Il cabestro sempre stringe il collo nordestino

Creato il 19 marzo 2011 da Giancarlo
Nel verificare con attenzione la storia del Ceará a partire dal XIX secolo, si giunge alla conclusione che il Ceará è stato controllato tutto questo tempo da un ristretto gruppo composto da un massimo di 10 cognomi, che si sono agglutinati tramite matrimoni, affiliazioni politiche e in altri modi, venendo a formare un solo nucleo di comando che si perpetua nel potere, in accordo con le maree politiche.Oggi uno sta al governo e l'altro all'opposizione, sostituendosi nel tempo. Ossia un ben ingegnerizzato consorzio che, a volte, si frammenta in varie correnti, ma solo per aggiustare alcuni interessi o eventuali piccole dispute, ma non per dissidenza.Fuori da questa efficiente organizzazione di mandatari, mai si potrà creare una forza politica in questo stato, a parte l'effluvio transitorio di padre Cícero, ma anche lui era una fazione di questo stesso potere centralizzato, e quindi gli era concesso di esercitare la sua influenza.Successivamente, già nella seconda metà del XX secolo, si avrà di fatto una prima crepa in questa fratellanza, benché senza conseguenze all'interno della stessa o disaggregazione famigliare. Solo una piccola modifica nel modo di operare, portato al successo da alcuni impresari di successo, che volevano trattare direttamente con il popolo non vincolati ai gruppi marcescenti del colonnellismo delle stesse famiglie al momento regnante nel Ceará.Questa confraternita così organizzata che terminerà per assumere il controllo di tutti i punti strategici e generatori di lucro nello stato del Ceará, con metodi altamente corrosivi e sconosciuti anche per i suoi pari momentaneamente lontani dalle leve del potere, e che, per il mortifico abbraccio dei media, dei cartorios, delle aggregazioni politiche e dei grandi affari nell'iniziativa privata, passavano al popolino la falsa impressione che lo stato stava progredendo, e con questo rafforzavano sempre più il collante delle loro poltrone.Progresso, evidente per quella ristretta parcella di individui, come se i suoi protagonisti stessero veramente realizzando qualcosa per il popolo, dopo che opere faraoniche e altre di più piccola portata, sfilarono sui media come grandi realizzazioni per tutti.Parallelamente a questo, e per il mantenimento del sistema, la mano di ferro controllava tutti i mezzi di informazione nella criminalizzazione dei movimenti sociali e nella cooptazione delle fragili iniziative che venivano abortite sul nascere.Questo è quanto può vedere un osservatore autonomo dello stato del Ceará, specialmente della politica, e dal mio punto di osservazione non comprendo il principio del perché il Governatore dello Stato, Cid Gomes dichiara di sostenere Tasso Jereissati, che si dimostra essere un duro e rabbioso oppositore di Lula, il Presidente che comunque sta facendo molto per questo stato.Cid è il fratello di Ciro, il quale sostituì il Jereissati come Governatore e Senatore, il quale sostenne la carica di Governatore e Deputato di Ciro, che uscito dal PSDB di FHC ma senza separarsi da Jereissati ed entrò nel PSB che sostiene Lula e per questo motivo fu un suo Ministro e che ora è in dirittura di arrivo per la sua candidatura alla successione presidenziale, pur facendo una malcelata opposizione al Presidente.Il Ceará, purtroppo, continua incaprettato come ai tempi coloniali. Il controllo dei media in questo stato è totale da parte della “famiglia”, e questo aggrava sempre più la situazione. Le stesse persone dettando gli ordini, nominando i suoi componenti per i posti strategici, abbracciando tutto, arricchendosi, prendendo in giro il cittadino che comprende questa falsità, mentre il suo pubblico diventa sempre più idiota.Nel frattempo la secca continua a mietere le vittime, e solo a costi esorbitanti, con i carri cisterna, si evitano centinaia di morti per sete nel sertão nordestino, di cui questo stato fa parte. Uno stato con 184 municipi, dove oltre 120 di questi vengono riforniti di acqua “potabile” con i carri cisterna dell'esercito non può definirsi uno stato moderno.