Magazine Religione

Il calciatore Luca Rossettini ricorda Morosini: «ci ha messo di fronte a Dio»

Creato il 18 aprile 2012 da Uccronline

Il calciatore Luca Rossettini ricorda Morosini: «ci ha messo di fronte a Dio»Come purtroppo sappiamo, sabato scorso il calciatore  del Livorno Piermario Morosini, 25 anni, è stato colpito da infarto ed è morto sul campo. Una tragedia che ha toccato un po’ tutti, appassionati o meno del pallone, e che ha travalicato presto i confini nazionali. Luca Rossettini, giocatore 27 enne del Siena, approdato nel 2008 anche nella nazionale Under-21 italiana, ha voluto scrivere una bella riflessione personale, inviando una lettera al direttore del quotidiano online Ilsussidiario.net. 

Scrive Rossettini: «Caro direttore, quando ieri ho appreso della morte di Piermario, pur non conoscendolo bene (ci siamo infatti affrontati da avversari sul campo e giocato insieme un paio di partite nella rappresentative nazionali) mi sono trovato a piangere come un bambino come si piange per un parente o un amico che ci lascia. E mi sono sorpreso di questo perché come temperamento normalmente tendo a tenere tutto dentro. Ieri però è accaduto qualcosa». Il difensore del Siena accenna alla travagliata storia familiare di Morosini, ricordando il «dialogo col mio compagno di stanza quando davanti alla tv abbiamo appreso la tragica notizia. Mi ha detto: “una cosa così non può lasciare indifferenti, ma ti fa riflettere sulla vita e su Dio“». Continua: «Piermario con la sua morte ha avuto pietà di tutti noi che lo piangiamo perché ci ha messo violentemente di fronte all’eterno e a noi stessi, nudi da tutte le distrazioni che il mondo ci mette davanti e riducendo a zero tutte le nostre inutili preoccupazioni e contese». «Se vogliamo essere uomini fino in fondo e per rispetto al sacrificio di Piermario», riflette il calciatore, «non possiamo far tacere quelle domande che sorgono spontanee dentro di noi in questi momenti: vale davvero la pena vivere? E se si per che cosa? Finisce tutto con la morte? Siamo davvero padroni della nostra vita o siamo voluti e amati ogni istante che passiamo quaggiù?».

Queste inevitabili domande, che la morte di Piermario ha fatto riemergere in ciascuno, «possano essere per ognuno di noi compagni, colleghi, amici e tifosi un passo in avanti verso quel Disegno di salvezza che misteriosamente ci comprende tutti, ognuno con la sua strada e la sua storia», si augura Rossettini. Personalmente sono molto d’accordo: inutile dare sfogo alla furia giustizialista verso quella macchina dei vigili che non doveva ostruire il cancello per permettere l’ingresso all’ambulanza. Certamente, si trovi il responsabile e si individuino le eventuali colpe, se effettivamente quel ritardo è stato fatale per la vita di Piermario. Si impari da questo tragico errore, ma è sterile accanirsi morbosamente e mediaticamente su questo, nulla riporterà indietro Piermario.

E’ bene invece che trovino spazio le questioni poste così profondamente dal giocatore del Siena, Rossettini, il quale conclude: «Preghiamo soprattutto per la sorella e la fidanzata perché sopportino la lontananza e non siano lasciate sole in questo immenso dolore ma possano sentire la vicinanza degli amici e dei parenti e il calore di quell’unica grande Presenza che unica consola e riscalda il cuore. Piermario da oggi è più di un compagno, collega o avversario, Piermario è un vero amico perché in qualche modo, misteriosamente, ha dato la sua vita per ciascuno di noi». Anche io ritengo che, se questa tragedia può servire a riflettere maggiormente sul senso della nostra vita, ad avvicinarci di più a Colui che, unico, può darle un senso compiuto e adeguato, allora Piermario rimarrà davvero anche nei cuori di chi non l’ha mai conosciuto, indipendentemente da quando i media decideranno inevitabilmente di disinteressarsene. Senza nessun falso sentimentalismo.

Simone Aguado


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :