Il Campionato delle altre: Inter

Creato il 17 novembre 2010 da Gianclint

Avvicendamento doloroso sia sentimentalmente, sia tecnicamente

Lasciando da parte i report di ogni giornata, dal momento che non crediamo interessi più di tanto ai lettori di questo blog di Cesena-Brescia o Catania-Cagliari, abbiamo pensato che sarebbe stato interessante parlare tra di noi del Campionato delle squadre che in questo momento lottano con il nostro Milan nelle prime posizioni della classifica: quindi Lazio, Inter, Juventus e Roma… con un pizzico di Palermo, perché obiettivamente non si può non citare quel fenomeno di Pastore.

Cominciamo coi cugini, le bave, i bisleroni, i profughi, le merde o comunque a voi piaccia chiamarli. In questi giorni assistiamo ad un piacevole ritorno al passato, al caro vecchio Moratti che non sa mai che pesci pigliare. La sconfitta nel Derby ha lacerato un ambiente già di per sé isterico, aggravando ulteriormente la situazione non semplicissima che c’era prima della stracittadina meneghina. TuttoSport e la Gazzetta di oggi dedicano ampio spazio alla situazione dell’Ancelotti spagnolo, definendolo addirittura appeso a un filo. La rosea fa quattro nomi di papabili sostituti dell’ex mister del Liverpool: Leonardo, Spalletti, Rijkaard e Dunga. La sensazione è che nonostante molti tifosi siano scontenti del lavoro di Benitez, nessuno di loro potrebbe “accettare” uno di questi allenatori sulla panchina nerazzurra, semplicemente perché nessuno di loro è Mourinho.

Non più di tanto curiosa questa adorazione nei confronti del portoghese da parte dei sostenitori della seconda squadra di Milano: è naturale questo sentimento verso chi ti ha fatto vincere una Coppa, la Coppa, che non vincevi da quasi mezzo secolo. Più irrazionale invece l’idea che il mondo sia crollato da quando lui se ne sia andato. È una fase propria della storia d’amore che finisce, per questo è non consigliabile innamorarsi delle prostitute (e questo dovrebbe mettere sull’attenti anche noi con Ibra). Dal punto di vista tecnico tattico è forse Dunga il più adatto ad allenare questa Inter, vista la sua predisposizione più al pragmatismo che alla spettacolarità o al bel gioco, ma se fossimo dei consiglieri del petroliere, in tutta onestà, gli diremmo che cambiare un allenatore a questo punto della stagione è inutile, se non ulteriormente dannoso. Il Mondiale per Club incombe, e se deve andare male va male sia con Benitez, sia con Dunga o chi per lui. Il momento più adatto per un avvicendamento in panchina sarebbe ormai quello dello stop per il periodo natalizio, quando ci sarebbe più tempo per lavorare con tranquillità sul gruppo – e sul mercato – .

Già, il mercato… impensabile muovere i primi passi ora, con un allenatore sull’orlo dell’esonero – ovviamente ammesso che interessi l’opinione del mister – . Come detto più volte da noi del Night – che preferiamo concentrarci sui problemi del Milan, ma che siamo bravi ad individuare anche quelli delle altre squadre – i nerazzurri hanno commesso lo stesso identico nostro errore del post-Atene: pensare che questa squadra “fosse a posto così”. Fosse stato per noi, non ci avremmo pensato due volte a cedere al Real Maicon e Milito per prendere Dani Alves e Fernando Torres, e di certo non avremmo ceduto Balotelli per rimpiazzarlo con l’ignorante Biabiany. E fosse stato per noi – ma questa bacchettata la rivolgiamo volentieri anche a Galliani – difficilmente ci sarebbe andato bene vedere un talento portentoso come Afellay finire al Barça per la miseria di TRE milioni di Euro. L’ormai ex PSV sarebbe stato perfetto come vice Sneijder nell’Inter, così come trequartista nel Milan, ma vabbè… da una squadra che in poco più di un anno si è bruciata tre trequartisti (Gourcuff, Kakà e Pastore)…

Parlando di campo, questa Inter è senza dubbio quella che, negli ultimi anni, più cerca la qualità a discapito della quantità o della fisicità. Basti vedere una piccola differenza: se lo scorso anno dalla panchina entrava quel bestione di Balotelli, quest’anno entra quello scricciolo di Coutinho (che comunque si farà, non illudiamoci). L’errore di Benitez, anzi, uno dei due errori (perché il primo è stato la totale accondiscendenza verso un non mercato dell’Inter) è senza dubbio quello di voler far fare alla squadra qualcosa che non è in grado di fare, qualcosa che dei giocatori ormai avanti con l’età e reduci da una stagione strepitosa giocata in maniera diversa non sono più abituati a fare. Tempo fa uscì tra i commenti una discussione sulla rivalità tra Don Revie e Brian Cluogh: Clough nella sua avventura al Leeds – senza Peter Taylor – volle cambiare completamente la mentalità di una squadra ormai ancorata ad un determinato modo di giocare proprio per sottolineare la differenza tra lui e Revie. Non è fantacalcio se pensiamo che la stessa situazione stia avvenendo all’Inter, ma soprattutto non ci stupiremmo se di qui a poco dovessero uscire notizie di fratture nello spogliatoio tra Benitez e alcuni veterani.

Forse siamo troppo faziosi e parlare dell’Inter in termini così negativi, per noi, è fin troppo facile, ma a nostro modo di vedere la situazione dall’altra parte dei Navigli non è né semplice, né di semplice soluzione. Approfittarne il più possibile è il minimo che possiamo fare.