IL CAIMANO, di Nanni Moretti

Creato il 06 novembre 2013 da Letteratitudine

Il nuovo appuntamento della rubrica PELLICOLE ITALICHE da rivedere, curata da Gordiano Lupi, è dedicato a uno dei più celebri film di Nanni Moretti: “Il caimano”.

Se vi va, potremmo cogliere l’occasione e approfittare di questo post per discutere del cinema di Moretti in generale.

Di seguito, oltre all’articolo di Lupi, la locandina e il trailer del film.

Massimo Maugeri

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IL CAIMANO (2006) - di Nanni Moretti

recensione di Gordiano Lupi

Regia: Nanni Moretti. Soggetto: Nani Moretti, Heidrun Schleefer. Sceneggiatura: Nanni Moretti, Francesco Piccolo, Federica Pontremoli. Fotografia: Arnaldo Catinari. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musiche. Franco Piersanti. Scenografia: Giancarlo Basili. Costumi: Lina Nerli Taviani. Genere: Commedia, Drammatico, Politico. Durata: 112’. Produttore: Angelo Barbagallo e Nanni Moretti. Case di Produzione: Sacher Film, Bac Films, Stephan Films, France 3 Cinema, con la collaborazione di Wild Bunch, Canal+, Cinecinema. Distribuzione: Sacher Distribuzione. Interpreti: Silvio Orlando (Bruno Bonomo), Margherita Buy (Paola Bonomo/ Aidra), Jasmine Trinca (Teresa, la regista), Michele Placido (Michele Pulici/Silvio Berlusconi), Elio De Capitani (Silvio Berlusconi), Paolo Sorrentino (cammeo in Cateratte), Paolo Virzì (cammeo in Cateratte), Giuliano Montaldo (Franco Caspio, vecchio regista), Tatti Sanguineti (Beppe Savonese, il critico), Toni Bertorelli (Indro Montanelli), Lucia Arikò (Marica, la sceneggiatrice), Nanni Moretti (se stesso/Silvio Berlusconi), Jerzy Stuhr (Jerzy Sturovsky, produttore polacco), Matteo Garrone (direttore della fotografia), Luisa De Santis (Marisa, la segretaria di Bonomo), Anna Bonaiuto (Ilda Bocassini), Valerio Mastandrea (Cesari, il finanziere), Sofia Vigliar (baby-sitter), Cecilia Dazzi (Luisa), Carlo Mazzacurati (cameriere), Antonio Petrocelli (legale del caimano), Dario Cantarelli (critico gastronomico).

Il caimano è un film importante, tra i migliori realizzati da Nanni Moretti, non tanto per la feroce critica allo stile di vita incarnato dal modello berlusconiano, quanto per la piccola storia di fallimento esistenziale raccontata da uno straordinario protagonista. Silvo Orlando si cala con partecipazione nei panni di Bruno Bonomo, un produttore cinematografico che sta attraversando un periodo difficile, professionale e sentimentale. Negli anni Settanta faceva furore con il cinema trash, pellicole di genere dai titoli improbabili (Maciste contro Freud, Viterbo violenta, Violenza a Cosenza, Mocassini assassini, La vendetta di Aidra e il mitico Cateratte), la moglie (Buy) era al suo fianco e interpretava il ruolo di Aidra, eroina vendicatrice assetata di sangue. Adesso tutto è finito: la casa di produzione sta per fallire, il matrimonio va a pezzi, anche se il produttore è ancora innamorato della moglie, gli amici lo abbandonano, persino un vecchio collega (Montaldo) è stanco di lavorare per lui. A un certo punto si presenta una giovane regista (Trinca) con una sceneggiatura intitolata Il caimano, che lui scambia per cinema di genere, mentre si tratta di un film politico su Silvio Berlusconi. Bonomo dopo alcuni tentennamenti decide di fare il film, anche se in passato non ha mai voluto fare film impegnati, cerca un produttore polacco, un attore importante (Placido) e parte per l’avventura con una troupe di fedelissimi. Il mondo, intanto, gli crolla intorno, sua moglie vede un’altra persona, lui è costretto a incontrare i figli in uno squallido residence, il vecchio regista gli ruba un progetto su Cristoforo Colombo e persino l’attore importante abbandona il progetto Berlusconi. Bonomo è sull’orlo del fallimento, ma con i pochi soldi che gli restano gira un giorno della vita di Silvio Berlusconi: il processo al caimano, che si conclude con una profetica condanna a sette anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Finale imprevedibile con Berlusconi (Moretti) che esce dal Palazzo di Giustizia tra gli applausi mentre il popolo si ribella ai magistrati e li colpisce con sassate e bombe molotov.

Il caimano è cinema nel cinema, costruito tra continui flashback, con il film su Berlusconi che si interseca in maniera geniale alla piccola storia di Paolo Bonomo. Nanni Moretti sceglie di far interpretare Berlusconi da tre attori, per sottolineare quanto sia difficile descrivere monodimensionalmente il personaggio: Elio De Capitani (Bonomo legge la sceneggiatura e immagina la storia), Michele Placido (l’attore prescelto che ne dà un’interpretazione simpatica) e se stesso (il finale apocalittico). Il caimano è un lavoro metacinematografico zeppo di citazioni al cinema del passato, un vero e proprio omaggio al tanto vituperato cinema di genere italiano. Non credo che Moretti odi il nostro cinema di genere, come afferma certa critica. Orlando esprime in poche parole il pensiero del regista: “Il cinema d’autore e il cinema di genere erano soltanto due modi diversi di fare lo stesso lavoro”. Numerosi cammei di personaggi del cinema, a cominciare dalle prime sequenze - estratte da un inesistente Cateratte - con Paolo Virzì nei panni di un dirigente maoista e Paolo Sorrentino trafitto da un tridente di Aidra. Tatti Sanguineti interpreta se stesso nei panni di un critico cinematografico, tra l’altro è un cinefilo importante che nel corso del tempo ha cambiato spesso idea sul valore del nostro cinema popolare. Basti pensare che vituperava come pochi Franco & Ciccio, ma dopo la morte di entrambi passa il tempo in televisione a rivalutarli. Il regista Giuliano Montaldo è il vecchio regista Franco Caspio, collega di tante battaglie a fianco del produttore che finisce per tradirlo. Ricordiamo altri cammei di Carlo Mazzacurati, Renato De Maria, Stefano Rulli, Matteo Garrone, Antonello Grimaldi. Sono geniali i due spezzoni di cinema che vedono protagonista Aidra, girati con la tecnica delle vecchie pellicole di genere, eccessive e piene di sangue. Moretti cita il genere splatter a più riprese, in un frangente si prende anche la soddisfazione di far divorare un critico (gastronomico, ma fa lo stesso) da alcuni astici vivi, infine lo travolge con un pentolone di acqua bollente e lo fa sbudellare da Aidra. Dario Cantarelli è perfetto nella caratterizzazione eccessiva del critico, così come era straordinario nei panni del preside in Bianca. Il produttore utilizza le storie di Aidra come favole per far addormentare i figli, sono ricordi del suo passato che vuol condividere almeno con loro, visto che la moglie ha rinnegato il passato per dedicarsi alla musica. Silvio Orlando presta la sua maschera dolente per un personaggio straordinariamente riuscito, un uomo vero travolto dai problemi, inadeguato ad affrontare la realtà che lo circonda. Bonomo vive di ricordi, dorme nei suoi studi che i creditori gli stanno portando via, passeggia nella piscina priva di acqua dove ha girato l’ultimo film di pirati e le locandine del tanto amato cinema trash che i giovani ricercano per celebrarlo nel corso di inutili retrospettive. Il piano sequenza con Silvio Orlando che attraversa disperato il Lungotevere mostra - tra immagini stupende e musica suadente - la sconfitta definitiva di un uomo che non riesce ad affrontare la vita. Nanni Moretti gira con bravura un film che si rivide con piacere a distanza di tempo e interpreta con ironia la parte di se stesso: “È sempre il tempo di fare una commedia!”, dirà alla giovane regista. “Io non l’ho letta la tua sceneggiatura ma tanto lo so cosa c’è scritto: le solite cose che il pubblico di sinistra vuole sentirsi dire su Berlusconi. Io voglio fare una commedia, adesso!”. Bravo anche nella parte finale dove interpreta Berlusconi recitando le stesse parole pronunciate dall’ex premier. Alcuni spezzoni d’epoca completano il film politico, che si ricorda anche per alcune parti oniriche molto ben girate: i soldi che piovono dal cielo sfondando il soffitto, l’atterraggio dell’elicottero di Berlusconi in un campo sportivo. Un film che va oltre i generi, come ogni pellicola di Nanni Moretti: commedia, dramma esistenziale, film sociale e satira politica.

Il film scatenò molte reazioni perché uscì in periodo elettorale e molti politici chiesero con forza di posticiparne la programmazione. Ha ragione Moretti quando afferma che “Il caimano non è un film politico, ma un film intimista, la storia di una coppia che si sta separando, mentre la vicenda Berlusconi è il film nel film, quello che nella finzione si sta girando, e fa soltanto da cornice alla storia principale”. Tra l’altro Moretti non critica tanto Berlusconi, quanto il berlusconismo, vuol sottolineare il fatto che un certo modo di pensare e tanta brutta televisione abbiano cambiato in peggio gli italiani. “Volevate quella televisione grigia e triste con soltanto due canali e quelle ballerine vestite? Io vi ho dato la televisione piena di luci e colori, a ogni ora del giorno. È tutto merito mio”, dirà il Berlusconi al pubblico di uno show televisivo in mezzo a ballerine discinte. Berlusconi la prese con ironia: “Un ottimo regista italiano ha raccontato una fiaba e mi ha dato un soprannome che mi mancava: signori, io sono il caimano”.

Alcuni passaggi televisivi importanti: Sky Cinema Mania (27 aprile 2007), La7 (30 aprile 2011), Rai 3 (19 giugno 2011 - 12,97% di share, circa tre milioni di spettatori), infine di nuovo su La7 (4 ottobre 2013), programma Film Evento condotto da Enrico Mentana, come spunto per un dibattito politico sulla decadenza di Berlusconi da parlamentare, dopo la nota sentenza di condanna.

Ottima la colonna sonora di Franco Piersanti che torna a collaborare con Moretti a 23 anni di distanza, dopo il film Bianca. Assistenti alla regia sono Cosimo Messeri, figlio dell’attore Marco, e Alice Di Giacomo, figlia del direttore della fotografia Franco, che aveva collaborato ai primi tre film di Moretti. Tra le citazioni d’autore ricordiamo alcune sequenze de La città incantata di Hayao Miyazaki, premio Oscar 2001 come miglior film di animazione. Partecipa al film anche il Nuovo Coro Sinfonico Romano che esegue il Dixit Dominus di Händel. Molte analogie con la realtà per quel che riguarda la profetica parte finale, sia per lo svolgimento del processo che per la durata della pena inflitta dalla corte. La scena finale apocalittica, invece, dobbiamo augurarci che sia meno profetica. Tra gli attori la sola a convincere poco è la bella ma inespressiva Jasmine Trinca.

Rassegna critica. Paolo Mereghetti (tre stelle): “Moretti fa decantare le proprie ossessioni grazie all’interpretazione di Silvio Orlando, ma non rinuncia a un punto di vita personale per riflettere sull’Italia. Berlusconi diventa una specie di concreto esempio e di illuminante metafora della realtà, che Moretti racconta come un elemento interno e soggettivo che interagisce con la vita di chi vuole interessarsi a lui. La fallimentare vita privata di Bonomo diventa l’altra faccia di un paese che ha perso le sue certezze, mentre i diversi stili con cui è rappresentato il caimano sono esempi concreti della difficoltà di trovare un unico linguaggio per narrare e per spiegare l’Italia”. Troppo politico come giudizio. Preferiamo Morando Morandini (tre stelle per la critica, quattro stelle per il pubblico), che parla di cinema nel cinema: “Il caimano è anzitutto un film sul cinema, la storia di un film da fare. Disomogeneo fin che si vuole, ma è difficile negarne l’originalità. Dopo una mala partenza (col peggio di quella commedia all’italiana che Moretti ha sempre irriso) arriva al bersaglio con un duro finale fantapolitico di anticipazione. Un Silvio Orlando da premio”. Non siamo così convinti sul giudizio negativo di Moretti nei confronti del cinema popolare italiano che ci pare trattato con il massimo rispetto. Pino Farinotti concede due stelle, salva soltanto il segmento privato e non ama il compitino politico su Berlusconi, ma riconosce a Moretti la genialità del grande autore.

Il caimano riscuote molti premi prestigiosi. David di Donatello 2006: miglior film, regista, produttore, attore protagonista, musica, fonico in presa diretta. Nastro d’argento 2007: produttore, attori protagonisti. Ciack d’oro 2006: miglior film, regia, attori protagonisti, sceneggiatura, musica, produzione, montaggio e persino manifesto. Globo d’oro 2006. Nomination al Festival di Cannes e all’European Film Awards 2006.


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