Il barrito del dinosauro

Creato il 26 aprile 2010 da Massmedili

Come sostiene Guido Scorza (http://www.guidoscorza.it/?p=1746), siamo proprio un paese di dinosauri. La proposta di ripianare la crisi della carta stampata imponendo una tassa sull’utilizzo delle connessioni internet è, più che buffa, deprimente. La ragione, asserisce la Fieg (Federazione editori) è l’utilizzo, senza pagamento dei diritti d’autore, da parte di Google e di altri motori di ricerca degli articoli prodotti dai giornali. Il problema, in sé, può essere rilevante (e lo è), ma invece che prendersela coi motori di ricerca, e di trovare una soluzione sensata, ci si aggrappa a ogni occasione di sostegno pubblico per ripianare i disastrati bilanci delle case editrici.

Eppure, non bisogna fare di ogni erba un fascio: intanto, non tutti i bilanci sono così scassati: l’Editoriale l’Espresso ha chiuso il primo trimestre 2010 con 12 milioni di utili (non perdite, utili), e del resto aveva già chiuso il 2009 in leggerissimo utile – leggerissimo , ma utile, non perdita. Negli Stati Uniti grandi testate vedono la loro attività on line generare utili.

Insomma, la crisi non deve diventare un alibi per bussare alla porta di aiuti pubblici o para – pubblici e non porsi la questione centrale, e cioè innovare il modello di business e recuperare il bene centrale di ogni azienda editoriale, e cioè l’interesse e la fiducia dei propri lettori coniugate in un prodotto gradevole, affidabile e facile da usare. Finché la reazione, quasi automatica, degli editori di fronte ai conti in rosso è bussare alle porte dello stato per farsi ripianare le perdite, i lettori continueranno a fuggire e le perdite a dilagare.


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