Forse perché lui veniva dalla cavalleria, arma di cui però, in poco tempo era rimasto ben poco… In effetti quando iniziò la prima guerra mondiale tutti pensavano che si sarebbe combattuta secondo la tradizione… Fanti, assalti alla baionetta e lo svolazzare romantico dei mantelli dei cavalieri… Invece tutto stava cambiando … La guerra era di posizione dentro la trincea e la mitragliatrice leggera diventava la principale arma della fanteria… e le tradizionali truppe, con l’arrivo dei carri armati, cominciavano a chiamarsi truppe corazzate. Il ruolo dell’aeroplano all’inizio era di osservare, prendere appunti e dopo il 1915 anche fotografare…Ma in un cielo sempre più affollato cominciarono i primi bombardamenti, la reazione della parte avversa e gli scontri/ duelli sempre più frequenti fra i velivoli, armati di mitragliatrici…
Il tenente degli Ulani, il barone Manfred von Richtofen preparato a una guerra più tradizionale cominciava ad annoiarsi… Gli assalti della cavalleria, in quella guerra sempre più diversa, erano rari, tanto che sul fronte russo e su quello francese le occasioni di combattere furono inesistenti…L’unico fatto memorabile fu un’imboscata in una foresta vicino a Virton e la fuga precipitosa.
Era passato quasi un anno dall’inizio della guerra, quando esasperato scrisse al Comando Generale che era stanco di trasportare vettovaglie… E iniziò così la sua avventura nell’aviazione tedesca. Cominciò facendo l’osservatorea quasi assiderato dal freddo e dal vento e la prima volta che avvistò un aereo nemico non riuscì a colpirlo… Con grandi rimproveri del pilota…. Inizi sicuramente non brillanti… soprattutto quando fece la prima prova per diventare pilota… riuscì in qualche modo a decollare ma dopo aver abbozzato varie manovre una peggiore dell’altra, decise di atterrare, ma non regolò la velocità, le ruote si impuntarono e l’aereo si cappotto’. Fu solo alla terza volta che ottenne il suo brevetto di pilota… Non c’è che dire anche gli eroi hanno le loro piccole défaillance… come quella volta che in volo sul seggiolino dell’osservatore in mezzo alla tempesta perse l’orientamento e fece sbagliare rotta al pilota… così provarono ad atterrare e finirono in un pollaio in mezzo alle facce stupite e inferocite dei contadini.
Era riuscito ad avere uno dei primi Fokker,un aereo innovativo, un monoposto … non c’era più bisogno dell’osservatore che sparava, perché un congegno sincronizzato consentiva alla mitragliatrice montata sulla fusoliera di sparare automaticamente soltanto quando l’elica non occupava la linea di tiro.
Per qualcuno il numero 17 porta male, ma non così la pensava Manfred von Richthofen che dei suoi 17 aerei abbattuti era orgogliosissimo. Per tutti ormai era il miglior pilota da combattimento e lui sembrava non aver paura di nessuno, anzi voleva che tutti sapessero che lui era lì a guardia dei cieli… Così decise di dipingere il suo Fokker interamente di rosso… Immediatamente riconoscibile… Una sfida agli avversari e al suo stesso destino… Lo chiameranno “Il Barone Rosso”, il titolo con cui passerà alla storia. Gli uomini della sua squadriglia non furono da meno … Li cominciarono a chiamare il “Circo Volante” perché ognuno si era dipinto l’aereo con un colore sgargiante e tutti insieme volteggiavano nei cieli come un grande circo intento a fare le più spericolate acrobazie… Ogni combattimento quando c’erano loro diventava uno spettacolo…
All’inizio di Aprile del 1917 gli aerei abbattuti erano diventati 32 alla fine del mese 53… L’aprile di sangue lo chiamarono gli alleati, che rischiarono l’estinzione delle loro forze aeree.
La sua fama era ormai non aveva più confini! In tutta Europa, amici e nemici parlavano di lui e il 2 maggio quando Manfred compie 25 anni il Kaiser Guglielmo II lo vuole conoscere… Poi lui va a trovare i suoi nobili genitori in quella bella tenuta di campagna a Schweidnitz, dov’era cresciuto fra caccia e boschi…
Sarà l’ultima volta… A luglio la sua buona stella comincia a tradirlo … Quel numero 17 a cui lui non credeva era anche nei numeri dell’anno! Durante un combattimento il Capitano inglese Donald Cunnell lo colpisce alla testa ”Mi avevano beccato,- scriverà nel suo diario – Per un attimo rimasi completamente paralizzato. Le mani pendevano inerti e le gambe ciondolavano” Poi l’operazione e la lunga convalescenza. Nelle alte sfere sono preoccupati… L’assenza del Barone Rosso può demoralizzare l’intero esercito e dare nuovo coraggio ai nemici…
Lui appena possibile torna a combattere… Lo nasconde a tutti, ma in realtà non è più lo stesso… Mal di testa, nausee, una profonda malinconia… Il ragazzo spavaldo e allegro non c’è più…”…
Il 21 aprile 1918 decolla dal campo di Cappy… Nel gruppo c’è anche suo cugino, alle prima armi… Quando durante il combattimento vede che è in pericolo cerca di salvarlo, ma in una virata sconfina sopra le linee nemiche. e si abbassa troppo… Chissà se a colpirlo è stato il Capitano canadese Arthur Roy Brown o la contraerea nemica… Dopo 11 giorni, il due maggio avrebbe compiuto 26 anni…
Poco dopo un caccia inglese lasciò cadere sul campo-base tedesco di Cappy il messaggio: “AL CORPO D’AVIAZIONE TEDESCO. Il capitano barone Manfred von Richtofen è stato ucciso in battaglia il 21 aprile 1918 e seppellito con tutti gli onori militari” La fotografia d’epoca con le esequie del Barone Rosso mostra il rispetto e anche la mestizia dei suoi nemici… Chissà cosa provava Manfred in quel momento… Forse era anche lui un po’ triste perchè era così giovane… Ma sapeva anche che stava entrando nella leggenda. Nessuno come lui riuscirà ad abbattere nella grande guerra più di 80 aeroplani nemici…
La terra dove nacque e visse il Barone Rosso, una volta tedesca è oggi terra polacca, però la ricetta che abbiamo scelto, pur essendo ufficialmente polacca in realtà con tutte le varianti del caso, si ritrova in mezza Europa… Perché in fondo di “gnocchi” si tratta… Forse a lui piacerebbe sapere che oggi molte cose in Europa sono patrimonio comune e non ci sono più quei terribili conflitti storici che una volta dividevano i popoli… Quelli che hanno portato a morire tanti giovani generosi come lui che avevano solo 25 anni…
INGREDIENTI per 4 persone: 1 kg di patate, 4 cucchiai di farina, 3 uova, 1/2 kg di carne bovina macinata, 1 cipolla, 1 cucchiaio di burro, 2 cucchiai di pan grattato, sale e pepe a piacere.
PREPARAZIONE: Fate cuocere in acqua bollente metà delle patate , fatele raffreddare e poi schiacciatele aiutandovi con un bicchiere o nel passapatate. Grattate finemente le patate rimaste crude e mischiatele con quelle già bollite. Aggiungete la farina, 2 uova, un po’ di sale e impastate.
Fate sciogliere in un tegame, a fiamma molto bassa, il burro e poi fatevi rosolare la cipolla tagliata finemente, insieme alla carne precedentemente bollita in acqua avvolta in un panno. Aggiungete poi il pan grattato, 1 uovo, il sale e il pepe.
Dall’ impasto di farina ricavate dei cerchi grandi circa tre volte gli gnocchi italiani, mettete al centro un cucchiaino di ripieno di carne e richiudete dando loro una forma ovale o tonda.
Fate bollire dell’acqua e fate cuocere in essa i pyzy per 5 minuti circa. Come per tutti gli gnocchi,quando sono cotti affiorano in superficie e li potete estrarre dalla pentola con il mestolo forato. In Polonia e in parecchi pawsi del Nord vengono serviti con burro e pancetta soffritta, ma un condimento a base di salsa di pomodoro è una piacevolissima variante . A voi la scelta per questo piatto decisamente sopra nazionale!