Il calcio è fermo, le follie dei presidenti no!

Creato il 02 settembre 2011 da Postscriptum

Se i calciatori della Serie A italiana decidono di non scendere in campo per protestare contro adeguamenti contrattuali che non accettano, se la prima giornata di campionato slitta inesorabilmente verso metà settembre con conseguenti ingombranti recuperi postumi, insomma, se il pallone non rotola sui campi italiani ciò non vuol dire che le idiozie dei presidenti dei club e dei calciatori siano allo stesso modo assenti.

Se la prima giornata si fosse giocata regolarmente forse non racconteremo di assurde cretinaggini uscite dalla bocca di giocatori e dirigenti che stanno contornando ancor più di surreale la situazione oltremodo imbarazzante in cui versa il mondo del calcio italiano.

Lo sciopero si è dimostrato essere fatale per Stefano Pioli, già ex tecnico del Palermo, che il vulcanico presidente Zamparini ha deciso di esonerare senza appello. Motivazione?
Non che Zamparini ne abbia bisogno per perpretrare il proprio modo di fare idiota e impulsivo ma, stavolta, il primo tifoso rosanero ha motivato la scelta sottolineando l’atteggiamento non da vincente di Pioli.
Questo dopo che lui stesso aveva deciso di distruggere la splendida rosa della squadra cedendo i gioielli di casa e non rimpiazzandoli a dovere.

Non si sorride nemmeno a Firenze dove Gilardino e Montolivo criticano la sordità della dirigenza viola alle richieste di altri club interessati alla loro acquisizione: Corvino ha infatti bloccato i trasferimenti dell’attaccante al Genoa e del centrocampista al Milan per non rafforzare le dirette avversarie. Decisione che può sembrare giusta, se non fosse che il Milan lotterà facilmente per lo scudetto e il Genoa per la Zona Uefa. E la Fiorentina?

In casa Juventus invece c’è l’apoteosi del surreale con Ziegler che arriva per rafforzare la difesa e viene girato dopo solo 51 giorni al Fenerbahce e con Amauri che rifiuta ogni trasferimento e rischia di essere messo fuori rosa. Spiegazione di Marotta: Ziegler era stato scelto da Del Neri, è arrivato in estate ma, è stato bocciato da Conte. Amauri? Ci tiene in ostaggio.

A Trigoria, sede strategica della Roma, invece di accogliere i nuovi (tanti, troppi) arrivati si deve fare i conti con i mugugni di De Rossi e Borriello. Il primo non sembra aver gradito l’acquisto del madrileno Gago e tentenna vista la corte del Manchester City di Mancini, l’attaccante invece è in rotta con il club dallo scorso finale di stagione.

Non è solo il mercato (di cui ha parlato il mio socio gpacetto in questo post) a mettere in imbarazzo le squadre italiane ma anche diverse vicissitudini legate al comportamento sempre meno attento e preciso dei loro dirigenti che, terrorizzati dallo spettro del fair play finanziario, sono entrati nel pallone ed inanellano una dopo l’altra decisioni sbagliate.


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