicare la sua attività con assoluta indipendenza, si dimise. Il Banco inviò, con urgenza, il condirettore di Sede dott. Castronuovo, che iniziò con efficacia l’azione di rientro dei rischi incagliati. La Direzione della Filiale fu affidata al Direttore di succursale Dott. Daniele al quale furono impartite istruzioni di continuare nell’opera intrapresa agendo con tatto sia verso l’Amministrazione fiduciaria – AFIS -, sia verso la clientela.
Alla fine del 30 Aprile del 1954 la situazione delle concessioni di credito ordinario era la seguente:
- collocato complessivo So. 8.290.000 (Lit. 725.420.000)
- effetti e crediti insoluti “ 2.094.000 (Lit. 183.225.000)
- sofferenze “ 554.000 (Lit. 47.475.000)
Alla stessa data il collocato in operazioni di credito agrario era di:
- effetti a scadere So. 114.000 (Lit. 9.975.000)
- “ da regolarizzare “ 368.000 (“ 32.190.000)
- sofferenze “ 224.000 (“ 19.600.000)
La posizione di immobilizzazione in cui si era venuta a trovare la filiale era stata aggravata dall’andamento del mercato che aveva avuto un trend sfavorevole per l’annata avversa e per i crolli verificatesi nel mercato internazionale delle materie prime, con conseguente contrazione dei traffici e rarefazione dei mezzi liquidi presso gli operatori somali. Altro fattore negativo era rappresentato dal clima politico della Somalia, oltre alla situazione economica del Paese. Nel frattempo numerose imprese lasciarono il territorio ed altre si apprestavano a farlo.
Infine, le contrattazioni immobiliari erano cessate del tutto nell’anno 1954, facendo precipitare il prezzo degli immobili, per cui le garanzie ipotecarie non apparivano più sufficienti a coprire i crediti. Anche le proprietà agricole subirono una svalutazione forse più grave degli immobili.
L’unica coltura ancora redditizia era quella delle banane, per le quali il Monopolio Italiano corrispondeva, un prezzo politico. Cessato l’interesse italiano nell’ex colonia, il Monopolio non aveva più ragione di acquistare banane dalla Somalia.
Le predette notizie storiche sulla filiale di Mogadiscio, a partire dal maggio 1954, sono riportate nella relazione che l’allora Direttore Generale rassegnò al Consiglio di Amministrazione del Banco di Napoli del 28 maggio 1954.
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La filiale di Mogadiscio continuò ad operare anche negli anni 60 nella ex colonia, però per fattori esterni alla filiale la gestione diventava sempre più difficile.
Alla fine dei predetti anni il Banco subì dei provvedimenti di nazionalizzazione decisi da parte di alcuni Paesi africani. Provvedimenti che causarono la cessazione delle Filiali di Tripoli, Mogadiscio e Chisimaio.
Il motivo che mi ha spinto a ricordare alcune Filiali d’Oltremare del Banco di Napoli (New York – Buenos Aires – Tripoli – Mogadiscio) è stato solo il forte amore che ho nutrito e che nutro per la nostra azienda. Filiali un po’ dimenticate, ma che io ho avuto l’onore di prestare servizio presso una di esse che, comunque, hanno contribuito a rendere grande il nostro Banco. La “Bandiera” del Banco di Napoli è sempre la stessa da secoli, anche se negli ultimi anni è cambiata solo l’asta, cioè la proprietà. Un ringraziamento va a coloro che ne stanno continuando l’antica tradizione, quale volano dello sviluppo economico, in particolare, del Meridione d’Italia.
Infine, e non per ultimo, un riconoscimento di gratitudine e un ringraziamento va ai colleghi di ogni ordine e grado che hanno servito il Banco di Napoli, in quelle terre africane, e, nel periodo anche post-bellico, assumendosi non solo il rischio di gestire una banca in un clima precario, ma rischiando anche di persona.
Prima di concludere esprimo il mio ringraziamento alle colleghe dott.ssa Adriana Scalera e dott.ssa Claudia Grossi che hanno collaborato alle ricerche storiche ed alla individuazione dei documenti.
Napoli, 10 settembre 2012
Aldo Pace
Direttore Generale Istituto Banco di Napoli – Fondazione
Fonti:
- Verbali del Consiglio di Amministrazione custoditi nell’Archivio Storico dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione.
- A. Del Boca. Gli Italiani in Africa Orientale, Voll. I e IV, Bari 1976-1984
- F. Grassi, Le Origini dell’Imperialismo Italiano, il caso Somalo 1896-1915, Lecce 1980.
[1] Tale mossa fu anche possibile grazie all’opera di Giuseppe Sapeto, missionario, esploratore e agente diplomatico italiano. Fu lui infatti a comprare la baia di Assab per conto del Governo italiano.
2In politica internazionale, forma di tutela militare, economica e amministrativa esercitata nei limiti stabiliti da un trattato da uno Stato nei confronti di un altro, che in cambio consente allo Stato protettore determinate forme di intervento nei propri affari interni.
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