Parlare di montagna che partorisce topolino rischia di essere un eufemismo. E però la metafora regge. Due anni di caos. Un anno, lo scorso, con la festa addirittura saltata e l'amministrazione presa per il bavero da quattro cafoni. Tar, controtar e avvocature schierate. Polemiche politiche a non finire e il tutto per ottenere cosa? Che la Befana di Piazza Navona sarà riconsegnata nelle mani dei soliti, dei pessimi 'commercianti' che l'avevano ridotta una bidonville, degli squallidi operatori che lo scorso anno inscenarono un funerale in una delle piazze più belle del mondo per mettere in cattiva luce l'amministrazione comunale.
Invece di essere esclusi automaticamente dalla manifestazione, i ciarlatani che lo scorso anno per dare una prova di forza contro il Comune fecero saltare la festa, sono stati ampiamente premiati. Il bando pubblicato quest'anno è cucito accuratamente e sartorialmente attorno alle loro esigenze e confezionato appositamente per tenere alla larga dalla piazza operatori diversi da loro.
Oggi sulla stampa leggerete di regole&decoro, ma si tratta di articoli scritti al buio, come d'abitudine per le cronache romane dei quotidiani: il Corriere ha scritto prima di aver letto il bando (pubblicato ieri all'ora di cena, con strategico gap dalla conferenza stampa delle 11 in Primo Municipio), La Repubblica ha scritto entusiasta addirittura ieri: sulla fiducia, un giorno e mezzo prima. Il Messaggero, come molti, l'ha buttata sulla retorica pelosa dei bambini... La realtà come dimostreremo facilmente è esattamente all'inverso: il bando è una truffa in piena regola, una evidenza pubblica fake e priva di qualsiasi senso e logica specialmente per quanto riguarda le postazioni relative al food (dolciumi), ma anche per tutto il resto. Voi, ingenuamente, pensavate che finalmente a Piazza Navona grazie ai nuovi bandi e alla "qualità" e alla "concorrenza" tanto sbandierata dall'amministrazione sarebbero arrivati operatori di qualità? Immaginavate di incontrare fornai e pasticcerie di prim'ordine? Bompiani, De Bellis, Pane&Tempesta, Romeo, Bonci, Bocca di Dama, Le Levain, Prelibato, la nuova pasticceria che aprirà Roscioli, La Portineria o Cristalli di Zucchero ma anche Andreotti, Castroni, Linari? Eravate certi che l'amministrazione avrebbe premiato le realtà che sono nate negli ultimi anni e dunque dovrebbero essere un motivo di vanto e orgoglio per il nostro Assessorato alle Attività Produttive? Vi sbagliavate. Tutte queste eccellenze resteranno tagliate fuori. Un autogol agghiacciante che ti puoi aspettare da certi personaggi che pascolano nel Primo Municipio, ma non certo da Marta Leonori. E invece...
Basta leggere le prime righe dell'allegato 1 del bando per scoprire il perché: sono ammessi - questi i requisiti - esclusivamente i titolari di autorizzazione di commercio su aree pubbliche alla data di pubblicazione dell'avviso. Ovvero possono partecipare soltanto coloro che al 30 settembre, cioè ieri, avevano una licenza da bancarellaro. Indovinate un po' chi sono costoro? Ehggià: potranno vendere dolciumi, torte, mele stregate, lecca lecca e caramelle soltanto, di fatto, i titolari di camion bar. Ma guarda un po'... Una roba che, a nostro modestissimo parere, rende il bando anche ampiamente impugnabile perché limita la concorrenza: per quale motivo una grande pasticceria romana o un fornaio d'eccellenza non ha titolo di vincere un banco a Piazza Navona e un bancarellaro che vende mutande o acqua minerale sì? E soprattutto perché questo vale per le postazioni commerciali, ma non per le postazioni artigianali? Forse perché i presepiari, ovviamente, non hanno alcuna licenza itinerante essendo dei semplici artigiani mentre gli altri ce l'hanno da sempre? Insomma, un bando costruito su misura per chi c'era già. Per non fare entrare nessuno di nuovo. Per non cambiare nulla e per precludere la piazza ad un'offerta commerciale che sarebbe degna di lei.
Ricordiamoci che qui si assegnano i banchi della Festa della Befana per 10 anni. E dunque un flop oggi significa una festa brutta e sciatta non solo per il 2015, ma fino al 2025. Mezza generazione. E non sono stati capaci neppure di escludere i gentiluomini che lo scorso anno parteciparono al bando, lo vinsero e poi non aprirono i banchi tenendo in ostaggio l'amministrazione. Quindi questi personaggi, che hanno sabotato l'amministrazione, saranno i benvenuti per i prossimi 10 anni: potranno tranquillamente vincere, escludere gli altri più meritevoli di loro, e poi non aprire mai. Nessuna precauzione contro chi ha umiliato la città non più di un anno fa. Eppure il Codice dei Contratti qualcosa in merito lo direbbe...
Quanto all'anzianità è vero che è stata un po' depotenziata (solo il 20% di vantaggio per chi già c'era, mentre il restante 20, per arrivare al 40 che la legge assurdamente obbliga, è stato dato all'anzianità di licenza in generale, a prescindere da Piazza Navona), ma poi si è fatto in modo, furbescamente e goffamente, di rendere questo vantaggio non raggiungibile da nessuno.
Ammettiamo, infatti, che non ci sia il filtro iniziale che prevede la partecipazione dei soli ambulanti. Facciamo finta che quello sia stato un atroce errore di battitura. E ipotiziamo, dunque, che realtà di acclarata qualità partecipino al bando: quale strana hanno per sopravanzare gli operatori anziani? Solo una: puntare sulla qualità e far valere la loro eccellenza. Certo, peccato che il bando non glielo permetta. I punteggi della qualità, che valgono il 50% contro il 40% dell'anzianità (il restante 10% lo ottieni se il titolare - o il prestanome - della richiesta è invalido, altra assurdità che grida vendetta e che non ha riscontri in nessun'altra fiera simile al mondo) sono stati resi inutili, raggiungibili da chiunque, disinnescati. Ottieni il massimo dei voti se: porti un po' di cibo bio (devi dichiararne almeno il 50%, una percentuale folle e irreale che spinge solo gli operatori a dire bugie), porti roba per celiaci (bel rischio che si assume il Comune su una materia così delicata e col rischio di contaminazioni) e se porti prodotti locali o regionali. È evidente che tutti possono dichiarare di avere questi requisiti: non importa la tua storia, la tua rassegna stampa, i punteggi che hai nelle guide gastronomiche, la qualità oggettiva delle tue materie prime e dei tuoi fornitori, il fatto che sei invitato in manifestazioni di livello. Niente di tutto questo ha valore per chi ha scritto il bando. Addirittura non c'è nessuna penalità per chi porta prodotti industriali e nessun vantaggio per chi propone cibo artigianale: se porti roba bio e "locale" sei al massimo del punteggio, anche se si tratta di banali prodotti industriali. Se arriva Alain Ducasse con la sua pasticceria, se arriva Fouchon o arriva Pierre Hermé (il bando è aperto a tutta Europa) non viene valutata la loro storia di brand di assoluta qualità planetaria, ma solo se portano roba bio, roba per celiaci e roba "regionale". Cose che tutti sono i grado di fare.Ed ecco servito il trucchetto: ti do un vantaggio sull'anzianità e poi faccio in modo che nessuno possa raggiungerti sulla parte della qualità scambiando per "qualità" una serie di banalissimi requisiti che tutti, perfino l'ultimo gestore di camion bar, sono in grado di raggiungere.
Una fregatura decennale in piena regola che andrebbe ritirata subito e riscritta in maniera civile e dignitosa. Possibilmente punendo severamente e definitivamente la manina che ha esposto il Municipio e il Comune a questo clamoroso flop. In caso contrario ci auguriamo che le associazioni di commercianti e esercenti, se ce ne sono ancora di serie e sveglie in città, traggano le conclusioni e impugnino questa zozzeria.
Chiudiamo con una domanda semplice, semplice: ma se in città si fanno esattamente le stesse porcherie che si facevano quando spadroneggiava Mafia Capitale, ma allora Sabella e Gabrielli cosa ci stanno a fare? Scena?