La fine dell’anno è spesso un’occasione per fare bilanci, anche in campo energetico. Il 2010 è stato segnato dal dibattito sul ritorno del nucleare in Italia, già avviato con la cosiddetta “legge sviluppo” del 2009. Un articolo de l’Occidentale, pubblicato qualche giorno fa, sintetizza efficacemente il nostro cammino verso il nucleare.
Le ultime tappe significative sono state lo spot del Forum Nucleare Italiano, che ha scatenato le (prevedibili) polemiche del mondo ambientalista. Gli antinuclearisti si sono appellati a presunte violazioni della par condicio, mettendo in dubbio un’importante occasione di confronto: “Oggi che per la prima volta si invita l’opinione pubblica a partecipare al dibattito in materia nucleare, si chiede l’interruzione dello spot e nuove regole – si legge nell’articolo”.
L’approvazione del Cipe della delibera che stabilisce le tipologie di impianto di produzione di energia nucleare, avvenuta la scorsa settimana, dovrebbe fortunatamente accelerare il ritorno all’atomo. Manca solo il parere (non vincolante) della Conferenza unificata e delle commissioni parlamentari. Il Cipe punta tutto sulla sicurezza degli impianti: se il provvedimento non subirà modifiche di alcun tipo, saranno realizzati in Italia solo strutture che rispettino standard in termini di efficienza e sicurezza più elevati rispetto a quelle attualmente funzionanti. Nello specifico, via libera solo alle centrali di terza generazione: i reattori installabili in Italia sono al momento gli EPR (European Pressurized Reactor), gli AP1000 (Advanced Passive) di Westinghouse/Toshiba, gli ABWR (Advanced Bowling Water Reactor) e gli ESBWR (Economic Simplified Bowling Water Reactor) della General Electric. Su tutti, in vantaggio ci sono gli EPR, che “hanno costi per unità di potenza installata inferiori del 10% rispetto ai reattori di seconda generazione. Trovano un impiego più flessibile, potendo quindi adattarsi più facilmente alla variabilità della domanda. Hanno, infine, un maggior rendimento (37% contro i 30-33% dei reattori di seconda generazione)”.
Le premesse per un “lieto fine” ci sono tutte. Non ci resta che aspettare il 2011.
Potrebbero interessarti anche :