Si, stamattina mi sono alzata col muso storto (e non solo quello) e le palle girate. Qualcosa mi smucinava e rigirava da dentro, insistentemente, dissipando ogni dubbio residuo. Difatti, manco il tempo di raggiungere il bagno e la tazza, che:
- Bentornata Nina! -- Al cazzo! -- Ma come? Ho anche aspettato che tornassi dalle vacanze per non disturbare? Ingrata! -- Stronzo di un ciclo, pure in anticipo. Mavatteneaffanculovà. -
Rosso. Rosso vivo. Rosso acceso. Che presa a male. E poi il calvario. Due ore a rotolarmi e rantolare sul letto, per terra, in piedi. Una tarantolata parevo: possessed. Senza sosta e senza pace. Fiato corto, strozzato dal dolore martellante e incessante: una lama che taglia e lacera la carne da dentro. Uno strazio. Parevo una gestante con le doglie. Para para, giuro. Ironia becera della sorte. Ora respiro calma, di nuovo, che il peggio è passato.
Fortuna che io ho il buscopan per amico.
Da stamattina minaccia anche pioggia, ah che bello ritornare a casetta. Ma sapete cosa penso?
- Si come no, ma se non ce la fai nemmeno ad alzarti dal letto! -
- Lascia stare, non dar retta... che domani è un altro giorno! -
Rossella docet. Sempre.