IL CANTO DELLE OMBRE di Camilla Morgan-Davis

Da Zaffira01

TITOLO: IL CANTO DELLE OMBRE
AUTORE: Camilla Morgan-Davis
CASA EDITRICE: Zero91
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012
PAGINE:216
GENERE: Urban-fantasy


TRAMA

Maila, la Prescelta, ha sconfitto Seimo, il capo degli Artigli Rossi, ma ha perso Ren, il suo Othar, il suo amore. Senza di lui, Maila non riesce più a trovare un senso alla sua vita, ma le parole che sua madre le ha rivolto, superando la distanza tra il regno dei morti e quello dei vivi, le fanno sperare che il suo amato sia vivo, da qualche parte. Maila vorrebbe andare a cercarlo, ma una nuova missione è pronta per lei: i Disincarnati, uomini che dedicano la propria vita alla caccia e all'annientamento dei licantropi, sono alla ricerca dell'Arma Celeste, in grado di infettare e sterminare tutti gli uomini-lupo. Un'altra minaccia, però, incombe su Maila: Sateriel, Regina edi Velatori, un demone che si ciba del terrore delle creature, proveniente dal mondo dei sogni, è decisa a prendere il controllo della sua mente, per fare della Prescelta uno strumento in grado di riportarla nel mondo di superficie. Per fare questo, Sateriel non si fermerà davanti a niente, decisa a guidare Maila verso il suo intento. L'eclissi di sole si avvicina ed è proprio durante l'eclissi che la Prescelta dovrà agire per distruggere l'Arma Celeste prima che cada nelle mani dei disincarnati, guidati da Beatrice, la donna che le ha ucciso i genitori e ha catturato Ren per farne una marionetta nelle sue mani. Ma l'eclissi è anche il momento che Sateriel aspetta con tanta impazienza per potersi liberare nella dimensione degli uomini.
Maila non può ignorare il suo ruolo di Prescelta nè le insidie della Velatrice, ma non può nemmeno dimenticare il suo amore per Ren, soprattutto quando, recatasi ad Ochate, una cittadina della Spagna dove i Disincarnati hanno stabilito una nuova base, scoprirà che Ren è loro prigioniero e sottoposto a torture.
Maila dovrà fare una scelta: distruggere l'Arma Celeste e salvare i suoi compagni, i Toron Isisl, o salvare Ren?

COSA NE PENSO

Due sono le vie per le Ombre dei Sogni:
una è di Corno, l'altra è d'Avorio.
Solo i sogni che provengono dalla Porta di Corno sono veri,
vissuti da un essere mortale.
I Sogni che provengono dalla Porta d'Avorio sono falsi.
E pericolosi.

Odissea, XIX, 560-67

Comincia con questa citazione tratta dall'Odissea "Il Canto delle Ombre", seguito de "Il Canto della Notte". Il miglioramento sperato c'è stato soltanto in parte, soprattutto per quanto riguarda la trama, più complessa rispetto a quella del libro precedente.
La storia di fondo, con i suoi intrecci e i colpi di scena - che questa volta possono essere davvero definiti tali - ha un potenziale abbastanza buono, forse anche più di questo, e sono diversi gli elementi che invogliano il lettore ad andare avanti nella lettura. Non so se sia il caso di parlare di "originalità": dopotutto, l'idea delle porte dei sogni, come rivela il preludio, è tratta dall'Odissea. Quello che sento di poter dire è che in ogni caso questo potenziale non è stato sfruttato a pieno, come invece si sarebbe potuto fare.
Maila si ritrova dunque a dover fronteggiare una nuova missione, a distanza di qualche settimana dal suo primo e precedente successo. Già qui ho storto un po' il naso: non sarebbe stato meglio aspettare un po', lasciare a Maila il tempo di riprendersi? D'altronde non è colpa di nessuno, se non di Nibiru ( licantropi-Prescelta-Nibiru- Arma Celeste- Disincarnati/Inquisitori... non venitemi a dire che la Morgan-Davis non ha fatto una bella macedonia di leggende metropolitane e altri miti/storie varie!), il pianeta radiante che interferirà con la rotazione di Sole-Luna- Terra provocando l'eclissi solare.  Durante questa eclissi, appunto, Maila dovrà distruggere l'Arma Celeste e Sateriel dovrà approfittarne per farle fare ciò che è necessario per liberarla.
Maila questa volta è sola: Ren, il suo scudo vivente, è sparito, anche se Maila in fondo sa che non è morto. La sua assenza, anche se le pesa sul cuore, non sembra essere tuttavia un problema ai fini della buona riuscita della missione, visto che, come ci dice la stessa autrice, "Maila era infallibile. Difficilmente avrebbe perso, combattendo in uno scrontro fisico, con altri lcvantropi". Converrete con me che la Prescelta imbattibile è un qualcosa che si è già visto troppe volte.
Ma tralasciando la storia, che si legge tutto sommato abbastanza volentieri, quello che non mi va giù è, putroppo, il modo di scrivere di questa autrice, il suo voler mettere al corrente il lettore del maggior numero di informazioni possibili, in modo che alla fine siano davvero poche le cose che può scoprire da sè. Gli infodump, i rigurgiti di informazioni, ossia quando è la stessa scrittrice che si mette a spiegare le cose, intromettendosi talvolta a forza nella narrazione, anche se meno numerosi rispetto al primo volume ci sono ancora.
Prendiamo ad esempio la stessa Maila: niente dimostra che sia davvero imbattibile, perché ha diciotto anni e dopotutto non ha combattuto granché nella sua vita, ma è l'autrice in persona che ce lo scrive.E così anche in numerosi altri casi, per esempio nella descrizione del drink di Sateriel, il ( o la ) Bizantina: "un siero composto da essenza di dolore per morti improvvise, paura per eventi naturali come i terremoti e gli uragani e qualche goccia di essenza di morte. E' la Morgan-Davis che ne elenca gli ingredienti, entrando nella narrazione, invandendola. Nel momento in cui le cose dette sono di tale irrilevanza, passi, ma quando si comincia ad andare oltre le due-tre righe, a raccontare il legame tra uomo e lupo e a spiegare riti vari, senza lasciarlo fare ai personaggi o senza mostrarli, che è la cosa migliore che ogni scrittore potrebbe fare, la questione cambia e, almeno personalmente,avrei preferito venire a sapere certe nozioni direttamente da chi la storia la vive, non da "esterni", o addirituttura non saperle affatto.
Anche la caratterizzazione dei personaggi è, ahimè, carente: Maila e Ren, così come tutti gli altri, non hanno uno "spessore", delle caratteristiche che li rendano unici, hanno sì ciascuno un proprio ruolo, ma dubito che qualcuno riuscirebbe ad immaginarli nel mondo reale, perché non conoscendoli, non saprebbe come potrebbero comportarsi, come potrebbero reagire ed agire.
Il personaggio che di sicuro mi è piaciuto meno è stata Beatrice, la "capa" dei Disincarnati e anche... beh, questa è stata forse una delle idee migliori che la Morgan-Davis abbia avuto, ma non la rivelo perché rovinerei la sorpesa a chi non avesse ancora letto il primo libro e volesse farlo. Di lei si sa tutto. Perché, ancora una volta, di lei ci dice e racconta tutto nei minimi dettagli l'autrice, peraltro in modo troppo pedante per essere sopportato. Ogni volta che Beatrice entra in scena, si ritorna a parlare del suo odio per i licantropi, di quanto sia convinta - a torto, specifichiamolo - che siano figli del Demonio, di quanto li voglia sterminare, di come questa sua avversione sia nata, di come sia intenzionata a trovare l'Arma Celeste e di quanto ardentemente creda di stare combattendo per la migliore delle cause. Ma ragioniamo un attimo: Beatrice è il più alto vertice della base di Ochate, ha un ruolo di fondamentalme importanza all'interno dell'organizzazione dei Disincarnati, il cui scopo è dare la caccia ai mutaforma, sta cercando l'Arma Celeste e ha catturato diversi licantropi per studiarli e sottometterli, divertendosi a vederli lottare gli uni contro gli altri e a torturarli... c'era proprio bisogno di scrivere testualmente "Beatrice odiva i licantropi"!!!!!  Chi non l'avrebbe capito da solo?
Qualche colpo di scena c'è, ma nel complesso le sorprese non sono molte, perché la Morgan-Davis racconta da diversi punti di vista: quello di Maila, quello di Ren, quello di Beatrice e quello di Sateriel. Sicché il lettore è al corrente di tutto, di quello che vuole fare o subisce ogni personaggio. Sa dei piani di Sateriel, di quello che sta facendo anche quando Maila ancora non si è resa conto di essere stata presa in giro, e conosce le intenzioni di Beatrice. Anche la sofferenza di Ren.
Quindi non si può parlare di un libro "tutto da scoprire", perché c'è davvero poco che non si sappia.
Il punto forte, almeno per me, sta nel legame Ren-Maila: un amore scontato, certo, ma a parer mio è l'elemento che più di tutti coinvolge il lettore. Riuscirà Maila a ritrovare Ren? E Ren a ricordarsi di lei, a sopravvivere, a ritrovarla? Anche quando i ruoli si invertiranno e il catturato sarà libero e il libero catturato?
Credo di essere riuscita ad arrivare alla fine soprattutto per questo, per sapere come andava a finire tra questi due. Il finale non ha deluso, anche se non è stato proprio chissaché, ma penso che dopotutto cercherò il modo per leggere anche il seguito, sperando che la Morgan-Davis impari nel frattempo a fare uso dello "show, don't tell!" e a migliorare le sue metafore e similitudini ( lacrime che come elefanti si aggrappavano... -.-).
Spero quindi di trovare altri miglioramenti nel prossimo libro, magari di poter perfino dire che mi è piaciuto. A questo va riconosciuto qualche pregio in più rispetto al primo, ma, per me, ancora non ci siamo.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :