Quali sono le nuove "leggi" del calcio? Esistono regole che, anche se non precisate, riescono a descrivere sinteticamente il funzionamento di partite, l'esito di schedine e l'assegnazione di trofei?
"[...]La prima legge del Calcio dice che 'vince solo chi spende molto'. La seconda legge specifica che 'non basta spendere molto per essere sicuri di vincere, dal momento che è uno solo a vincere'. La terza legge aggiunge che 'chi non ha l'obbligo di vincere può guadagnare molto; ma [...] deve non dover vincere.' Vincere e guadagnare non è ancora riuscito a nessuno. Per quanto tempo si potrà andare avanti così? E a quali cambiamenti porterà la ricerca di cambiamenti? [...]"
Il calcio è un mondo complicato, per moltissimi lati anche malato e profondamente immorale, a maggior ragione se paragonato con i tanto amati/odiati/temuti "tempi che corrono": stipendi elevatissimi, contratti firmati confusi con ricatti per l'insperato "ritocco all'ingaggio", coni d'ombra e zone nascoste, giustizia ed onestà alle volte ridotte ai minimi termini, intrecci non troppo malcelati con il consenso politico, [...]. Se il calcio è definibile come "sport nazionale", come ha vissuto e come sta vivendo la crisi economico-finanziaria che ormai da anni sta imperando (non solo) in Italia?
"[...]questi cinque anni sono stati soprattutto il perioodo in cui il problema economico ha mostrato la faccia reale del calcio: vincono solo i molto ricchi. La bravura sta quasi soltanto nell'avere soldi. E' questo che seleziona davvero la grandezza sul campo.[...]"
Grandezza sul campo che, nel tempo, ha finito per fare rima stretta con aumento dei diritti televisivi, concessioni stimate e poi tradite relativamente al fair play finanziario, ingresso nel calcio europeo di capitali e finanziatori provenienti da altri continenti, ribalta di nuovi palcoscenici in cui cercare talenti/prospettive, [...]. Potrebbero "geometrie" come queste contribuire a descrivere un nuovo orizzonte con cui "fare" calcio? Entro quali argini possono collocarsi l'Italia ed il tifoso medio italiano? Riflessioni a queste e moltissime altre domande sono presentate nel libro "Il calcio dei ricchi", scritto dal giornalista e commentatore televisivo Mario Sconcerti. Dentro tale opera vengono delineati i nuovi confini attraverso cui è possibile descrivere un'idea di calcio più moderna e funzionale ai "tempi che corrono": competenza e talento dello spettatore medio, diritti televisivi ed informazione, impatto di internet e della multimedialità, cali e crolli della partecipazione negli stadi, giornalismo, [...]. Il calcio moderno si configura, pertanto, come una componente del "sistema-Italia" sottoposta ad inevitabili deformazioni e cambiamenti: quali e quanti ruoli rivestono i soldi, di fatto confondibili con una nuovo perdurare della cosiddetta "dittatura delle disuguaglianze"? Quando potranno tornare, se mai sapranno farlo, scudetti simili a quello del Verona '85 o della Samp '91? Sarà possibile vincere per "meriti" non economici? Quanto potranno pesare competenze, professionalità e ricerca di giovani promettenti su palcoscenici sconosciuti? Quanto possono influenzare (o falsare?) gli equilibri delle competizioni le decisioni di procuratori, arbitri, [...]? Ragionare attorno al calcio ed ai suoi squilibri presuppone la necessità di discutere attorno al ruolo rivestito dai suoi "attori": calciatori, arbitri, fuoriclasse di ieri e domani, campioni di oggi, allenatori ed allen-attori, bambini e ragazzi, scuole calcio e genitori, procuratori, [...]. Se tutto questo riesce ad identificarsi come "calcio", fino a quando le competenze non riusciranno a prevalere sulle disponibilità economiche? A queste (e moltissime altre) domande potranno seguire risposte e riflessioni, di qualunque tipo. Ragionare attorno al calcio ed ai suoi significati equivale a ragionare su "giochi" equivale al discutere su componenti ben più pesanti? Rimane, a risposta, un paragone importante:
"Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro."