Il bilancio di Amnesty International sulla guerra in Siria

Creato il 24 dicembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Le parole di Amnesty International suonano come macigni: “La guerra condotta dalla Russia in Siria avrebbe causato almeno 200 morti fra i civili”. La causa di queste morti fra gli innocenti siriani sarebbero proprio i raid russi incominciati il settembre scorso. In un rapporto la stessa Amnesty International sostiene che il Cremlino stia conducendo una guerra violando le basi del diritto internazionale. E’ dunque un crimine dall’enorme peso quello che si sta portando sulle spalle la Russia di Putin. Nello studio reso pubblico qualche giorno fa, Amnesty International ha sottolineato in particolar modo sei raid russi nelle zone di Aleppo, Homs e Idlib. Stando alla geografia degli attacchi, queste aree sarebbero state per la maggior parte segnate dagli attacchi dell’aviazione russa.

L’affermazione del direttore di Amnesty International per l’Africa settentrionale e il Medioriente, Philip Luther, è particolarmente pesante: “Alcuni attacchi aerei compiuti dai russi sembra che abbiano direttamente colpito decine di civili”. I raid aerei hanno infatti interessato zone residenziali, prive di obiettivi strategici e militari. “L’esito di simili attacchi” ha ancora aggiunto il direttore Philip Luther, “sono da etichettare come crimini di guerra”.

Amnesty International ha evidenziato un attacco russo di particolare rilievo: quando tre missili vennero lanciati su un mercato nel centro di Idlib, una città della Siria nord-occidentale con una popolazione di oltre 150mila abitanti. L’azione di questi tre missili portò alla morte 49 civili. Portando come esempio l’accaduto del mercato di Idlib, Philip Luther ha spiegato di come la Russia di Putin “debba smettere di compiere attacchi militari indiscriminati”, dove gli obiettivi militari si mescolano a zone altamente residenziali, così procurando un ingente numero di vittime civili. Inoltre, lo stesso Luher ha aggiunto: “La Russia deve rinunciare definitivamente all’uso delle bombe a grappolo, che il diritto internazionale ha bollato come illegali”. Le conseguenze di queste bombe – ha successivamente spiegato il direttore di Amnesty International per l’Africa settentrionale e il Medioriente – sprigionano un numero X di piccoli ordigni che raggiungono aree non del tutto prossime all’esplosione. Questo significa un effetto drammatico: in anni successivi questi piccoli ordigni potrebbero procurare ulteriori danni fra i civili.

Il rapporto di Amnesty International è fondato su ricerche condotte “a distanza”, ovverosia mediante colloqui con testimoni  e attivisti presenti nelle aree interessate dalle recenti indagini. Le testimonianze sono spesso drammatiche per via dei quattro anni di conflitto, che ormai stanno devastando irreparabilmente gli equilibri sociali della Siria. Amnesty International non ha dubbi: i vertici russi sapevano degli attacchi contro i civili, ma hanno mentito per coprire la barbarie.

Tags:Africa,aleppo,amnesty international,assad,damasco,Medio Oriente,Mosca,putin,russia,siria,USA,washington Next post

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