Il Barone rampante

Creato il 03 marzo 2012 da Italiabenetti @italiabenetti

Il barone rampante!

Ecco la sedicesima puntata della lettura/ascolto del libro "Il barone rampante" di Italo Calvino!
Mettetevi comodi...........rilassatevi, e ascoltate!

Da pagina 308 fino a pagina 321

Di quell’epoca io non posso dire molto, perché rimonta ad allora il mio primo viaggio per l’Europa. Avevo compiuto i ventun anno e potevo godere del patrimonio familiare come meglio m’aggradiva, perché a mio fratello bastava poco, e non di più bastava a nostra madre, che poverina era andata negli ultimi tempi molto invecchiando. Mio fratello voleva firmarmi una carta d’usufruttuario di tutti i beni, purché gli passassi un mensile, gli pagassi le tasse e tenessi un po’ in ordine gli affari. Non avevo che da prendermi la direzione dei poderi, scegliermi una sposa e già mi vedevo davanti quella vita regolata e pacifica, che nonostante i gran trambusti del trapasso di secolo mi riuscì di vivere davvero. Però, prima di cominciare, mi concessi un periodo di viaggi. Fui anche a Parigi, proprio in tempo per vedere le trionfali accoglienze tributate al Voltaire che vi tornava dopo molti anni per la rappre-sentazione d’una sua tragedia. Ma queste non sono le memorie della mia vita, che non meriterebbero certo d’esser scritte; volevo solo dire come in tutto questo viaggio fui colpito dalla fama che s’era sparsa dell’uomo rampante d’Ombrosa, anche nelle nazioni straniere. Perfino su di un almanacco vidi una figura con sotto scritto:
«L’homme sauvage d’Ombreuse (Rép. Génoise). Vit seulement sur les ar-bres». L’avevano rappresentato come un essere tutto ricoperto di lanugine, con una lunga barba ed una lunga coda, e mangiava una locusta. Questa figura era nel capitolo dei mostri, tra l’Ermafrodito e la Sirena. Di fronte a fantasie di questo genere, io di solito mi guardavo bene dal rivelare che l’uomo selvatico era mio fratello. Ma lo proclamai ben forte quando a Parigi fui invitato a un ricevimento in onore di Voltaire. Il vecchio filosofo se ne stava sulla sua poltrona, coccolato da uno stuolo di madame, allegro come una pasqua e maligno come un istrice. Quando seppe che venivo da Ombrosa, m’apostrofò: - C’est chez vous, mon cher Chevalier, qu’il y a ce fameux philosophe qui vit  sur les arbres camme un singe? E io, lusingato, non potei trattenermi dal rispondergli: - C’est mon frère, Monsieur, le Baron de Rondeau. Voltaire fu molto sorpreso, fors’anche perché il fratello di quel fenomeno appariva persona così normale, e si mise a farmi domande, come: - Mais c’est pour approcher du ciel, que votre frère reste là- haut?- Mio fratello sostiene, - risposi, - che chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria, - e il Voltaire apprezzò molto la risposta.-Jadis, c’était seulement la Nature qui créait des phénomènesvivants, - concluse; -maintenant c’est la Raison.- E il vecchio sapiente si rituffò nel chiacchiericcio delle sue pinzochere teiste. Presto dovetti interrompere il viaggio e ritornare a Ombrosa, richiamato da un dispaccio urgente. L’asma di nostra madre s’era improvvisamente aggravata e la poverina non lasciava più il letto. Quando varcai il cancello e alzai gli occhi verso la nostra villa ero sicuro che l’avrei visto lì. Cosimo era arrampicato su un alto ramo di gelso, appena fuori del davanzale di nostra madre. - Cosimo! - lo chiamai, ma a voce smorzata. Mi fece un cenno che voleva dire tutt’insieme che la mamma era un po’ sollevata, ma era sempre grave, e che salissi ma fa-cessi piano."
L'intero testo del libro lo potete trovare al seguente link, cliccate su  "Il barone rampante". E qui sotto avete la possibilità di ascoltare la sesta puntata dell'opera.  Se non vi riesce dovete scaricare il realPlayer, ma non vi preoccupate è semplice e nella versione base "GRATIS" Qui sotto trovate il link che vi manda diretti all'ascolto: ASCOLTO

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