Il Bello del Gas. Pastonesi e Terruzzi. Un libro da bar, sul bar.

Da Motociclistidatavola
Dietro consiglio del mio libraio preferito ho letto "Il bello del gas".
Lettura molto piacevole, interessante e diversa.
Il libro è breve, circa 130 pagine, e scorre molto piacevole. Un libro non solo per amanti dei libri ma anche per chi di solito fatica a leggere le prove comparative se hanno più di tre moto coinvolte.
Gli autori sono due giornalisti molto noti, Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi. Ci torneremo quando spenderemo due parole su come è scritto il libro.

In breve la storia e la struttura.
Durante lavori di rifacimento della parabolica di Monza viene ritrovato un "tesoro", al suo interno un mazzo di chiavi ed un diario. Le chiavi ed il diario sono entrambe del Bar Azzurro, locale ormai sparito di Monza. Nel diario ci sono 14 racconti delle vicende di due fratelli coi motori e la velocità nel sangue e tutte le loro avventure con gli avventori del bar, trascinati dai due in sfide, scommesse e follie. Tanto che il bar viene presto ribattezzato il bar degli stupidi, giusto per rendere l'idea.
Le storie ruotano tutte attorno ai motori, poco importa i numero di ruote che spingono, la cilindrata o la velocità. I veri appassionati sanno bene che l'importante è andare a manetta, col Guzzi, il kart o la corriera. 
Potrebbe benissimo essere il diario di un Bar romagnolo, dove l'odore dell'olio motore, del grasso e dell'alcol si confondono e mescolano esaltandosi.
Sono luoghi e personaggi che tutti noi conosciamo, anche in un'era in cui i luoghi fisici (come il bar degli stupidi) sono sostituiti da luoghi virtuali (oh, questa frase me la son preparata e son diventato scemo a collocarla nella mia recensione, apprezzatelo.).
Sono storie maschili e maschiliste, di ignoranza, arroganza ma specialmente passione e velocità. Sono le storie che ci hanno raccontato i nostri babbi (per i più giovani) o che appartengono alla nostra giovinezza, quando al bar stavamo timidamente in un angolo ad ascoltare le vicende dei nostri Gino ed Arturo (i due fratelli).
Le storie sono tutte vicende incredibili per chi non ha mai guidato una moto e frequentato un bar, sono invece reali e avvincenti per chi conosce il brivido di una curva in terza piena e ama confrontarsi e sbeffeggiarsi con amici e fratelli. Leggetelo, vi piacerà, vi farà sorridere e vi farà associare ogni storia con un vostro aneddoto, un amico pataca, un amico di un amico che una volta...
Torniamo ai due autori. Sono due firme famose, di quelle che hanno il privilegio e la capacita di poter sviluppare un loro stile. Ero curioso di capire come si potevano unire ed esaltare. Beh, il libro è scritto bene, piacevole, mai banale, veloce come le gare dei protagonisti. È genuino come una battuta al bar. La scrittura è moderna anche se il diario è fedelmente riportato agli anni '60, anzi è molto credibile.
Bene, arriviamo alla fine, leggetelo, se non siete ancora andati in ferie mettetelo in valigia, tanto è sottile, potete metterlo anche in una borsa da moto.  

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