Junko e Kazuo sono due tredicenni compagni di scuola che amano incontrarsi su una collina fuori città per parlare e osservare un campo di prigionia per stranieri, lui è biondo perchè di origine olandese mentre lei è una bellissima giapponese. Junko instaura un gioco dando a Kazuo dei piccoli haiku, poesie brevi ed intense e a conclusione del gioco intende baciarlo ma questo non avverrà perchè vivono a Nagasaki e lì verrà sganciata la seconda bomba atomica.
Di contro Emilian è un architetto che si occupa di ambiente e sostiene il nucleare, in crisi per un progetto si imbatte per caso in Mei, giovane gallerista giapponese che gli chiede aiuto per cercare una persona in Europa.
Non voglio svelarvi altro della trama perchè è tutta da scoprire, pagina dopo pagina.
Il romanzo fa molto pensare alla questione del nucleare, a come è stato male impiegato durante la seconda guerra mondiale, a come è stato usato per produrre energia, ai tristemente noti disastri avvenuti, come Cernobyl e di recente Fukushima. In un mondo che continua a richiedere più energie di quante produce, dove il petrolio è in esaurimento e si cercano strade alternative ci si interroga se sia giusto o meno investire sul nucleare con i rischi che comporta analizzando le cose sotto diverse prospettive ovvero chi ne ha vissuto gli effetti nefasti e chi vi ha investito carriera e beni.
E', però, prima di tutto una storia d'amore, sia passionale che platonico, sia maturo che giovanile, è l'amore, infatti, a guidare le scelte dei vari protagonisti e a dar loro la speranza quando tutto è o sembra perduto.
L'ho trovato malinconico, delicato, riflessivo, a mio parere riesce a catturare il lettore intimamente ed a trascinarlo nel Giappone di oggi ma soprattutto di ieri, a fargli vivere le storie dei protagonisti e a tenerlo col fiato sospeso fino alla fine in un climax crescente di emozioni.
Lettura molto scorrevole per quanto gli argomenti trattati risultino spesso delicati e intimisti e linguaggio semplice e diretto nonostante qualche nozione di natura tecnica.