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Il buon governo: dal filosofo-re al magistrato-politico

Creato il 22 ottobre 2015 da Paologiardina
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha fatto le valige, senza passare per la legge Severino trasloca direttamente tra i presentabili.
Nella famosa inchiesta di De Magistris magistrato, Why Not, non vi furono irregolarità, rilevate invece nella sentenza di primo grado, nell'acquisizione dei tabulati di alcuni parlamentari. La Corte d'Appello di Roma ha deciso: "Il fatto non costituisce reato".
Il sindaco presentabile, a margine dell'importante verdetto è stato protagonista di un interessante conferenza stampa, nella quale al netto delle battute su Matteo Renzi, e delle velate accuse a Romano Prodi, si è inoltrato in un vero e proprio campo minato.
Testuale: "Pensa a cosa fosse accaduto un anno fa se non ci fosse stato il Tar che sospendeva la sospensione, che cosa accadeva se avessi mollato... avremmo avuto probabilmente un commissario, uno dei tanti e ci sarebbe stata una violazione della sovranità popolare senza precedenti".
Assolutamente condivisibile. Ma il presentabilissimo Luigi dimentica che i precedenti ci sono stati, e purtroppo ci saranno anche i successivi.
Platone sosteneva che "Ci sarà un buon governo solo quando i filosofi diventeranno re o i re diventeranno filosofi". Oggi, le cose sono cambiate, si può dire che ci sarà un buon governo solo quando i magistrati diventano politici o i politici diventano magistrati.
A volte, sembra, ma potrebbe essere un apparenza che inganna, sia nel caso del magistrato-politico sia in quello del politico-magistrato, che quell'uno si erge al di sopra delle parti, per giudicare non i reati dei politici, ma la politica in quanto tale.
Originale su Free Journal

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