Dopo il clamoroso successo ottenuto due settimane fa alla 58° edizione dei David di Donatello, in occasione della quale si è aggiudicato sette statuette (tra cui miglior film) su diciannove nomination, Il capitale umano di Paolo Virzì, amarissimo ritratto della media e dell’alta borghesia brianzola attraverso un intreccio dai contorni noir, si è imposto anche alla 69° edizione dei Nastri d’Argento, assegnati oggi a Taormina. Il film di Virzì ha conquistato infatti sei premi su otto nomination: miglior regista per Paolo Virzì, miglior attore per la coppia Fabrizio Bentivoglio e Fabrizio Gifuni, miglior sceneggiatura, miglior scenografia, miglior montaggio e miglior sonoro.
Valeria Bruni Tedeschi, premiata ai David di Donatello, è stata superata invece da Kasia Smutniak, intensa interprete del melodramma di Ferzan Ozpetek Allacciate le cinture, che ha vinto tre premi su sette nomination: miglior attrice, miglior attrice supporter per Paola Minaccioni e miglior casting director. Quattro Nastri d’Argento su sei nomination, invece, per Song’e Napule dei Manetti Bros: miglior commedia, miglior attore supporter per la coppia Carlo Buccirosso e Paolo Sassanelli e miglior colonna sonora. Sei candidature pure per La mafia uccide solo d’estate, il film-rivelazione di quest’anno, che ha messo a segno due statuette per Pif, come miglior regista esordiente e per il miglior soggetto originale.
La commedia Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, rimasta a mani vuote ai David di Donatello, qui ha dovuto accontentarsi di un’unica statuetta (miglior produttore) su cinque nomination, mentre alla veterana Milena Canonero è stato consegnato il Nastro d’Argento per i costumi di Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. Nel corso della cerimonia dei Nastri d’Argento sono stati distribuiti inoltre un gran numero di riconoscimenti speciali e di premi alla carriera, incluso il premio “Nastro dell’anno” a La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati, regista scomparso pochi mesi fa.
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