Il bipensiero si e' avverato!
Creato il 07 novembre 2013 da Giuseppeg
Il bipensiero era un procedimento mentale tipico
degli appartenenti al partito che dominava la terra nel romanzo di Orwell, 1984.
Ora, si sa che i romanzi distopici, proprio perché sono distopici molto spesso
ci azzeccano nelle loro previsioni, dato che com'è noto non c’è mai un limite al
peggio. Nel caso di Orwell, poi, si è trattato di una vera preveggenza, dal
momento che la cosa si è avverata interamente. Ma che cos’è il bipensiero? È la
capacità di accogliere contemporaneamente nella propria mente un pensiero
doppio e quasi sempre contrastante, senza alcuna antinomia. È il superamento
del principio di contraddizione, secondo cui A non può essere in alcun modo
non-A, e dove c’è uno non può esserci l’altro. In questo caso invece i due
pensieri convivono senza annullarsi, in una sorta di connubio schizoide che
però è controllato da una volontà precisa, ossia di credere al partito e di
giustificare ogni sua scelta. Di questi due pensieri, il primo è quello certo
più spontaneo e ha a che vedere col principio di realtà: penso quello che mi
viene da pensare, spontaneamente, adattando il mio pensiero a ciò che vedo e
sento e tocco. L’altro, invece, è il pensiero del partito: le cose non stanno
come si crede, non se non lo vuole il partito. Sono in grado di mutare il mio
pensiero a comando, secondo quanto mi viene richiesto; mi rendo conto che sto
compiendo un vero e proprio atto di sabotaggio, che sto contraffacendo il mio
pensiero, ma non importa: fa parte del bipensiero la capacità - spaventosa - di
inghiottire i propri dubbi e di annullarli, imparando a credere alla verità che
si vuole. Siamo al totalitarismo più completo: un’adesione totale e assoluta
a delle direttive esterne, un’adesione che comprende anche lo spirito del
dubbio, quello spirito che, l’abbiamo visto con Cartesio, era la prima cosa
certa della nostra esistenza.
Cosa c’entra il bipensiero con la nostra vita di
oggi? C’entra eccome: il bipensiero è dappertutto, da ogni parte; siamo
circondati da bipensiero. Il bipensiero ha sostituito quasi del tutto la guerra perché la
guerra è dispendiosa e non attira più consensi, e oltretutto è dannosa per le
ritorsioni terroristiche di cui si è avuta sin troppa esperienza in questo
ultimo decennio. Col bipensiero, no: con quello è possibile attaccare uno Stato
ed invaderlo senza che nessuno se ne accorga, senza che si abbiano difese o barricate da
contrapporre. È sufficiente affermare una cosa piacevole, una cosa qualsiasi,
che abbia un senso positivo e che si insinui nelle nostre coscienze eludendo la
sorveglianza della nostra intelligenza. Dopodiché, una volta che il cavallo di
Troia si è infiltrato, si passa alla fase successiva, ovvero si afferma il
contrario: ma la nostra urgenza di acquistare, di rinviare il confronto con la
realtà e col presente, la nostra mancanza di tempo che un po’ è cronica e un po’ è ostentata, la nostra mentalità infine ormai così radicata per la quale la
nostra esistenza è un alveare con dei pieni e con dei vuoti, dove il vuoto è
qualche cosa da riempire e da stipare - ebbene alla fine, con la nostra
volontà, noi ci adeguiamo a tutto, e non c’è alcuna difesa quando si dice di
sì. Vogliamo qualche esempio?
È presto fatto. Si fa la guerra ma per scopi
umanitari - cioè si ammazza e allo stesso tempo si tende la mano -; si dichiara
l’austerità ma nel frattempo si spende e si spande - stipendi da paura che non
fanno che aumentare, buonuscite milionarie in società che sono in crisi e non ne
hanno per pagare i dipendenti cosiddetti ‘normali -; si predica l’amore, l’umiltà
e l’uguaglianza e si possiede un patrimonio immobiliare ed esentasse spaventoso
che potrebbe cancellare immediatamente una bella fetta della fame mondiale. Ma i
fedeli fanno festa e vedono soltanto ciò che vogliono vedere. Dobbiamo andare
avanti? Si parla tanto di ludopatia, e poi si pubblicizza il gioco legalmente e
si conclude ogni tirata invitante dichiarando che il gioco fa male e può
causare dipendenza: ma come, lo promuovi e poi lo bocci? È la fine di A ≠ non-A. Oppure, si pubblicizza un medicinale - cioè
si inventano i malanni e poi si vendono le cure - per un semplice mal di testa,
e poi si avvisa a velocità supersonica che il prodotto "può provocare effetti anche gravi": cosa fai, prima spari e poi mi avvisi? Signori questa non è ipocrisia, questo è bipensiero bello e buono, e della razza più schietta! E gli esempi potrebbero continuare…
In sostanza alla fine il pericolo è questo - il pericolo, intendo, della convivenza dei contrari nella testa: 1(A) -1(non-A)=0. Due elementi uguali e contrari si annullano: dal bi-pensiero all'a-pensiero, ossia all'assenza di pensiero. Teste vuote e grandi spazi da stipare. Con buona pace di chi ancora si crede immune.
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