Ma anche se non ci fossero questi prodigi la nuova chiesa, il nuovo mondo cattolico, ha pur bisogno di colmare un vuoto, la mancanza di un santo protettore dell’ipocrisia. E certo non solo quella coltivata con tanta santissima pervicacia dal beato sculettante su you tube, ma quella generale grazie alla quale il Perego viene definito su tutti i media “coinquilino” di Formigoni, come se la situazione non fosse chiara anche senza bisogno di prove materiali di confricazioni casalinghe o vacanziere. Per carità mica è questo lo scandalo, tanto più che i coinquilini illustri mica sono una rarità, basti pensare a Milanese e Tremonti, lo scandalo è che questi devoti di bronzo assentono con soavi sorrisi alle incredibili tesi chiesastiche sull’omosessualità e pure agli sguaiati cachinni di vescovi emeriti contro il mondo gay. Sparate assurde e cieche che lasciano il posto a un composto silenzio quando qualcuno di questi “malati” opera la moltiplicazione dei soldi. Che si sa fanno comodo anche per interporlo tra le carni e il cilicio o anche per riempire le teste vuote e le casse delle cliniche private.
Si, ci vuole proprio il beato Formigoni da Lecco e magari anche l’ordine dei Fatemalefratelli con tanto di conventi nei migliori porti turistici per fare la questua. C’è chi potrebbe obiettare che è inopportuno e comunque inedito beatificare qualcuno ancora in vita ancorché abbia le mani così bucate da far credere alle stimmate. Ma per il beato Formigoni si può fare un’eccezione: in fondo è dal ’95, da quando è stato eletto presidente della Lombardia, che è passato a miglior vita.