Così smarrito gelava il petto,
ma andavo con passi leggeri.
Infilai nella mano destra
il guanto della sinistra.
Parevano tanti i gradini,
pure sapevo: erano solo tre!
Un fiato d’autunno fra gli aceri
invocava “Muoricon me!
Sono ingannato da un destino
triste, infido, crudele”.
Gli risposi “Caro, caro,
anch’io. Morirò con te…”
Questo è il canto dell’ultimo incontro.
Gettai uno sguardo alla casa buia.
Solo in stanza da letto le candele
Ardevano di un lume indifferente e giallo.
Anna Achmatova, 1911