Particelle familiari, come dice la presentazione, è un viaggio attraverso i fondamenti, le motivazioni e la quotidianità della fisica delle particelle. Un’introduzione agli esoterici concetti che governano il lavoro di ricercatori come Delmastro, costruita passo passo (anzi, mattoncino su mattoncino, visto che nel libro viene usata proprio questa metafora) a partire dagli interrogativi e dalle richieste di semplificazione di un retorico pubblico familiare con cui l’autore dialoga. Una platea composta dalla figlia in età prescolare (la Pulce del sottotitolo), dalla moglie d’estrazione umanistica (la Signora delle Lettere), una coppia di amici che interpretano in maniera variegata la visione del metodo scientifico. Attraverso le spiegazioni a questi e altri personaggi “familiari”, Delmastro costruisce un senso il più comune possibile alla sequenza storica di scoperte in questa affascinante branca della fisica, tanto affascinante quanto ostica da spiegare.
Uscito a due anni esatti di distanza dall’annuncio della scoperta del bosone di Higgs (qui il relativo articolo di Media INAF), Particelle familiari è costruito in flashback su quel momento cruciale. Alla fine ci troviamo anche noi, seduti nell’auditorium di Ginevra assieme a Delmastro, ad emozionarci per quel traguardo raggiunto dopo decenni di sforzi, una trepidazione accresciuta dalla più chiara visione sull’argomento che il libro senz’altro ci porge.
Di facile comprensione e lettura piacevole, quello che a noi risulta un ulteriore pregio del libro è che non perde mai di vista il contesto scientifico e sociale, approfondendo quando serve quei concetti e quelle storie (ad esempio le motivazioni che portarono all’istituzione del CERN) che costituiscono elementi importanti per chi voglia rendere veramente “familiari” certi aspetti della fisica e della ricerca “fondamentale” in generale. Non a caso il capitolo conclusivo s’intitola “A cosa serve?”: ai lettori scoprire se la risposta è soddisfacente.
Un’ultima notazione riguarda alcuni aspetti nerd che l’autore mette amorevolmente in mostra. Ad esempio, nel punto in cui la moglie, la Signora delle Lettere, avanza il dubbio che vi sia un accordo segreto che uniforma l’abbigliamento del fisico sperimentale: “Ai piedi, sandali d’estate e scarpe da montagna d’inverno. Jeans oppure pantaloni corti, a seconda dell’età. Maglietta con scritte bizzarre, e sempre un maglione di pile d’inverno, accompagnato da una giacca da montagna nel caso le intemperie lo richiedano. A tracolla, immancabile, la borsa del computer portatile (o lo zaino)”. Qualcuno si riconosce?
La microintervista del 2009 a Marco Delmastro per la mostra Astri&Particelle
Fonte: Media INAF | Scritto da Stefano Parisini