«Due compiti per iniziare la vita:restringere il tuo cerchio sempre più e controllare continuamente se tu stesso non ti trovi nascosto da qualche parte al di fuori del tuo cerchio».
Franz Kafka
Fin da bambina sono sempre stata una persona aperta, disponibile, socievole.Fin da bambina sono spesso sembrata agli altri* palesemente - ma erroneamente- ingenua.Credo di dare l'idea di essere una un po' tonta, una con la quale è facile allenare il proprio ego, in quanto (sembro) sprovvista del mio.Glielo faccio credere.Glielo faccio fare una volta, due, trecento. "Guarda Arianna che sciuocca!""Guarda come me la rigiro e mi sento intelligente con lei!""Guarda il mio ego com'è grande accanto al suo, muahahah!"Per me non c'è problema, accetto questi rapporti piuttosto serenamente. Credo, col tempo, di aver imparato un po' a gestirli. La scuola e (alcuni, decisamente non tutti) miei alunni mi hanno aiutata molto. In fondo, avere a che fare con queste persone, è come gestire decine di preadolescenti egocentrici e capricciosi.
Poi però arriva il momento in cui alzo la testa. E sono tutti cazzi loro. Non mi piace, ma capita. In genere ci arrivano prima. Il più delle volte, col tempo, si rendono conto che sono una bomba ad orologeria. Che sono il can che dorme. Per non smascherarsi, non smettono di interpretare la loro parte, di sbattermi in faccia la loro superiorità, i loro successi, la loro perfezione, in un continuo confronto che - ahiloro- è perso in partenza. Non perché io sia una vincente, ma perché semplicemente non partecipo a nessun confronto. Poi però arriva il momento in cui alzo la testa.
* sarebbe più corretto dire "alle altre". Non a tutte, per fortuna, ma in genere si tratta sempre di amiche. Femmine.