Il bianco, il nero e l’arcobaleno
Dovrei coniare nuovi aggettivi per descrivere cosa ho vissuto durante questo viaggio nel lontano Sudafrica. Uno, infatti, non potrebbe bastare.
Mi sono sempre immaginato l’Africa come una savana arida e immensa, sapendo comunque che ci doveva essere qualcosa di diverso. Proprio questa parola, diverso, era presente in ogni strada, ogni viso, ogni paesaggio. Gli spazi enormi con strade che si fanno divorare di continuo e centinaia di chilometri all’inseguimento di un sogno, avvolto da contrasti evidenti. Non si può non notare la povertà di alcune zone, spesso poco lontane dalle ville dei bianchi, mentre il bagliore della luce del giorno precipita nel buio più assoluto già nel tardo pomeriggio. Nessuno ha fretta ma il tempo davvero vola.
E scorrono i chilometri sotto le nostre quattro ruote vedo sterminati campi di canne da zucchero alternarsi ai raccolti di banane, verdi colline che vanno ad assorbire la lunga retta d’asfalto oltre l’orizzonte.
È questa percezione di immensità degli spazi che mi fa sentire libero.
Libero in una terra che forse libera non è mai stata, oppressa da guerre di invasione prima e indipendenza poi. Vittima della sete di conquista dei popoli bianchi che ha portato molte culture a condividere la ricca terra.
Ai neri che hanno sempre vissuto qui rimane la speranza di un domani migliore.
A noi del nostro viaggio rimarranno impressi i colori, tramonti gialli, albe rosa, colline verdi e intensi cieli blu. Tante differenze e sfumature in questa che è chiamata la nazione arcobaleno.