Il bilancio della Ferrari dopo 7 gare

Creato il 12 giugno 2012 da Federicomilitello


Quando un terzo del Mondiale di F1 volge ormai alle spalle, è tempo di tracciare i primi bilanci in casa Ferrari.
Considerate le premesse di inizio stagione, il poter con tare su un Fernando Alonso in piena corsa per il titolo e staccato appena due lunghezze dal leader Lewis Hamilton, profuma di miracolo.
Ma facciamo un passo indietro. L'estate scorsa, nel bel mezzo di un annus horribilis, i vertici del Cavallino Rampante decisero di arrestare lo sviluppo della F150 Italia per concentrarsi sul progetto 2012. L'idea, neppure tanto velata, era quella di creare una vettura performante ed in grado di lottare per la vittoria sin dalle prime gare. Ebbene, dopo mesi di intenso lavoro e, soprattutto, di ingenti risorse economiche profuse, sin dai test invernali la F2012 presentò lacune importanti dal punto di vista aerodinamico, tanto da far aleggiare a Maranello lo spettro di una nuova annata da incubo. Per fortuna non è andata così e le chances iridate sono rimaste intatte, per lo più grazie alle capacità di indomito lottatore di Fernando Alonso.
Il 30enne asturiano, in particolare, si è reso artefice di due vere e proprie imprese nei primi due appuntamenti stagionali, agguantando più punti di tutti a dispetto di una monoposto da quinta fila. In Australia, dopo essere scattato dalla 12ma piazza, lo spagnolo giunse quinto, mentre in Malesia, complice il gradito regalo della pioggia, sfoderò una delle sue migliori prestazioni in carriera, trionfando dopo una partenza dalla nona posizione.
Dopo i Gp extra-europei, tuttavia, la Ferrari ha impresso una svolta al campionato, apportando prima ai test del Mugello e poi a Barcellona delle modifiche tecniche che ne hanno migliorato l'aerodinamica e, di conseguenza, gli endemici difetti di trazione e velocità di punta. Non è un caso, infatti, se nelle ultime tre qualifiche il bi-campione del mondo non sia mai uscito dalla top5.
Insomma, ancora una volta la capacità di reazione da parte degli uomini della scuderia italiana si è rivelata fondamentale, tanto che, in pochi mesi, è stato assottigliato quasi del tutto un gap che a marzo si aggirava intorno al secondo.
Alonso, dunque, può contare finalmente su un mezzo con cui correre all'attacco e puntare alla vittoria. Certo, la Ferrari non dovrà più ripetere errori strategici come quello del Gp del Canada, i quali hanno fatto tornare alla memoria alcuni svarioni del passato che, con l'ingresso nell'organico dell'inglese Pat Fry, sembravano ormai dimenticati. Questo Mondiale, infatti, se deciderà molto probabilmente solo nel finale e magari per pochi punti di differenza: decisiva, quindi, si rivelerà la costanza di rendimento in zona podio.
Il vero, grande problema per la “Rossa” resta Felipe Massa. I numeri, come sempre, ci vengono in soccorso: in sette Gran Premi il pilota brasiliano è sempre giunto alle spalle del compagno di squadra sia in qualifica che in gara, racimolando appena 15 miseri punti in classifica. Se Alonso ha ottenuto tre podi complessivi, Massa vanta come miglior risultato la sesta posizione di Montecarlo.
Insomma, un vero e proprio fardello sulle ambizioni Ferrari in chiave Mondiale costruttori, con un pilota che, conscio che la sua avventura a Maranello terminerà a fine anno, potrebbe anche calare ulteriormente sul piano motivazionale. Un Massa di questo tipo non fa bene a nessuno, né alla sua immagine né alle velleità di successo del Cavallino Rampante.
http://www.f1passion.it/2012/06/f1-bilancio-dopo-sette-gran-premi-ferrari/
Federico Militello

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