Ben Gazzara interpreta il ruolo di Raffaele Cutolo nel film di Giuseppe Tornatore.
Titolo: Il Camorrista
Autore: Giuseppe Marrazzo
Editore: Tullio Pironti
Anno: 1984
Genere: Biografia, Camorra
Pagine: 230
Formato: Cartaceo
Trama:
È negli anni settanta che la camorra passa da fenomeno locale alle dimensioni di una mostruosa piovra che allunga i suoi tentacoli su una intera regione. L’artefice del cambiamento è Raffaele Cutolo, uno sconosciuto giovanotto di Ottaviano, finito in galera dopo avere ucciso un uomo in seguito a un banale litigio. Ed è proprio in carcere che Cutolo, giorno dopo giorno, costruisce il suo potere, il suo carisma, il suo ruolo “prestigioso” di capo di un’organizzazione che presto si estende in tutta Italia. Il libro racconta i suoi delitti, i suoi traffici, gli amori, le debolezze, le trame oscure legate al clamoroso caso Cirillo, che vide Cutolo nei panni del mediatore fra lo Stato e i terroristi che avevano rapito rapito l’assessore regionale campano.
Giudizio:
Raffaele Cutolo è il camorrista più famoso. IL camorrista, appunto. L’unico a essere oggetto di una bella canzone di De André, talmente ironica e azzeccata, nella sua amarezza divertita, da far perdonare la pronuncia parecchio incerta del cantautore genovese. Un personaggio degno di un romanzo, con il suo talento – perverso, sanguinario, orribile, ma sempre talento – e le sue manie. Vanitoso, megalomane, manipolatore, crudele, infido, ma anche forte, determinato, carismatico, previdente, capace di mettere su un impero restando chiuso in una cella del carcere.
Piccola evasione a parte, va be’… Non stiamo a sottilizzare.
Giuseppe Marrazzo ha raccontato la vicenda di Cutolo in prima persona, riuscendo a dare voce a questo boss in modo convincente. La narrazione procede con un registro linguistico curato, non basso. Potrebbe sembrare eccessivo solo a chi non ha mai ascoltato un’intervista a Cutolo, noto nell’abbiente come “il Professore”.
Il testo è equilibrato, tutto sommato veloce, senza essere povero di dettagli o frettoloso. La vita di Cutolo viene scandita in fasi, raccontata in un flashback che inizia dal viaggio verso il carcere duro dell’Asinara. È il racconto di una vita sprecata, di un’intelligenza deviata e proprio per questo capace di esercitare, ancora oggi, dopo più di vent’anni di irrilevanza criminale, una certa curiosità nei lettori.
La stoffa c’è, il sarto era bravo. Una lettura consigliata a tutti gli appassionati del genere.
Sull’autore:
Giuseppe Marrazzo (1928 – 1985) era un giornalista italiano di chiara fama. Ha lavorato sia per molti quotidiani e settimanali nazionali, sia per la televisione. Si è occupato spesso di criminalità organizzata, portando a termine inchieste su mafia, camorra, ‘ndrangheta e traffico di droga. Ha ricevuto diversi premi e nel 978 fu dichiarato Cronista dell’anno. È morto a Roma nel 1985.
Aniello Troiano