Beh tesore, sono troppo sfigata. Non sono mica poi andata a Berlino col dottore…. Quello spaccapalle di mio figlio so è andato a ammalare proprio venerdì pomeriggio, quando dovevo partire. Quel bambino è proprio una palla al piede. Avevo già la valigia pronta, avevo anche trovato il colbacco verde e rosa tutto tempestato di Swarovski, insomma ero troppo contenta. Niente, comincia a dire che sta male, che ha il vomito, che non sta in piedi. Secondo me era una cosa psicosomatica. Faceva così perché non voleva che partissi. Poi ci si è messa anche la Prima (la tata) a insistere e a dire che aveva la febbre a 39.5. Allora mi è toccato farle chiamare il pediatra. Ah niente, il pediatra ha detto che aveva la meningite e che non si poteva partire. Ma io gliel’ho spiegato: “Guardi che Gian sta qua, sono io che parto! C’è il dottore che mi aspetta, devo andare a Berlino! Ho già comprato l’abito”. Niente, non c’è stato niente da fare. In quarantena io, il rompipalle e la tata. Chiusi in casa come tre appestati. Ah ma io la tutina bianca me la sono messa lo stesso. E anche il pellicciotto e il colbacco. E poi quell’altro là non voleva più andare a letto. Tutta la notte a saltare su e giù per i divani come una scimmia. E poi ha voluto fare il trenino, poi si è messo a ballare la samba, la rumba, poi si è voluto provare le mie scarpe tacco 13. Insomma, era fuori come un balcone. Non ho ancorfa capito se sarà stata la febbre o quel mezzo bicchiere di vodka che gli ho dato per fargli mandare giù l’antibiotico…La Ludo è una tardona parmigiana. Ogni giovedì pomeriggio si intrufola in questo blog e scrive un post terapeutico come le ha consigliato lo psicologo di suo figlio. Si è separata l’anno scorso quando ha scoperto che il marito aveva una relazione col loro giardiniere russo, e con i soldi della separazione ha aperto un negozio di intimo in centro. Abita in centro, lavora in centro, e frequenta solo gente con i soldi.
Beh tesore, sono troppo sfigata. Non sono mica poi andata a Berlino col dottore…. Quello spaccapalle di mio figlio so è andato a ammalare proprio venerdì pomeriggio, quando dovevo partire. Quel bambino è proprio una palla al piede. Avevo già la valigia pronta, avevo anche trovato il colbacco verde e rosa tutto tempestato di Swarovski, insomma ero troppo contenta. Niente, comincia a dire che sta male, che ha il vomito, che non sta in piedi. Secondo me era una cosa psicosomatica. Faceva così perché non voleva che partissi. Poi ci si è messa anche la Prima (la tata) a insistere e a dire che aveva la febbre a 39.5. Allora mi è toccato farle chiamare il pediatra. Ah niente, il pediatra ha detto che aveva la meningite e che non si poteva partire. Ma io gliel’ho spiegato: “Guardi che Gian sta qua, sono io che parto! C’è il dottore che mi aspetta, devo andare a Berlino! Ho già comprato l’abito”. Niente, non c’è stato niente da fare. In quarantena io, il rompipalle e la tata. Chiusi in casa come tre appestati. Ah ma io la tutina bianca me la sono messa lo stesso. E anche il pellicciotto e il colbacco. E poi quell’altro là non voleva più andare a letto. Tutta la notte a saltare su e giù per i divani come una scimmia. E poi ha voluto fare il trenino, poi si è messo a ballare la samba, la rumba, poi si è voluto provare le mie scarpe tacco 13. Insomma, era fuori come un balcone. Non ho ancorfa capito se sarà stata la febbre o quel mezzo bicchiere di vodka che gli ho dato per fargli mandare giù l’antibiotico…La Ludo è una tardona parmigiana. Ogni giovedì pomeriggio si intrufola in questo blog e scrive un post terapeutico come le ha consigliato lo psicologo di suo figlio. Si è separata l’anno scorso quando ha scoperto che il marito aveva una relazione col loro giardiniere russo, e con i soldi della separazione ha aperto un negozio di intimo in centro. Abita in centro, lavora in centro, e frequenta solo gente con i soldi.
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