Nonostante sia festa, però, voglio parlarvi comunque di un libro. L'autore è un esordiente, per quanto lavori nel giornalismo, e il suo libricino romanza alcune vicende accadute in quel di Bologna nel lontano 1800.
E' un bel libro. Qualche 'd' eufonica di troppo ma, scritto veramente bene. Le vicende ricalcano da vicino la storia bolognese di quegl'anni. Bologna era una città in declino; prima l'oppressione papale, poi l'egemonia Napoleonica avevano fiaccato l'industria cittadina e lo spirito dei bolognesi. E' infatti il periodo dove il brigantaggio compare e la fa da padrone in tutto il territorio. I briganti, infatti, non sono malviventi comuni. Sono per lo più contadini fuggiti al giogo napoleonico per infarcire i suoi eserciti di uomini pronti alla guerra. Carne da cannone, quindi, a cui i briganti si oppongono in ogni modo. Difatti Zarri, assieme ai suoi compari, pur compiendo qualche furto qua e là, si impegnerà sino all'ultimo per opporsi allo strapotere dei francesi, tentando pure di scatenare una rivolta popolare contro il governo della città. Insomma, storia e narrativa, finzione e realtà. Passioni umane, storie di guerra, di amore, di disperazione e speranza. Un bel libro, che si legge velocemente trattenendo il respiro. Diretto e senza fronzoli. Peccato solo che sia così corto. Lo consiglio.
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