«Sono felice di essere ospite alla finale di #sanremo2014. Ci vediamo presto Fabio!», ha cinguettato Stromae in inglese. Con il suo 'cantautorato 2.0' Stromae, pseudonimo di Paul Van Haver, orfano di padre ucciso nel genocidio ruandese e cresciuto dalla madre fiamminga alla periferia di Bruxelles, in Francia ha appena conquistato il titolo di 'artista dell'anno' e il rispetto di pubblico e critica come erede di chansonnier come Charles Aznavour e Jacques Brel.
La sua musica fa ridere, ballare, ma fa anche commuovere: nei suoi brani i suoni della chanson francaise si contaminano con i ritmi dell'hip hop e dell'electrodance, le percussioni africane e le melodie più romantiche. Il tutto accompagnato da testi duri che raccontano la vita di un 29enne, da molti considerato un 'dandy malinconicò: nelle sue canzoni ci sono storie d'emigrazione, povertà, storie di differenze e di migliaia di meticci come lui, storie di ieri e di oggi, utilizzando un linguaggio sempre curato e lontano da certe sguaiatezze hip-hop. 'Racine Carèè, l'ultimo album di Stromae (le sillabe invertite di «maestro» in verlan, il gergo francese), è in testa alle classifiche europee con oltre 2 milioni di copie vendute.
Nel disco si alternano brani con forti influenze nord africane come «Ave cesaria» (dedicato alla cantante capoverdiana Cesaria Èvora), canzoni politiche di protesta come l'inequivocabile «Batard» o canzoni come «Formidable» che insieme a «Papaoutai», per certi versi la sua canzone manifesto, hanno totalizzato oltre 900 mila download. Brani in cui racconta il mondo che vorrebbe.
Very happy to guest at the #sanremo2014 final night on the 22nd, see you there @fabfazio !
— Stromae (@Stromae) 4 Febbraio 2014