In ogni zona di mare vi era un tempo un piatto, e vi è tutt’ora una zuppa , una pietanza, atta a recuperare le minutaglie ed i pesci non adatti alla vendita. Si tratta di piatti poveri, di sostentamento, ma ricchi di sapori e significati, oltre al caldaro ne è un esempio il certamente più noto caciucco.
Ecco la ricetta:
Ingredienti per 4 persone:
4 spicchi d’aglio , 1/2 cipolla , 2 rametti di prezzemolo con le loro foglioline , 1 peperoncino 4 cucchiai d’olio e.v.o. , 3 pomodori ramati spellati , 1 bicchiere di vino bianco , 1 polipetto tagliato in 4 parti , 1 seppia in 4 parti , 4 piccoli totani , 1 scorfano , 1 gallinella , 4 trancetti di tonno , 300 g di pane raffermo , 1/2 bicchiere di vino bianco
Procedimento:
Tritate non troppo finemente le verdure e gli aromi, dunque fate soffriggere il tutto in una casseruola (meglio se in coccio) a fuoco lento fin che il tutto non sarà ben appassito Unite dunque i pesci; in principio il polipo , le seppie ed i totani, dopo una decina di minuti, quando questi si saranno inteneriti, il tonno e la gallinella, fate rosolare per bene e quindi sfumate con il vino bianco. Unite dunque i pomodori spellati, fatti a tocchetti e privati dei semi e lasciate andare a tegame coperto e fuoco dolce per un ora circa aggiungendo se necessario acqua. Nel mentre affettate il pane allo spessore di un dito e fatelo tostare; disponetelo quindi nei piatti, versatevi sopra la zuppa ( che avrete aggiustato di sale) e servite.
Questa è indicativamente la ricetta del caldaro, preparazione che non presenta una ricetta specifica in quanto rappresentava un tempo un piatto di sostentamento, preparata con ciò che il mare offriva, a seconda dei periodi, delle giornate e delle zone e che presenta dunque numerose varianti