Testimonianze della presenza dei molossi in quei territori e in quelle epoche sono conservate al British Museum di Londra. La più antica effige appare su un frammento di pentola di terracotta risalente a mille anni avanti Cristo. Altri reperti sono in mostra in diversi musei degli Stati Uniti come il Museum of Art di Chicago.
Le famiglie in cui si svilupparono i molossoidi sono due: la prima composta da esemplari dalle grandi dimensioni, a pelo per lo più lungo e dai colori differenti (fanno parte di questa famiglia il San Bernardo ed il Maremmano); la seconda caratterizzata da molossoidi di media e grande taglia, dalla testa grande ed il pelo corto. A questa ultima famiglia appartiene il Bulldog inglese insieme al Mastino Napoletano ed al Boxer.
Finanche Giulio Cesare, quando occupò nel 55 a. C. le Isole Britanniche, venne colpito dalla forza e dalla prestanza dei molossoidi tanto che ne portò con se qualche esemplare. A Roma, gli animali furono costretti a combattere contro leoni, tigri e tori in spettacoli di intrattenimento. Il loro nome era pugnaces britannie perché si trattava di una particolare specie di molossoidi che dall’Oriente vennero introdotti in Inghilterra. Essi discendevano da una delle quattordici stirpi della regione dell’Epiro che si trovava in Grecia. Questi cani presero il loro nome proprio da questa regione e dalla popolazione dei Molossi. Nome rintracciabile anche negli esemplari moderni sulla base della classificazione risalente al 1897 realizzata da Jean Pierre Mégnin.